Kvaratskhelia deludente (3) e 4 a Fabian Ruiz. Luis Enrique ha trascurato qualcosa nel suo approccio, atteggiamenti difensivi discutibili e arroganza percepibile

Le prime due semifinaliste di Champions sono Barcellona e Psg. I francesi però hanno rischiato grosso contro l’Aston Villa. Al prossimo turno, i parigini affronteranno una fra Arsenal e Real Madrid, mentre una tra Inter e Bayern dovrà vedersela con il Barça. Al Psg dovrebbero fare una statua d’oro a Donnarumma. È solo grazie al portiere italiano che l’Aston Villa non ha ribaltato il risultato dell’andata (1-3). Il 3-2 finale racconta di una partita di sofferenza per Luis Enrique che era pure andato in vantaggio per 2-0 al Villa Park. I voti de L’Equipe.
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L’Equipe titola: Donnarumma è una sicurezza
I voti del quotidiano francese che boccia praticamente tutti quelli del Psg tranne Donnarumma:
Donnarumma 8:
Parigi può ringraziarlo infinitamente. Fortunatamente, l’italiano è riuscito a parare i tiri di Pau Torres (19°), Rashford (52°, 57°), Tielemans (59°) e Asensio (70°) evitando un altro incubo europeo. Due parate furono eccezionali.
F. Ruiz 4:
Lo spagnolo ha avuto il merito di portare qualche corsa, un po’ di intensità e qualche passaggio in transizione come nel primo gol. Autore di un bel cross (40′), affonda nel primo quarto del secondo tempo, dove viene atterrato anche da Rashford sul terzo gol (3-2, 57′). Ma un giocatore della sua classe deve essere in grado, in questo contesto, di avere il controllo…
Kvaratskhelia 3:
Esterno destro, anche se in alcune occasioni ha scambiato il ruolo con Dembélé, il georgiano è stato piuttosto modesto nel primo tempo. Non molto meglio nella ripresa: un tiro bloccato al 54° minuto e un’altra scelta discutibile all’88° minuto. Deludente.
Infine il giudizio su Luis Enrique, 5:
Nella sua lettura della partita, il mister ha fatto bene a schierare in campo Barcola, che ha saputo sfruttare gli spazi. Ma lo spagnolo deve aver trascurato qualcosa nel suo approccio alla partita. Come spiegare altrimenti i suoi atteggiamenti difensivi molto discutibili e questa forma di arroganza percepibile fin dalla mezz’ora di gioco? È insolito, ma dopo sembrava molto nervoso. Il suo approccio alla preparazione delle partite solleva delle domande: perché non far entrare in campo Zaire-Emery quando il suo centrocampo era in difficoltà?