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Saint-Maximin fu escluso da Mourinho perché in sovrappeso, il medico Costello: «È una fissazione obsoleta che incide psicologicamente»

Un consulente della nutrizione sportiva ad Athletic sostiene che è più importante la prestazione di un atleta che il grasso nel suo corpo. Saint-Maximin pesava 84 kg, come quando era titolare al Newcastle.

Saint-Maximin fu escluso da Mourinho perché in sovrappeso, il medico Costello: «È una fissazione obsoleta che incide psicologicamente»
Fenerbahce's French forward #97 Allan Saint-Maximin controls the ball during the UEFA Europa League, League phase - Matchday 4, football match between AZ Alkmaar and Fenerbahce at the AZ Stadion, in Alkmaar on November 7, 2024. Koen van Weel / ANP / AFP

Spesso i calciatori vengono esclusi dalla rosa per decisione dei propri allenatori a causa del sovrappeso. Ma secondo uno studio effettuato da uno dei responsabili della nutrizione in Premier League, questo porta a un danno psicologico nei confronti degli atleti, di cui ne risentono poi anche le prestazioni. The Athletic cita gli esempi del calciatore del Fenerbahçe Allan Saint-Maximin, messo fuori rosa da Mourinho, e Kalvin Phillips, che fu escluso da Pep Guardiola quando giocava nel City.

Saint-Maximin escluso da Mourinho, il medico: «Sovrappeso? È una fissazione obsoleta che incide psicologicamente»

“Mentire non dà frutti”, ha scritto Allan Saint-Maximin su una storia Instagram il mese scorso dopo che il suo manager Jose Mourinho lo ha accusato di essere sovrappeso. Queste parole erano scritte su una foto della misurazione corporea dell’ex Newcastle, che ha mostrato il suo peso di 84 kg a marzo, eguagliando il peso di quando era titolare al Newcastle nel 2022. Ma Mourinho lo ha lasciato fuori rosa dopo il post del giocatore, che ha continuato scrivendo sui social: “Ci vorrà qualcosa in più per farmi abbattere. Quando una bugia prende l’ascensore, la verità prende le scale. La verità alla fine viene a galla”. A Mourinho fu chiesto di questo messaggio, e lui rispose: «Quando un calciatore lavora bene, lavora sodo, si allena ogni giorno, è in forma, le scale può salirle. Non ha bisogno dell’ascensore. Tuttavia, se un giocatore non si allena bene, arriva in ritardo, è in sovrappeso, non è pronto a giocare, ha bisogno di un ascensore per salire. Perché si stanca a salire le scale».

Anche il centrocampista dell’Ipswich Town Kalvin Phillips era stato lasciato fuori rosa da Pep Guardiola quando militava nel City; il tecnico aveva giustificato la sua assenza dicendo che era tornato in sovrappeso dal Mondiale in Qatar; aveva preso, infatti, 1 kg e mezzo. Il consulente della nutrizione sportiva Costello, che ha lavorato con alcuni club di Premier, crede che nel calcio ci sia una “fissa obsoleta” sul corpo dei giocatori, che influisce nelle prestazioni. Un club lo assunse perché “pensavano di avere giocatori grassi”, ma quando Costello arrivò, scoprì che invece i calciatori erano in ottima forma; secondo il dottore, le “punizioni” inflitte dagli allenatori possono creare timori dei giocatori, che si sentono giudicati solo in base al loro aspetto fisico piuttosto che alle loro prestazioni. «A volte, gli allenatori chiedono la misurazione del grasso corporeo ogni settimana», dichiara Costello. «I giocatori si sentono come spiati, ma ora queste sono le aspettative. Si tratta di quantificare gli atleti; la dirigenza vuole un rapporto su ciò che ogni singolo calciatore mangia ogni giorno. Ma non è salutare mentalmente». Aggiunge Costello: «Il calcio è uno sport basato su abilità, non è determinato dal peso. Ovviamente, se qualcuno è troppo pesante o leggero potrebbe non essere al 100% in campo, ma penso che spesso questa cosa sia mal interpretata».

The Athletic conclude:

Uno studio del 2024 ha rilevato che il giorno prima di una partita, l ‘81% dei giocatori di un club di Premier League non rispettava le linee guida nutrizionali raccomandate per la quantità di carboidrati necessari per una partita. Ma Costello non è sorpreso da ciò: «Ho visto i giocatori durante le sessioni di allenamento sentirsi deboli; sono ipoglicemici perché non si sono alimentati correttamente. Molto deriva dal desiderio di apparire in un certo modo spesso, o dai miti della società secondo cui i carboidrati fanno ingrassare o gli zuccheri sono intrinsecamente dannosi». Cosa potrebbe cambiare in futuro? Costello conclude: «Dobbiamo trattare gli atleti in modo più etico, coinvolgendoli nelle decisioni sul proprio corpo e sulla gestione. Quando diamo priorità alle prestazioni e al benessere dei calciatori, è lì che si verificano progressi significativi».

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