Non c’è una chiara strategia della società e così il club incassa anche meno. Sul campo, invece, il Napoli va forte anche se continua a essere sottovalutato
La straordinaria leggerezza del Napoli
Un Napoli bistrattato dalla stampa e snobbato dagli opinionisti, atteso al varco da una parte della tifoseria inviperita contro il presidente e, tuttavia, tranquillo e serafico, ha battuto la Fiorentina con un punteggio che sta decisamente stretto agli azzurri.
È straordinaria la leggerezza con la quale questa squadra viene sottovalutata, nonostante i 9 punti in 4 partite oggettivamente difficili. Eppure si giocava contro i Viola che l’anno scorso ci hanno lasciato un solo punto su sei e, soprattutto, ci hanno tolto le ultime speranze tricolori.
La partita contro i Viola
La terza vittoria stagionale è arrivata al termine di una partita dominata per lunghi tratti, sotto tutti gli aspetti. 60% di possesso palla, 19 a 7 i tiri, 10 a 3 i corner, una sola vera parata di Karnezis. Secondo i dati della Lega, su 51 azioni offensive gli azzurri hanno scelto 21 volte il lato sinistro, 20 il lato destro e 10 la via centrale, da dove poi è arrivato il gol. Numeri che esprimono in maniera efficace l’approccio del Napoli di Ancelotti, più verticale e vario di quello dello scorso anno, meno spettacolare, ma più duttile e meno “automatico”. Non a caso il gol è arrivato da una situazione inedita, con Milik nelle vesti di assistman e Insigne in quelle di finalizzatore più avanzato.
La difesa, vera nota dolente di questo inizio stagione, si è ben comportata ed ha concesso pochissimo ai viola, mostrando un’ottima concentrazione e, in qualche caso, anche la giusta cattiveria (un paio di spallate di Koulibaly e un paio di recuperi in scivolata di Mario Rui hanno letteralmente mandato a gambe all’aria Chiesa e Simeone). Dopo il vantaggio, giunto forse troppo tardi, sarebbe potuto arrivare il raddoppio in un paio di occasioni, ma non c’è stata la giusta lucidità. Va anche detto, però, che non si è rischiato niente. Altra fase da migliorare è quella (una vera novità per questa squadra) delle ripartenze. Il Napoli ne ha costruite ben 12, ma non è riuscito mai a rendersi pericoloso sul serio.
Come viene deciso il listino prezzi?
I tre punti, comunque, se non sono riusciti a convincere i media nazionali della solidità di questa squadra, sembra abbiano sopito, per il momento, il nervosismo cittadino seguito alla sconfitta con la Sampdoria ed alla polemica sul caro-biglietti (il tagliando per le Curve costava 35 euro e una parte della tifoseria, specialmente in Curva A, ha preferito rimanere a casa).
Su questa vicenda, se ne avessi la possibilità, chiederei qualcosa alla società. Ferma restando la mia assoluta contrarietà alle contestazioni degli ultras (striscioni indegni comparsi già durante il ritiro, boicottaggi e cori di insulti), non riesco a capire la politica della dirigenza. Al netto della questione lavori e abbonamenti, nella quale non voglio entrare, non capisco in base a cosa vengono decisi i prezzi dei singoli incontri. E mi chiedo perché non si possano conoscere in anticipo.
Manca una strategia a lungo termine
Non capisco per quale motivo i distinti e le curve inferiori abbiano lo stesso prezzo dei settori superiori, nonostante vi sia una evidente sproporzione nella fruibilità dello spettacolo. Mi chiedo se non sia il caso di renderli definitivamente il vero settore popolare del San Paolo, con prezzi irrisori o quasi, visto che sono perennemente vuoti. E non capisco perché il Napoli non metta in vendita da subito i tagliandi per tutta la stagione o, almeno, per le gare di cui la Lega ha già stabilito data e ora. In questo modo darebbe la possibilità ai tifosi di programmare la propria presenza allo stadio, discorso che interessa soprattutto chi non vive a Napoli.
Non capisco, insomma, perché non c’è una chiara strategia della società che ci consenta di capire qual è l’obiettivo da raggiungere (più tifosi? più qualità? più ragazzi?) e di valutare la congruità degli strumenti adottati. Ne viene fuori un quadro opaco e confuso, che finisce per alimentare la contrapposizione, già pesantissima, con una parte della tifoseria. Intendiamoci, non credo che, se anche il Presidente decidesse di rispondere alle mie domande e di chiarire tutti i punti, finirebbe la contestazione. Ma lo stadio non è popolato di soli ultras e sono tanti i tifosi che, come me, non capiscono il motivo per cui la curva con la Fiorentina costasse 15 euro l’anno scorso e 35 quest’anno (con la differenza che quest’anno era possibile acquistare dei ridotti under 14 a 2,50 euro).
Fatto sta che, sempre rispetto all’anno scorso, ci sono stati la metà degli spettatori, mentre la società ha incassato oltre 170.000 euro in meno. Mi pare che non ci abbia guadagnato nessuno.
L’esordio in Europa
Tornando al campo, martedì si esordisce in Champions League a Belgrado, contro una Stella Rossa lontana da troppo tempo dal palcoscenico più importante. Come lo scorso anno, la prima partita rischia di essere decisiva per il passaggio del turno, considerando la forza di PSG e Liverpool. Sarà un passaggio fondamentale, vista anche l’enfasi che la società ha messo sul fallimento europeo della scorsa stagione. Ancelotti e la squadra sanno che dovranno far bene e sanno che non sarà semplice.
Lo scetticismo che circonda la squadra, finora, ha fatto da collante. E la vittoria di Sabato lascia una squadra sicuramente più convinta di quella che ha dovuto affrontare la sosta per le nazionali. Vedremo se sarà sufficiente per cominciare a sovvertire i pronostici anche in Europa.