Le accuse a Ronaldo sono gravissime, i media italiani dovrebbero abbandonare le logiche del tifo e valutare bene il caso, come del resto hanno fatto all’estero.
Una vicenda seria
Alla fine, dopo una strenua resistenza, la vicenda che riguarda Cristiano Ronaldo e il suo presunto stupro è sbarcata sui mezzi di informazione italiani. Se ne occupa mezzo mondo, con toni tutt’altro che leggeri, quindi era inevitabile. Il Times, il Guardian, Der Spiegel, hanno commentato e svolto inchieste sull’accaduto, mentre il processo si avvicina. Non si tratta di una sciocchezza, nel caso le accuse fossero provate, Ronaldo rischia una condanna che va dai 15 anni all’ergastolo. Roba serissima. Non è la prima volta che un calciatore bello, ricco e famoso viene coinvolto in storiacce simili.
Questo vecchio articolo de Linkiesta riporta alcuni casi (Remy, Amantimo Mancini, Robinho e Richards, Marlon King), altri sono venuti fuori negli ultimi anni. Accuse (e talvolta condanne) per stupro sono toccate anche a Tiger Woods, Kobe Bryant, Mike Tyson, tutta gente che in teoria non avrebbe avuto problemi ad avere quasi tutte le ragazze del mondo, ma tutta gente che, forse proprio per questo, non accettava un “no” come risposta.
Potrebbe essere andata così anche per Ronaldo, così come potrebbero cadere le accuse. Lo stabiliranno i giudici. In Italia, però, qualcosa pare già essere stato deciso. La linea l’ha dettata la Juventus, con due tweet che in molti hanno giudicato vergognosi (come Sports Illustrated), ma che i media hanno recepito ed attuato. La linea è che i fatti sono vecchi, che Ronaldo è un signor professionista e che niente intaccherà queste due certezze.
Caressa
Caressa dagli studi di Sky ha detto che “ci stiamo un po’ abituando al mondo del #metoo e di tutte queste cose qua. A me interessa più parlare di argomento sportivo e delle 10 vittorie consecutive della Juve”. Uno stupro derubricato a “tutte queste cose qua”. Mughini su Italia 1 è andato oltre: ”Le accuse sono senza fondamenta. Gli interrogatori parlano chiaro, un rapporto è avvenuto ma Cristiano Ronaldo ha già chiesto scusa. La ragazza in questione forse vuole altri soldi. Quello di Ronaldo non è stato uno stupro, ma un semplice rapporto non consenziente con una ragazza“.
Mughini
All’intellettuale juventino, habitué delle trasmissioni televisive, sfugge che uno stupro è proprio un rapporto sessuale non consenziente. O forse non sfugge, ma nella foga di difendere il calciatore e la squadra bianconera si è lasciato andare ad una affermazione nonsense.
Il punto è proprio questo: la difesa del calciatore come simbolo dei bianconeri. Una vicenda giudiziaria trattata con il fervore di una partita di pallone. Eppure ce ne sono stati, nella storia, di calciatori che hanno fatto parlare di loro per le “imprese” fuori dal campo, mai abbiamo assistito ad una difesa all’arma bianca di queste proporzioni. Anzi.
Senza voler citare Maradona, il quale è stato letteralmente massacrato per le sue vicende extracalcistiche (decisamente meno gravi di uno stupro), ricordiamo due calciatori come Cassano e Balotelli, tartassati per le notti brave, qualche multa e uno stile di vita sopra le righe, ma mai accusati di reati contro la persona.
Uno stupro resta uno stupro
Il caso Ronaldo, invece, ha tirato fuori il peggio dei media italiani, un mix di difesa dell’investimento della più grande squadra italiana e dell’atavico maschilismo del quale abbiamo già avuto un pessimo esempio durante le vicende del #metoo italiane.
Quello che ne risulta è una bugia devastante: le donne sono sciacquette in cerca di fama e di soldi, Ronaldo un signore fuori e dentro dal campo, la Juve un’azienda dai valori sani. Un quadro desolante, ma non sorprendente. In fondo l’ex presidente Tavecchio aveva deriso le calciatrici italiane chiamandole “quattro lesbiche”, gli ultras di tutta italia si misurano tribalmente a cazzotti e cinghiate, alcuni scrivono persino dei regolamenti in cui è fatto divieto alle donne di tifare insieme a loro. Un mondo machista, nel quale la donna deve sottostare e se Ronaldo le fa l’onore di sodomizzarla, deve solo ringraziare. Altro che processo.
La gravità delle accuse imporrebbe di sospendere il giudizio in attesa che siano i giudici a pronunciarsi. Il garantismo del quale personalmente sono uno strenuo sostenitore, mi spinge a credere all’innocenza di Ronaldo fino a prova contraria, ma non mi impedisce di vedere che ovemai fosse condannato non ci sarebbe professionismo che tenga. Uno stupro è uno stupro, una cosa vergognosa che non cesserebbe di essere tale nemmeno se l’avesse commessa Ronaldo.