Josè Maria fascinoso bullo in stile Noodles, gli infiniti polmoni di Allan, il duello Koulibaly-Mbappè. Lo squadrone di Ancelotti regala bellezza e umiltà
OSPINA. Incredulo e incolpevole quando a tempo scadutissimo, non scaduto, viene trapanato dal piedone scostumato di Bernat, gregario difensore della squadra più offensiva dell’orbe terracqueo. Ben protetto dal suo pigiamone verde, Ospina trascorre tutto sommato una serata tranquilla, con un’unica macchia: non azzecca un rilancio che sia uno. Né garellate, quindi, né reinate – 6
Le poche parate che porta a casa sono quasi in fotocopia: prende la palla portando le mani al cielo, tenendo la palla bene in vista come a dire “è mia, tranquilli, tutto a posto”. Sui rilanci sono d’accordo – 6
MAKSIMOVIC. Stavolta dalla trincea di destra, il Corazziere Serbo si muove in avanti più di una volta con eccellenti risultati, cara Ilaria. Al 44’ del primo tempo è suo l’assist per la prima vera occasione del Napoli, con quella girata di Lorenzo il Superbo. Si ripete, il sorprendente Maksi, al 50’ con un taglio teso per Ciro Mertens che poi scaraventa la palla su Buffon. In difesa esibisce un paio di chiusure magistrali. Ovviamente partecipa anche lui alla bambola generale sul gol di Bernat. Il quale Bernat viene in seguito steso dal nostro Corazziere ma Kuipers non fischia il rigore – 7
Un fisico mostruoso, dà tutto quello che ha, infatti esce stremato – 7
HYSAJ dal 76’. Entra con delle inguardabili scarpette rosa ma non risparmia ciabattate e rincorse in un momento topico, con il Psg a premere invano. Bravo – 6
Sorprende tutti: combatte e guadagna una punizione. A me è piaciuto e le scarpette lo rendono solo un po’ più stravagante – 6,5
La pulizia di Raul
ALBIOL. Detto della bambola su Bernat, in cui sei o sette azzurri, non solo i centrali, diventano statue di sale come la moglie di Lot, l’Ispanico tallona come può tutto quel ben di Dio là davanti dei neri parigini. E al 56’ blocca Neymar al culmine di una ripartenza micidiale dei francesi – 6,5
Pulito e preciso. Albiol non ti fa quasi mai la giocata straordinaria, da ricordare, ma regala sempre sicurezza e rigore – 7
La meraviglia del duello KK-Mbappé
KOULIBALY. Come per il titanico Allan, le prestazioni sovrumane di Maciste Kalidou non fanno più notizia o quasi. Tocca prendere atto hegelianamente dello spirito oggettivo che fa la Storia e trasfigura Koulibaly in un filosofo del calcio, capace di azionare come pochi testa e piedi. Fare l’elenco completo delle sue speculazioni impegnerebbe troppo spazio. Limitiamoci alle migliori, Ilaria cara: l’opposizione al tiro di Verratti, al 4’; il braccio che ferma una discesa di Neymar al 18’; la chiusura su un cross di Meunier al 35’. Ma a prevalere su tutto, nel tripudio sanpaolino, è un possente sradicamento ai danni di Mbappé al 28’, a velocità supersonica – 8
Ci metterei anche il delizioso passaggio per Callejon, al 21’, con Josè Maria che cerca di mandare in porta Insigne. Ad ogni modo, non ci sono parole per raccontare la straordinarietà di KK. Il taccuino è pieno di spunti, da quella scivolata che strappa la palla a Mbappé alla velocità con cui raggiunge uno dei giocatori più veloci al mondo. E poi c’è il suo spirito filantropico. KK aiuta e difende tutti: la porta, la palla, l’uscita a valanga di Ospina (al 41′), Mario Rui in più di un’occasione, come fosse un fratello maggiore. La sua grandezza sta nell’umiltà e le parole che dedica ad Ancelotti nel post partita ne sono la dimostrazione – 10
MARIO RUI. Il lusitano Mariotto stasera è più propenso alla difesa che all’offesa. Nel primo tempo il Napule offre uno spettacolo della ragione, sempre a proposito di filosofia, ma si smarrisce negli ultimi sedici metri, compreso il povero Mariotto che al 16’ fallisce un cross al termine di una combinazione fantastica dei compagni. Tuttavia tra dribbling, carambole e rimpalli si guadagna una punizione dal limite. Dietro, è salvifico in area al 68’, con una spazzata senza fronzoli – 6
Di cross ne sbaglia diversi, ma al 18’ si lancia in una splendida diagonale per fermare Neymar. Al 23’ crossa direttamente per Mertens che però non ci arriva di poco. Nel primo tempo la spinta offensiva, anche se imprecisa, dipende parecchio da lui – 6,5
Josè Maria: il moto perpetuo
CALLEJON. Il secondo tempo del nostro beneamato Giuseppe Maria è un moto perpetuo di furti e aggressioni, un fascinoso bullo stile Noodles (ancora ragazzino) di “C’era una volta in America”. L’acme è il rigore guadagnato dalla sua incursione anguillesca tra Buffon e Thiago Silva, ma sul taccuino sono impressi memorabili cambi di gioco, tiri e assist – 8
Scaltro e fiducioso nel guadagnare il rigore: sa che se nella vita credi fortemente in qualcosa la ottieni, e infatti costringe Buffon a stenderlo in area. Gioca un secondo tempo mostruoso, in cui guadagna palle e punizioni. Callejon ricopre tutti i ruoli: è praticamente ovunque. E sempre in appoggio su Maksimovic – 9
Vigore e polmoni infiniti
ALLAN. Anche per lui la ripresa è una galleria di perle preziose, tirate fuori con vigore e polmoni infiniti. Insegue ogni maglia nera, in particolare Neymar, senza mai perdere la capoccia. Persino quando segna Bernat, Allan è l’unico che arranca mentre i compagni sono fermi – 8
Partita stupenda anche per lui. Da ricordare il tunnel a Neymar all’83’ e il fatto che, al 90’, ancora combatte per portare a casa il risultato – 9
HAMSIK. Ilaria: come Diogene Laerzio, ma senza lampada, mi sono chiesto per larghi tratti quale senso avesse il deambulare del Capitano. E in molti casi non ho trovato la risposta. La sufficienza è segno d’amore per una maglia onorata con 512 presenze, record assoluto – 6
Non è il simbolo del nulla, Fabrizio, non gioca neanche malissimo. Ma dorme, anzi, ti fa dormire, nonostante il record – 6
FABIAN RUIZ. Più forma che sostanza si dice in questi casi, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa, cambia piglio come tutti i suoi compagni e dà il suo contributo al fantastico quarto d’ora delle mille occasioni. Ce n’è una anche per lui. Meglio: la sua pressione su Meunier stava per provocare un autogol del Psg – 6
Impreciso e mai determinante. Si lancia in improbabili tiri che gettano via diverse palle – 6
ZIELINSKI dal 70’. Garantisce gambe e fiato in una fase di sofferenza – 6
Entra bene in campo anche se non è incisivo – 6
I laser (e Buffon) non fermano Lorenzo
INSIGNE. Nel citato quarto d’ora della ripresa, è un martello che fa dimenticare i pallidi ghirigori del primo tempo. Indi, si prende sulle sue piccole spalle quel rigore da tirare e non sbaglia – 7
Quel rigore: chirurgico, freddo, magnifico. Non sapremo mai quale sia stata l’espressione del suo viso mentre aspettava di affrontare Buffon. Gigione ci racconta che Lorenzo non lo guardava, mentre lui gli sorrideva. Preferisco pensare che Insigne lo abbia sfidato anche con gli occhi: “Io ti conosco, e ti trapano nell’angolino”. Neppure i laser hanno fermato questo piccoletto così grande – 7
Buffon, invece, ferma Dries
MERTENS. Per ben due volte, il marito di Ilaria D’Amico gli nega la felicità del gol. L’attacco dei non alti è un’altra scommessa vinta da Re Carlo stasera – 7
Avrebbe meritato il gol. Sfortunato – 7
OUNAS dall’82’. Senza soggezione, si esibisce in una grande giocata all’89’, facendo ammonire Verratti – 6,5
La sua freddezza sta tutta in quell’episodio – 6,5
La ragione di Re Carlo
ANCELOTTI. Il Napule di Re Carlo è primo nel girone della morte e noi da buoni cristiani saremo felici di accogliere nella fulgida schiera del Paradiso ancelottiano tutti i pagani populisti disposti a pentirsi. Tutti saranno perdonati, senza eccezione alcuna. L’ancelottismo è inclusivo, e fa i colpi di Stato con diciotto giocatori, non undici – 10
Iniziamo giocando bene, con cautela. Il bel gioco ne risulta forse un po’ frenato ma sulla lunga esplode e Carlo dimostra di aver avuto ragione. Il Psg si stanca e noi torniamo dallo spogliatoio intenzionati a raderlo al suolo. E infatti, nella ripresa, così è: tutta un’altra storia. Ci portiamo a casa un pareggio contro una delle squadre più forti al mondo. Di nuovo, il giorno dopo, sembra una vittoria. Ancora una volta, il sorriso del Messia nel post partita mi ha regalato una notte da sogno – 10
L’arroganza di Neymar
ARBITRO KUIPERS (OLANDA). Dà un rigore al Napule e non lo dà al Psg. Meglio di così… – 7
Il rigore per il Psg francamente non l’ho visto: il nostro valeva due. Sicuramente una pecca la registra: non caccia fuori a calci Neymar che lo applaude arrogante – 6