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Melandri: «Con Rossi eravamo uniti. Poi è arrivato in MotoGp, abbiamo iniziato a lottare e sono successe tante cose»

A Moto.it: «A volte veniva a dormire a casa mia. Poi è arrivato in MotoGp, il suo potere mediatico attaccava tutti e io non ero ancora abbastanza forte per sopportarlo»

Melandri: «Con Rossi eravamo uniti. Poi è arrivato in MotoGp, abbiamo iniziato a lottare e sono successe tante cose»
Jerez de la Frontera 28/04/2024 - gara Motogp / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Valentino Rossi ONLY ITALY

Marco Melandri e Valentino Rossi erano molto amici. Tanti anni in MotoGp insieme che però hanno cambiato il loro rapporto. Si conoscevano fin da piccoli, ma lottare per la MotoGp li ha allontanati. A raccontarlo lo stesso Melandri che in una intervista a Moto.it dice:

«In realtà non ho alcun rapporto con Valentino. Nel senso che non ci siamo praticamente più rivisti. Con quasi tutti ho avuto un buon rapporto, anche con Max Biaggi ci scriviamo di tanto in tanto, con Loris Capirossi ho sempre avuto un ottimo rapporto. Con Valentino Rossi siamo stati molto amici da bambini e lo siamo rimasti fino al mio arrivo in MotoGP. Diciamo che, per forza di cose, le nostre strade si sono separate , perché quando l’obiettivo è lo stesso e ci si trova nello stesso posto, è una cosa abbastanza normale».

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Melandri: «A volte Rossi dormiva a casa mia. Poi è arrivato in MotoGp»

L’italiano aggiunge che «poi, per qualche motivo, non abbiamo più avuto nessun contatto. Quindi io vado per la mia strada e lui per la sua. Se ci vedessimo, non avrei problemi o rancori verso nessuno, perché ho capito che il passato è passato e il futuro è futuro. Ho sempre cercato di separare le cose tra la vita privata e lo sport. Il fatto che fossimo amici prima forse rendeva difficile separare le cose, ma con il tempo tutto guarisce».

Marco Melandri è nato nel 1982 e Il Dottore nel 1979. «Eravamo ancora molto piccoli, prima ancora di essere promettenti piloti di minimoto, andavamo spesso insieme alle gare, lui veniva con me. Una volta, quando avevo la febbre, mio ​​padre andava da Ravenna a prendere Valentino a Cattolica e lo portava a girare a Forlì, poi lo riportava a casa, io non ci andavo. Altre volte veniva a dormire a casa mia, oppure per il suo 14° compleanno stavamo a casa sua, a volte stavo io con lui.

Quando ha iniziato a girare con la Cagiva, andavo a trovarlo. Siamo sempre stati molto uniti, avevamo tante passioni in comune. Le prime volte che giravamo, andavamo insieme per provare, per capire come si faceva il flat track, come funzionava. Poi ha visto che ero appassionato di musica, e ha iniziato ad appassionarsi un po’ anche lui, oppure a Imola nel 1998 gli ho detto: ‘Adesso voglio tingermi i capelli’ con i colori della bandiera italiana’, e lo hanno fatto anche lui e Uccio. Eravamo più o meno sulla stessa lunghezza d’onda».

Poi è arrivata la Motogp e sono arrivati i guai:

«Quando sono arrivato in MotoGP, proprio quando lui stava per partire per la Yamaha, dove poi ha preso il mio posto, era una situazione particolare, perché rischiavo di restare senza moto. Dentro di me pensavo: ‘Capisco gli interessi e tutto il resto, ma devo guadagnarmi da vivere’. Se siamo davvero amici… da lì in poi sono iniziate a succedere un sacco di cose. Quando ho iniziato a lottare contro di lui, c’era il suo potere mediatico che attaccava tutti, e forse in quel momento non ero ancora abbastanza forte per sopportarlo».

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