Il presidente dell’Osservatorio Nazionale delle Manifestazioni Sportive a Radio Marte: «I comportamenti a Bologna non lasciano presagire nulla di buono»

Biglietti Monza-Napoli, la notizia è ufficiale: vietata la vendita ai residenti in Campania. Lo ha stabilito – su indicazione dell’Osservatorio sportivo – un decreto della Prefettura di Monza e Brianza e il successivo provvedimento della Questura.
I tifosi del Napoli residenti in Campania non potranno dunque andare in trasferta allo U-Power Stadium di Monza per la 33esima giornata di Serie A, in programma sabato 19 aprile ore 18:00. Il divieto ai residenti in Campania è esteso a tutti i settori dello stadio, compreso il settore ospiti. Il presidente dell’Osservatorio Nazionale delle Manifestazioni Sportive Maurizio Improta ha parlato ai microfoni di Radio Marte.
Improta: «I comportamenti dei tifosi del Napoli a Bologna non lasciano presagire nulla di buono»
«Il probabile divieto di trasferta per i tifosi del Napoli a Monza è derivato una valutazione della questura di Monza sulla base dei precedenti incontri. I problemi che sono sorti in quelle occasioni sono stati esasperati dagli ultimi comportamenti di Bologna che certamente non lasciano presagire nulla di buono. Sulla trasferta di Lecce non mi esprimo perché noi trattiamo partita per partita e affrontiamo le valutazioni delle questure che ricevono queste tifoserie. Questo vale per tutti gli incontri di Serie A, Serie B e Serie C. Certamente sulla base dell’esperienza pregressa e degli incidenti che ci sono stati e comunque di criticità registrate in altre occasioni, è chiaro che la questura si fa portavoce di una preoccupazione fondata.
I tifosi del Napoli hanno il primato di divieto di trasferte?
«Purtroppo questo è l’unico strumento di cui noi disponiamo al di là dei Daspo che non consentono ai soggetti denunciati di accedere allo stadio, sempre che poi non vadano ad aggiungersi agli spettatori paganti forzando i tornelli. È l’unico strumento per consentire uno svolgimento tranquillo dell’incontro di calcio. Per il resto le regole ci sono tutte, non ci sono norme nuove da fare, vanno solo rispettate. Il Napoli, come altre società, ha preso le distanze da certi facinorosi, non possiamo attribuire a queste società responsabilità, ma certamente le attribuiamo alla mancanza di senso civico e alla sensazione o percezione di impunità che questi signori pensano di avere.
A che servono tornelli, biglietti nominativi e tessere del tifoso? Davvero si pensa che le persone che comprano il biglietto e che hanno la tessera si mettono il cappuccio e per entrare forzano i tornelli? Non sono perbene e civili coloro che alla partenza già pensano di nascondere le targhe delle proprie vetture, coloro che travisano il proprio volto, quelli che accedono allo stadio forzando i tornelli entrando insieme alle persone normali, non essendo in possesso di biglietti nominativi, evidentemente. E’ un problema di civiltà, che riguarda tutti, nessun escluso. E non è possibile che un incontro sportivo, che può essere una partita di calcio, che può essere una partita di basket, e ormai anche nell’hockey su ghiaccio, registriamo situazioni del genere, quelle in cui si arriva ad usare la violenza».
Improta ha aggiunto:
«Un tempo quando ero ragazzino c’erano gli sfottò, c’erano i caroselli, ma mai nessuno ha messo mano ad armi improprie, o a coltelli, o a cose di questo tipo. Per questo noi facciamo quello che ci è consentito, quello che la legge ci consente. Poi si possono fare i ricorsi, si vincono e si perdono. Per esempio poco fa il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso del Lecce contro il divieto di trasferta dei tifosi stabilito dalla Prefettura di Torino. Sono molto napoletano e amo la mia città, amo i miei colori. E proprio per questo poi soffro, mi intristisco, mi dispiace, ma d’altra parte non possiamo usare due versi e due misure. Questi ragazzi, definiamoli così, accettino le regole e vadano serenamente a vedere le partite, non c’è motivo di perpetrare violenza. Anche perché in questo modo non si danno più punti alla squadra, anzi, si crea un malessere intorno».