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Il Napoli caccia anche il secondo capataz dello spogliatoio

Il popolo azzurro è in subbuglio. Il Napoli ha venduto – beh venduto è troppo – diciamo regalato Walter Gargano all’Inter. Pagamento in due tranche: un milione e mezzo subito e cinque l’anno prossimo in caso di riscatto. Si chiama prestito oneroso. Il Napoli vende il secondo acquisto storico (su tre) dell’era Marino, l’altro leader dello spogliatoio, il secondo capataz della squadra, colui il quale decideva chi doveva battere le punizioni per poi tirarle sempre lui e sempre fuori.
I tifosi del Napoli sono a lutto. Effettivamente la scelta appare poco comprensibile. Innanzitutto perché parliamo di un mediano che fin qui è sempre stato titolare; e poi perché finiamo col rafforzare una diretta concorrente nella lotta allo scudetto.
In estate Mazzarri era stato fin troppo chiaro: con l’arrivo di Behrami, Gargano sarebbe partito in panchina. Perché lui, Gargano, si considerava il regista della squadra, quindi il secondo di Inler. Per tutta l’estate Mazzarri non ha mai speso una parola in difesa dell’uruguaiano. Anzi. È arrivato a litigare platealmente con lui nell’ultima amichevole prima di Pechino. In passato, lo aveva già pubblicamente redarguito dopo una sostituzione a Bari.
Ora il popolo azzurro è a lutto. Un lutto un po’ rabbioso, un po’ depresso. Anche perché il futuro è ignoto. Anzi, soprattutto perché il futuro è ignoto. Diciamo la verità, non è partito Stielike e nemmeno Breitner. Ma Gargano era un buon giocatore, uno di quelli che ci avrebbe fatto comodo. Di lui ricordo soprattutto il gol del momentaneo pareggio alla Juventus in quel 3-1 con i due rigori contestati. Un buon dodicesimo uomo, a mio avviso. Ma lui in panchina, a Napoli, non ci voleva stare. Non sapremo mai che cosa è successo in quello spogliatoio in questi anni. Di sicuro sappiamo che i due presunti leader non ci sono più: uno è a Parigi, l’altro in viaggio per Milano.
Al momento non c’è una logica a reggere quest’operazione. Sky informa che è stato lo stesso uruguaiano a chiedere di essere ceduto. A noi non resta che aspettare e sperare che tra dieci giorni tutto possa apparirci più chiaro.
Massimiliano Gallo

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