Napoli raggiunto al 92esimo da Di Maria. La squadra dimostra di poter stare nell’Europa dei grandi, senza più complessi d’inferiorità
Il Napoli può stare nel calcio dei grandi
È dura commentare Psg-Napoli. Alla vigilia avremmo firmato per un 2-2 al Parco dei Principi. Dopo i 96 minuti di gioco, resta la profonda amarezza per una vittoria sfumata a tre minuti dalla fine: al 92esimo, con una squadra anche giustamente protesa in avanti per il pressing e poi infilata da un sinistro di Di Maria. È il calcio. È il calcio in Europa. È il calcio dei grandi. E il Napoli ha dimostrato di saperci stare. Da protagonista e non da comprimario.
Il Napoli ha giocato una signora partita, con comprensibili momenti (brevi) di sbandamento, e con un inizio intimorito. Ma il corpaccione del match è stato giocato con piglio deciso, autoritario, senza alcuna timidezza. Il Napoli è andato due volte in vantaggio al Parco dei Principi, ha colpito una traversa, e ancora una volta – dopo il Liverpool – ha evitato che il trio di stelle si rendesse realmente pericoloso.
Senza complessi d’inferiorità
È sempre più un Napoli targato Ancelotti. Un Napoli consapevole. Maturo. Che non soffre più complessi d’inferiorità. E per larghi tratti del match non ha paura dell’avversario. Gioca un grande primo tempo: segna un gol, colpisce una traversa, con un possesso palla del 54%.
Ancelotti ripropone la squadra che ha battuto il Liverpool di Klopp: Maksimovic (ottima partita la sua) a destra, Zielinski in panchina e Fabian Ruiz in campo, il solo Mertens al posto di Milik. La soggezione iniziale c’è. Pronti via, Mbappé va via a Koulibaly e mette dietro in area, il tiro di Neymar viene respinto. È la sola volta in cui Mbappé andrà via a Kalidou.
Il Napoli, dopo aver sofferto i primi venti minuti, viene fuori. Fa girare il pallone, lo recupera bene in più di un’occasione con Allan e Fabian Ruiz. E lo gestisce con sapienza. Al 24esimo il primo squillo di tromba del Napoli, con Mertens servito perfettamente in area da un cross basso di Mario Rui; Dries si avventa sul pallone e la scaraventa sulla traversa.
Insigne come al Bernabeu e come contro il Liverpool
Cinque minuti e il Napoli va in gol. Azione dall’altra parte: Callejon serve Insigne che vede Areola uscire e lo supera con un delizioso pallonetto. Lorenzo Insigne, ancora lui. Come contro il Liverpool. Come al Bernabeu contro il Real Madrid. Ma quello era un Napoli decisamente meno consapevole, bello ma imberbe. Senza cazzimma, disse quella sera De Laurentiis al Bernabeu. La sconfitta per 3-1 sembrò quasi una grande affermazione. Questo, invece, è il Napoli della maturità. Una squadra sempre più simile al suo allenatore: apparentemente flemmatico ma in realtà vulcanico. Sicuro di sé. E grandissimo architetto di calcio.
Psg sfilacciato
Il Psg è una strana squadra, senza equilibrio, sfilacciata, con il centrocampo aggrappato a Verratti e Rabiot e quei tre lì davanti con Di Maria a fare da cerniera. Il Psg somiglia ai racconti della guerra di chi le ha vissute: giornate che sembrano normali, poi d’improvviso la fine del mondo. I francesi di Tuchel si rendono pericolosi sempre nello stesso modo. Neymar arretra nella propria metà campo e poi accelera. Una volta, il sinistro di Cavani viene smorzato da Mario Rui; un’altra, è bravissimo Ospina a respingere il destro di Mabppé che si preseta solo in area da destra. Altri brividi non ce ne sono.
Pareggiano con un autogol
Nella ripresa i francesi stanno meglio in campo. Tuchel sostituisce Bernat con Kehrer. I francesi premono, Neymar prova qualche accelerazione. Ospina compie du interventi: uno sul brasiliano, l’altro su colpo di testa di Meunier. Poi esce Insigne per un colpo rimediato allo sterno. Entra Zielinski che perde subito due palloni. Il Napoli si abbassa troppo, non palleggia più con autorevolezza. Ma in campo ci sono anche gli avversari.
Il Psg preme, ma a segnare a Ospina ci pensa Mario Rui con una sfortunata deviazione su cross di Meunier.
Peccato
Subito il gol, il Napoli torna a giocare. A tenere palla. E al 76esimo va in vantaggio con Dries Mertens che è lesto – e furbo, come dev’essere un centravanti – a riprendere una corta respinta di Marquinhos su tiro di Fabian Ruiz: la appoggia in rete da pochi metri. Il Psg si aggrappa a Neymar e a due punizioni consecutive. Quando il match sembra finito, il gol di Di Maria. Peccato, perché con una vittoria per qualificarsi sarebbe di fatto bastato il pari al San Paolo contro i francesi. Ma va bene lo stesso. Il Napoli ha superato un’altra prova di maturità. Sa ormai di potersela giocare su ogni campo d’Italia e d’Europa.