Il Napoli batte un Monza ultra-battagliero. Non era facile in un clima da ultima chance. E con la tensione accumulata dopo la conferenza di ieri

Santo McTominay: tiene il Napoli in lotta scudetto ed evita un incredibile processo ad Antonio Conte
Santo McTominay. Lui. Ancora lui. Sempre lui. È il leader in campo di questo Napoli. Un giocatore semplicemente straordinario. Monumentale. Non solo per i nove gol segnati. Ed è giusto che sia stato lui a estrarre il Napoli dalle sabbie mobili di Monza dove lentamente stava affondando e allontanandosi dallo scudetto. Ha allungato la vita del Napoli (e di Conte che da ieri è molto in discussione tra i tifosi azzurri). McTominay ha deciso la partita in collaborazione con Raspadori che gli ha servito un pallone d’oro in area. La difesa del Monza (che ha giocato alla morte) per una volta ha sbagliato, ha lasciato lo scozzese solo soletto ed è arrivato il gol che lascia aperto il campionato. Raspadori che Conte ha mandato in campo al minuto 64 e che ha contribuito a cambiare la partita. Il Napoli finalmente è diventato più pericoloso: ha servito prima un pallone d’oro a Politano (un po’ Turati è stato bravo, un po’ l’attaccante ha angolato poco) e poi l’assist decisivo per McTominay.
Non era facile. Per mille motivi, anche per le condizioni ambientali che si sono create dopo la conferenza stampa di ieri di Antonio Conte. Critiche assurde, eccessive, nonostante lui abbia decisamente sbagliato il tempo e i modi della sua uscita. È stata una partita alla Conte in cui il Napoli non ha mai mollato.
Il Napoli quindi resta in corsa. Per larghi tratti, la squadra è apparsa in difficoltà contro un Monza che ha onorato il campionato giocando come se fosse la partita della vita. Nel primo tempo, in effetti, è sembrato che fosse il Monza la squadra in lotta per lo scudetto: ha lottato su ogni pallone, ha chiuso ogni varco in difesa ed è sempre stato pronto a ripartire. È stata anche la formazione di gran lunga più pericolosa: un paio di volte il pallone si è aggirato pericolosamente dalle parti di Meret.
Il Napoli qualcosa ha creato, quasi solo con l’onnipresente McTominay, o su palloni alti. Ma pochissima roba. I mugugni si sono fatti sentire, sia allo stadio che sui divani. Non a caso, Conte si è infastidito – giustamente – per i tifosi che reclamavano i cambi. Va anche detto che una sostituzione ha cambiato la partita, quella di Raspadori per Olivera
Il merito del Napoli è stato di non aver mai perso la testa in una condizione complicata. Un pareggio avrebbe aperto le porte a polemiche senza fine e a un processo con Antonio Conte unico imputato. Sembra assurdo dopo che il tecnico è stato osannato per tutta la stagione ma il calcio è così.
Una menzione va per Rafa Marin alla prima da titolare. Qualche sbandamento iniziale ma ha tenuto il campo.
Infine, non si può non parlare della conferenza stampa di Conte. Chi legge il Napolista, conosceva la situazione da un mesetto (da quando scrivemmo che era cominciato il lungo addio). È stata una novità solo per coloro che si ostinavano a mettere la testa sotto la sabbia. L’informazione non può agire in base ai desideri dei tifosi che prima non volevano leggere di una possibile separazione e poi hanno processato Conte per direttissima per le sue parole.
Il nostro pensiero è che Conte e il Napoli si sono aiutati reciprocamente: l’uno ha fatto bene all’altro. Conte ha fatto uscire il Napoli dalla rianimazione e lo ha portato oltre l’impensabile: a lottare per lo scudetto. In questo modo, Conte è tornato prepotentemente sul mercato. Non solo meritatamente ma era assurdo che uno come lui non fosse più considerato un allenatore di prima fascia. Ma se l’unione deve diventare cattivi umori di giorno e cattivi odori la notte (cit.), ci si può serenamente separare, anche con un abbraccio. Meglio con uno scudetto, ovviamente. Non c’è bisogno di sceneggiate a uso e consumo della platea. In questo, la reazione di De Laurentiis è stata esemplare («Le valutazioni le faremo alla fine. Le valutazioni in itinere possono creare disagio»). L’unica cosa che ci sentiamo di aggiungere è che con l’uscita di ieri, Conte ha sporcato il lavoro cui si stava dedicando con tanta abnegazione dall’inizio della stagione e cioè dimostrare che lui è cambiato, che non è più il lamentoso che tutti hanno conosciuto in questi anni. Da questo punto di vista è stata una scivolata che però non ha sorpreso più di tanto. Conte è così. Di lui vanno presi gli aspetti positivi e quelli negativi. E gli aspetti positivi, come conferma il Napoli in testa alla classifica, sono tanti. Tantissimi.