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Pagelle – Conte è il nuovo professor Bellavista, ha fotografato i napoletani e De Laurentiis come nessun altro

Ha solo chiesto di evitare un abuso sodomitico, come accaduto a Benitez e Ancelotti. Del resto questa è una piazza che ha idolatrato Gattuso

Pagelle – Conte è il nuovo professor Bellavista, ha fotografato i napoletani e De Laurentiis come nessun altro

Le pagelle di Monza-Napoli 0-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. In questo Sabato Santo marchiato dall’annunciato addio contiano che ridà la vista ai ciechi negazionisti, il Napule torna brutto, sporco e cattivo nonché essenziale e paziente. I monaci di Monza di fatto retrocessi giocano con furore che sembra più anti-meridionale che sportivo e il giovane Meret qualche brivido lo prova pure. Ma le parate sono a zero e la porta resta vergine per la seconda volta consecutiva – 6

DI LORENZO. Al 78’, quell’ìncredibile traversone sbagliato per Lukakone Nostro è l’imago di una prestazione mediocre dell’Eurocapitano. Al solito, gli azzurri cominciano sempre a destra ma oggi lì tra Di Lorenzo e il Na-Politano Horror Show non funziona davvero nulla. Così, volendo entrare nella testa del tifosotto populista che pensa con la pancia, formuliamo il fatale quesito: è l’effetto del Conte realista e sincero del Venerdì Santo? – 5

RRAHMANI. Amir è il miglior azzurro del primo tempo, laddove tocca decine e decine di palloni e sventa le offese dei monaci retrocessi. Anche se al 45’ proprio lui fa passare una pelota maligna degli autoctoni – 6,5

RAFA MARIN. D’accordo, il povero Rafa sfiora il processo per quella giocata di Castrovilli al 28’, ma non sfigura affatto. Ecco, se c’è da muovere una critica al rivoluzionario salutante in panca è questa: non aver creduto in questo ragazzo – 6

OLIVERA. Detto della destra, lì a sinistra si salva (a fasi alterne) solo il veterano Zio Spina. Mati l’Uruguagio è del tutto inane. Effetto Conte del Venerdì Santo? – 5

RASPADORI dal 63’. Deve entrare Giacomino per servire due palloni più che decenti nell’offesa azzurra. Il primo per lo sciagurato Na-Politano, il secondo per Scott il Rosso ed è quello decisivo – 6,5

GILMOUR. Oggi il fatidico doppio play interpretato da Billy the Kid e dal Caro Lobo non produce nulla di buono, se non gestire uno sterile possesso palla che affonda tra gli sbagli dei compagni arruffoni – 5

ANGUISSA dal 45’. Diciamo che basta la presenza a intimorire i monaci retrocessi – 6

LOBOTKA. Prosegue senza sosta l’involuzione dell’Amato Lobo. Non che non corra e non fatichi. Anzi. Epperò non ha guizzi e si rifugia in passaggi laterali che rallentano ancora di più gli azzurri. Non solo. A pochi secondi dalla fine si fa scippare la pelota da un autoctono arrembante che lo prende alle spalle – 5,5

McTOMINAY. Chissà perché Scott il Rosso non ha avuto alcuna scossa emotiva e negativa dall’effetto Conte. È l’unico azzurro che tenta di segnare e ci riesce pure, con una zuccata spietata e precisa. Il talento che si coniuga al carattere scozzese, laddove l’indipendentismo è roba tosta e seria non una barzelletta come da noi (che sia leghismo padano o neoborbonismo fasullo), è riservato a cuori duri e puri. Viva McTominay – 7

POLITANO. Non azzecca nulla. Come detto in precedenza: Na-Politano Horror Show. Effetto Conte del Venerdì Santo? – 4,5

NGONGE dall’85. Senza voto

LUKAKU. Gli autoctoni lo imprigionano e Lukakone Nostro fa la solita parte del latitante tenuto in ostaggio dagli avversari. Perdipiù sbuccia clamorosamente l’unico vero pallone che gli arriva per segnare – 5

SIMEONE dal 78’. Movimentismo un po’ fumoso che però fa brodo nell’ennesimo finale della sofferenza – 6

SPINAZZOLA. Zio Spina si prende le sue pause e sbaglia anche, epperò l’azione del gol della speranza principia da lui – 6

CONTE. Agli sciacalli in azione dal Venerdì Santo è mancato solo di tirare fuori l’insulto del parrucchino. Ma in questi due giorni Antonio Conte ha dimostrato di essere un gigante, un vero allenatore sociologo: le sue due conferenze stampa andrebbero raccolte in due dispense accademiche per un corso intitolato “Alle radici antropologiche del papponismo”, fenomeno che il Napolista ha contrastato per lustri. Conte, alla maniera del professore Bellavista, ha tracciato il piano cartesiano del papponismo: sull’asse delle ascisse (quello orizzontale) ha messo il tifoso che diventa cattivo se non vince. Su quello verticale delle ordinate, invece, il realismo opportunista e furbo del Duce Aurelio che si vuole fermare solo e sempre all’Europa. È stato il primo a farlo in modo pubblico e gliene va dato atto e merito. Per quanto riguarda lui, poi, il mister della vera rivoluzione ha solo chiesto di evitare un abuso sodomitico (do you know Okafor?) nel predetto piano cartesiano, evento doloroso che peraltro ha colpito gli unici due grandi arrivati in panca a Napoli, Rafa Benitez e Carlo Ancelotti. Gli si può dare torto, quindi, in una piazza che ha esaltato lo scarso Gattuso per aver restituito la mattonella a Insigne, giusto per fare un esempio? Come ha scritto Venio Vanni sul Napolista a proposito di Lukaku, anche Conte non è roba per napoletani. Detto questo, ora pensiamo al Torino – 10

LA PENNA. Arbitra all’inglese ma senza fare danni – 6

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