La firma al contratto, che prevede il prolungamento dell’accordo tra Edinson Cavani e il Napoli fino al 2017, è prevista per oggi a Roma negli uffici della Filmauro alla presenza del presidente Aurelio De Laurentiis. La formula dell’intesa è, però, oramai certa: all’uruguaiano vanno 4,5milioni di euro netti a stagione e un bonus ulteriore di 500mila euro legato a reti e presenze. Ieri, a Castel Volturno, sono anche riapparsi i procuratori dell’attaccante — Pierpaolo Triulzi e Claudio Anellucci — per definire le ultime postille a un contratto che blinda il giocatore dal punto di vista economico concedengoli, comunque, una «escape clause» da 55 milioni. Il Matador diventa, così, il calciatore che, con l’incremento al suo stipendio, fa sfondare il tetto dei venti milioni netti di monte ingaggi annuali al Napoli. Il nuovo «salary cap» non si distanziamolto da quello dello scorso anno, ma si deve comunque considerare che la cifra totale è di fatto lievitata perchè all’appello mancano due contratti «forti» come quelli di Lavezzi (passato al Psg) e Gargano (trasferitosi all’Inter). Inoltre, in una congiuntura negativa nella quale le squadre di serie A stanno tagliando o spalmando su più anni gli stipendi dei calciatori — basti pensare che il Milan ha risparmiato, come rivelò lo stesso Berlusconi, «circa 150 milioni di euro sui contratti di Ibrahimovic e Thiago Silva»—mantenere un bilancio così importante è comunque un segnale di consistenza finanziaria della società. Proprio i rossoneri, secondo i primi calcoli sul monte ingaggi, avrebbero ridotto di quasi il 23% il tetto degli emolumenti. Stesso lavoro ha predisposto l’Inter, per un risparmio calcolato di quasi 28,6milioni di euro, e dalla maggioranza delle compagini italiane ad eccezione della Roma che ha aumentato il numero dei giocatori in rosa e ha incrementato anche l’ingaggio di De Rossi. Questa operazione di sistema avvicina gran parte dei club di serie A alla prospettiva del fair play finanziario ma, economicamente, allontana l’italcalcio dalle big degli altri campionati europei. Basta guardare la classifica stilata da «Sportintelligence » qualche mese fa per verificare quanta distanza ci sia, oramai, con il Barcellona (217 milioni lordi di stipendi), Real Madrid (194 milioni lordi di ingaggi) o Manchester United (185 milioni). Ma anche con Bayern Monaco (170 milioni) o Chelsea (169 milioni). L’Inter svetta, adesso, in questa speciale classifica italiane degli stipendi: unica ad essere in maniera consolidata sopra i cinquanta milioni netti di ingaggi e quindi oltre i cento milioni lordi. La Juventus avanza e il Milan è terzo, con la Roma e la Lazio a seguire. Il Napoli mantiene la sesta piazza, ma ha anche il merito di essere la terza squadra di serie A per incremento del valore dei propri giocatori. E anche qui il dato va letto con soddisfazione crescente per la società, perchè la valutazione non tiene conto di Lavezzi, soprattutto, ma anche di Gargano. La strada imboccata è, quindi, quella giusta. Percorsa oramai da anni da questo Napoli capace di mantersi sempre nelle zone alte della classifica nonostante bilanci oculati. Una tendenza che ora stanno emulando le cosiddette big del calcio nazionale. (Felice Naddeo (Corriere del Mezzogiorno)
Tetto ingaggi, il Napoli supera i venti milioni
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