Salah è il Maradona di Liverpool, un tutt’uno con la città e un ponte tra due mondi (Guardian)
Una figura mitologica. «I bambini a scuola con nomi musulmani venivano presi in giro se volevano pregare o digiunare. Salah l'ha resa una cosa normale» dichiara il presidente della Liverpool Muslim Society.

Liverpool (Inghilterra) 01/11/2022 - Champions League / Liverpool-Napoli / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Mohamed Salah
Mohamed Salah è considerato a Liverpool un ponte tra i mondi, quello occidentale e quello musulmano. Non solo. Ormai in città è visto come un mito, una sorta di figura difficile da incontrare, ma che aleggia sui tifosi; lo dimostrano i murales che gli sono stati dedicati.
Salah è un tutt’uno con Liverpool, un ponte tra due mondi
Il Guardian scrive:
Si vede occasionalmente in giro per la città. Si intravede il suo volto. Questi avvistamenti assumono lo status di miti urbani. Qualche settimana fa, con quel nuovo contratto ancora non firmato, si diffuse in città una voce secondo cui Salah era fuori al porto per filmare contenuti per i canali del club. Quando la folla è arrivata, lui se n’era andato. Per la gente di Liverpool, il loro più grande calciatore è qualcuno visto davvero solo sfocato, un sussurro, un gioco di luci. E se questa è in parte la natura della celebrità, allora vale la pena sottolineare che questo è anche il modo in cui molte difese della Premier League hanno vissuto Salah in questa stagione. Gol, premi, titoli, gli otto anni che gli hanno permesso di giudicare Liverpool casa sua. C’è anche un’altra qualità che lo riguarda: la differenza tra acclamazione e adorazione, tra fandom e devozione, tra un allineamento di interessi sportivi e un allineamento di qualcosa di più significativo. L’idea di Salah e Liverpool legati l’uno all’altro, ognuno guardando l’altro, è forse qualcuno che parla alla mitologia più ampia della città.
Quando Salah ha firmato il suo nuovo contratto questo mese, uno dei motivi che ha dato non era solo il club ma la città stessa: il calore della sua gente, l’accoglienza che ha dato alla sua famiglia. Per molti giovani che frequentano le moschee in città, Salah non è semplicemente un modello o una foto su uno schermo del telefono, ma un ponte tra due mondi. «I bambini a scuola con nomi musulmani venivano presi in giro o molestati se volevano pregare o digiunare. Salah l’ha resa una cosa normale, perché è come noi. Prega, pratica, digiuna» dichiara Abdullah, presidente Liverpool Muslim Society. Nel clima attuale, con le rivolte razziali della scorsa estate a Southport, vale la pena chiedersi se sia davvero giusto caricare un individuo con quel livello di responsabilità sociale; il calciatore egiziano può servire come una sorta di esempio per gli altri, dimostrare che l’unione fa la forza. John Moores ha la sua università, i Beatles hanno il loro museo, Cilla Black ha la sua statua. Cosa toccherà a Salah a Liverpool? Possibile una statua.