L’architetto di fiducia di Adl a Radio Napoli Centrale: «L’idea è di uno stadio totalmente coperto: tutti seduti e senza pista d’atletica. Napoli merita uno stadio all’avanguardia. Il presidente lo vuole fortemente, così come la città»

Ristrutturare il “Maradona” o costruire un nuovo stadio? Il tema continua ad essere caldissimo nell’ambiente Napoli e prossimamente sono attese novità. Intanto, l’architetto Gino Zavanella – uomo fidato del presidente De Laurentiis – ha fatto il punto della situazione ai microfoni di Radio Napoli Centrale sostenendo fortemente la prima opzione.
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Stadio Napoli, le parole dell’architetto Zavanella
«È qualche giorno che non sento il presidente, ma stiamo andando. L’idea è di uno stadio totalmente coperto: tutti seduti e senza pista d’atletica. Napoli merita uno stadio all’avanguardia. Il presidente lo vuole fortemente, così come la città», ha esordito Zavanella.
Chiara la questione riguardante i costi di ristrutturazione. «Bisogna stabilire cosa c’è intorno. È importante avere spazi e un’architettura che si possa utilizzare quando non c’è la partita. Sono due concetti diversi ma che si devono unire. Le strutture adiacenti commerciali possono rendere più sostenibile l’intero progetto. La parte commerciale deve essere ampia e sostenere diversi servizi. Cifra? Probabilmente oltre i 100 milioni. Agibilità? Se bisognerà mantenere lo stadio aperto facendo i lavori i tempi e i costi sono molto diversi. Se dovessi dare un consiglio direi di trovare un’altra soluzione, almeno per un altro campionato».
Per quanto concerne invece la possibilità di demolire il Maradona e poi costruire un nuovo impianto, il parere di Zavanella è incontrovertibile: «Assolutamente no, lo escludo categoricamente».
Tornando allora alla ristrutturazione dell’ex “San Paolo”, l’architetto si è soffermato sui tempi dei lavori: «Circa due anni, o due anni e mezzo. Oggi le tecnologie permettono di fare lavori in modo veloce, poi dipenderà anche se il Napoli continuerà a giocare nello stadio durante i lavori oppure no. La capienza, eventualmente, deve avere un minimo di sostenibilità per l’attività agonistica».
Infine, il passaggio sull’eliminazione o meno della famosa pista d’atletica: «È un tema politico e non calcistico, e nemmeno tecnico. La mia idea è che uno stadio di calcio non debba avere la pista d’atletica, come ormai avviene ovunque. Se rimane la pista è ovvio che lo stadio non è destinato soltanto al calcio. Quando iniziare i lavori? Prima possibile, o al più tardi entro un anno, altrimenti diventa davvero difficile».