Sul Corsport il racconto di Beneforti. Gazzoni prese Baggio, Oriali: «E ora chi glielo dice a Renzo?». «Lei, caro Oriali». Fu l’unica volta in cui non lo chiamò Lele

Oriali torna a Bologna dove visse l’anno tra Baggio e Ulivieri: “È come se avessi perso cinque anni di vita»
Lunedì sera si giocherà Bologna-Napoli e il Corriere dello Sport affida alla sapiente penna di Claudio Beneforti il racconto dell’esperienza bolognese di Oriali. Cinque anni con Giuseppe Gazzoni Frascara. Ma soprattutto il racconto dell’anno vissuto pericolosamente con Ulivieri e Roberto Baggio.
Beneforti scrive che
Lele (Oriali), come lo ha chiamato sempre il presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara tranne una volta, domani riabbraccerà Bologna e il Bologna. Lele era il braccio destro e in parte anche quello sinistro del Pres. Si stimavano, erano legatissimi, Gazzoni non metteva mai in discussione le scelte di Lele, anche quando decise di portargli dentro casa “Belzebù” Ulivieri per quelle che erano le sue idee politiche.
Tutto andava bene fin quando la Fiorentina non cercò Ulivieri che avrebbe voluto allenare i viola. Ma Gazzoni non lo liberò. E l’allenatore non la prese benissimo (eufemismo).
Gazzoni Frascara ha sempre chiamato Oriali Lele, tranne una volta
Beneforti scrive:
Ma attenzione, eravamo all’abc di una stagione che per Lele sarebbe diventata un calvario, «è come se avessi perso 5 anni della mia vita», la sua confessione. Gazzoni si è messo in testa di regalare Roberto Baggio al Bologna, lo tratta per settimane con Galliani, finalmente lo chiude. Lele, sapendo quella che sarebbe stata la reazione di Ulivieri, domandò al presidente «e ora chi glielo dice a Renzo?». La risposta di Gazzoni fu ferma, «glielo dice lei caro Oriali, la pago anche per questo». Sì, è l’unica volta che Gazzoni lo ha chiamato per cognome e non per nome.
Il resto è più o meno storia. Col dettaglio che – ricorda Beneforti –
Ulivieri riteneva che si fosse rotto il giocattolo, non per colpa di Roby ma di alcuni suoi calciatori che da soldati giocando accanto al Divin Codino si sentivano di colpo generali sia durante la settimana che la domenica.
La minaccia di dimissioni fino alla storica esclusione di Baggio nel match con la Juventus. Il divin codino che lascia il ritiro rossoblù. La sconfitta. Fino alla pace in Cinquecento.