A La Stampa: «Scherzava molto con me, ma già a gennaio sapevo che sarei stato venduto per far incassare soldi al club»

Matias Soulé è stato intervistato da La Stampa ed è intervenuto sia su Roma-Juventus che sul suo rapporto con Thiago Motta, ex allenatore della Juventus che di fatto voleva tenerlo in bianconero in estate.
Soulé: «Thiago Motta scherzava con me, mi diceva di rimanere»
Di seguito quanto dichiarato da Soulé:
Qual è la cosa più bella dietro a un pallone per Matias Soulé?
«La libertà di muovermi e trovare la giocata per vincere».
Roma-Juve è una partita speciale per lei?
«Una partita speciale, specialissima. Sono stato cinque anni alla Juventus, ero un ragazzino sedicenne. La sfida di domenica sarà ancora più particolare per la classifica: noi e loro ci giochiamo un posto in Champions».
Alla Juve, dopo le giovanili, ha giocato nella Next Gen, fucina di tanti talenti. Che esperienza è stata?
«Un passaggio che mi ha aiutato molto. Permette a un giovane di crescere agonisticamente e umanamente in modo più graduale. Dalla Primavera alla prima squadra si notava la differenza tra le due categorie. Giocando in Serie C, in autentiche battaglie contro giocatori esperti, sono molto migliorato fisicamente e tecnicamente».
Consiglierebbe alla Roma di allestire una seconda squadra?
«Certamente, aiuterebbe tanti ragazzi. E sarebbe anche qualcosa di buono per la società».
Alla Juve ha già incrociato Dybala. Alla Roma se lo è ritrovato compagno di squadra. Qual è il vostro legame?
«Giocare con Dybala era un sogno che avevo da piccolo, quando in Argentina vedevo la Serie A in Tv. I miei idoli erano Paulo, Agüero e Tevez. Alla Juve ci siamo incrociati e mi ha aiutato, come ha fatto alla Roma: abbiamo una bella amicizia, trascorriamo tanto tempo insieme».
Altri argentini l’hanno aiutata?
«Sì, tutti quelli che ho incontrato. Alla Juve, grazie a Paredes e Di Maria, è stato più facile adattarmi e stare in uno spogliatoio di grandi giocatori».
Ha già conosciuto molti allenatori: Allegri, Di Francesco, De Rossi, Thiago Motta, Juric e ora Ranieri. Cosa ha appreso da loro?
«Penso che tutti mi abbiano dato qualcosa e aiutato, anche se sono tecnici diversi con differenti qualità».
Dopo il prestito al Frosinone, ha scelto la Roma. Cosa l’ha convinta?
«Un giorno mi ha telefonato il mio procuratore dicendomi che mi voleva la Roma. Ho approfondito l’interesse, parlato con De Rossi e i proprietari, e mi hanno convinto. Dalla prima chiamata avevo già capito che sarei venuto qui. Dopo qualche giorno di attesa, con qualche timore che potesse saltare, il trasferimento si è concluso per il meglio».
Pensava di restare alla Juve?
«Mentre giocavo col Frosinone ero di proprietà della Juventus e pensavo di tornare in bianconero. A gennaio mi dissero che mi avrebbero venduto per incassare soldi, forse a una squadra araba. Poi la trattativa non si è concretizzata, ma quando sono partito per il ritiro estivo sapevo già che sarei dovuto andare via».
In quel ritiro c’era anche Thiago Motta. Come si comportava con lei?
«Scherzava molto con me. Mi diceva di rimanere, ma sapeva la situazione».
L’esonero di De Rossi, l’allenatore che l’aveva convinta, come lo ha vissuto?
«Sono stati momenti difficili, anche duri. Ma nel calcio può succedere di tutto e tu, calciatore, devi stare sempre concentrato e cercare di ragionare lucidamente con la tua testa».
Che rapporto ha con Ranieri?
«Ho provato subito a fare quello che mi diceva. Lui ha avuto ragione, mi chiedeva di toccare meno il pallone e provare lo stesso la giocata. Poi mi lascia la libertà, negli ultimi metri, di puntare l’avversario e vedere la porta. Mi ha aiutato tanto, lo ringrazio».
Cosa è cambiato nella Roma con Ranieri?
«L’aria che si respira. Il mister ha dato tranquillità e fiducia a tutti, anche ai nuovi. La sua grande esperienza ci è servita. Ora si vede che viviamo un momento positivo».
Ha mai pensato di giocare per l’Italia?
«C’è stata la possibilità, ma non ci ho mai pensato. Sono argentino e avevo già giocato nelle Under 15 e Under 17 dell’Argentina».
Esclusi gli argentini, quale compagno romanista l’ha sorpresa?
«Koné. Magari non ci capiamo per la lingua, ma in campo è fortissimo».
A fine stagione sarà soddisfatto se…?
«Se farò più gol possibili per aiutare la squadra. Ma sarebbe più importante arrivare in Champions».
Se la Roma ci andasse e la Juventus no, sarebbe una piccola vendetta?
«No, non ho vendette da prendermi. Ora penso solo alla Roma».
Ha ancora rapporti con i colleghi della Juve?
«Con qualcuno sì, ci sentiamo ancora».
Domenica con chi scambierà la maglia?
«Forse con Nico González, un altro argentino».