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Pogba: «Con Mourinho non c’era comunicazione, sono caduto in depressione senza rendermene conto»

A Gq France: «un calciatore che non è felice non può fare bene. vengo dal calcio di strada, alla Juve c’era spazio per esprimersi in modo diverso»

Pogba: «Con Mourinho non c’era comunicazione, sono caduto in depressione senza rendermene conto»
Budapest (Ungheria) 19/06/2021 - Euro 2020 / Ungheria-Francia / foto Uefa/Image Sport nella foto: Paul Pogba

Paul Pogba ha rilasciato un’intervista a Gq France in cui ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera. L’ex Juventus ha da poco finito di scontare la squalifica per doping, ma al momento non è stato ingaggiato da alcun club.

Pogba: «Se avessi avuto quattro anni di squalifica, avrei smesso di giocare»

«Prima di tutto, non vedo l’ora di tornare a giocare. Sai, è passato così tanto tempo da quando ho giocato l’ultima volta. Non avrei mai immaginato di trovarmi libero in questo momento della stagione. Non ho mai vissuto un momento come questo. Ad oggi ci sono delle proposte. Che vengono da tutto il mondo. Ma voglio vedere cosa mi si addice meglio. Perché sono in un periodo della mia vita e della mia carriera che è decisivo. E’ una decisione che prenderò, ma devo avere il tempo necessario. Nazionale? Prima devo tornare in forma. Non è importante lì dove giochi: Gignac era convocato e giocava in Messico, Kanté milita in Arabia. Dipenderà tutto da me. Sono tornato ad essere il piccolo Paul Pogba di Roissy-en-Brie, che sta cercando il suo posto».

L’arrivo in Italia alla Juventus:

«Quando sono arrivato in Italia, mi chiamavano Balotelli. Già sapevo come dovevo esultare, come avrei tinto i capelli. Questa è la mia personalità, vengo dal calcio di strada. In questa squadra, c’era spazio per esprimersi in modo diverso».

Nel 2016 torna allo United:

«Ero davvero triste quando ho lasciato Manchester all’età di 19 anni. All’inizio ho pianto. Tornare in questo club che mi stava molto a cuore è sempre stato il mio obiettivo». 

Lì si deteriora sempre di più il rapporto con l’allora allenatore del club, Jose Mourinho:

«Ero un giocatore con un ruolo importante nella squadra e improvvisamente mi sono ritrovato in panchina. Non potevo parlare, non c’era comunicazione. Non ero felice, e un calciatore che non è felice non può fare bene. Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cos’è la depressione. Fino al momento in cui ho cominciato a perdere i capelli. Non capivo cosa fosse. Mi hanno detto che era per lo stress».

Successivamente, arrivano le denunce per tentativi di estorsione di cui Pogba è vittima e suo fratello viene condannato a un anno di carcere, accusato:

«Durante questo periodo, ho fatto tutto il possibile per rimanere concentrato sul calcio, ma è diventato troppo difficile. Ero così in difficoltà che non giocavo più. Eppure ci stavo provando. Sapevo che questo era l’unico modo per farmi dimenticare questi problemi. Ma concretamente, cosa significa calcio? Due ore al giorno? Solo due ore al giorno per divertirsi. Ogni volta che finiva, cercavo di stare negli spogliatoi, di stare con i miei compagni. Ma alla fine, devi tornare a casa. Mi chiedevo quando tutto questo sarebbe finito. Hanno avuto ripercussioni sul mio corpo. Ecco perché non sono potuto tornare». 

Nell’agosto 2023 risulta positivo al deidroepiandrosterone (Dhea), un ormone steroideo considerato un prodotto dopante.

«Se avessi avuto quattro anni di squalifica, avrei smesso di giocare. Non volevo dirlo pubblicamente, ma era quello che pensavo. Tutto quello che mi è successo mi ha fatto cambiare. Ho visto com’era la vita “reale”». 

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