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Ponte Morandi. Il procuratore Cozzi: “Fondamentale non sopprimere le prove”

Pronto domani il progetto di demolizione. Ma senza il parere dei superconsulenti (in ritardo) non si procede

Ponte Morandi. Il procuratore Cozzi: “Fondamentale non sopprimere le prove”

Per buttare a terra i monconi del Ponte Morandi ancora in piedi occorrono due cose: che i sette saggi incaricati dal commissario Bucci ufficializzino la scelta del progetto di demolizione che ritengono più opportuno e che arrivi la perizia dei superconsulenti del Tribunale, chiamati a definire il miglior modo di preservare le prove durante la demolizione. Insomma: è vero che il Morandi deve essere abbattuto, ma le prove devono essere salvaguardate.

Venerdì il progetto di demolizione

Il commissario Marco Bucci ne è sicuro: entro venerdì 7 dicembre il progetto di demolizione scelto dal suo pool di saggi sarà inviato al Tribunale.

Il progetto verrà poi esaminato dai tre periti nominati dal gip Angela Nutini (Giampaolo Rosati, Massimo Losa e Bernhard Elsener), dai consulenti della Procura, dai legali degli indagati e da quelli delle parti offese, come spiega lo stesso procuratore Cozzi a Repubblica Genova.

Che tempi ci sono perché il cerchio si chiuda? Servirà “il tempo necessario – risponde Cozzi al Corriere della Sera – non sarà dalla sera alla mattina, ma non parliamo neppure di molti giorni”.

“Garantire giustizia alle vittime”

Fondamentale, spiega il procuratore al quotidiano, è “garantire giustizia alle vittime del disastro”, dunque “fare in modo che non vengano soppressi elementi di prova utili al pm”.

È importante, soprattutto, non prestare il fianco a contestazioni future: “Non ci vogliamo mettere nelle condizioni per cui, un domani, qualcuno possa dire ‘si è dispersa la prova’ – spiega Cozzi – In ogni caso, per andare incontro alla richiesta di celerità potremmo disporre un dissequestro graduale”.

Il ritardo di periti e consulenti

I periti del gip (Giampaolo Rosati, Massimo Losa e Bernhard  Elsener) devono rispondere ad un quesito fondamentale (il numero 3): “Dicano i periti quali saranno le modalità di demolizione che non configgano con le esigenze di conservazione delle prove”, ha chiesto loro Angela Nutini.

Ma i periti sono in ritardo nella consegna della loro relazione: avrebbero dovuto consegnarla domani, ma hanno chiesto una proroga perché hanno vincolato il loro parere sulla demolizione ai risultati delle analisi in corso sui reperti a Zurigo, pure in ritardo.

Stesso discorso anche per i due consulenti della Procura.

Le perizie dovrebbero essere consegnate intorno alla metà del mese di dicembre, dice Cozzi al Corriere, dichiarando di non volere aggiungere altre considerazioni sull’indagine in corso.

Certosa: una serata di bisticci

Sono 266 le case che la struttura commissariale di Bucci dovrà acquisire per ricostruire il nuovo ponte. Ora, però, il problema è la corsa contro il tempo. La legge di conversione del decreto Genova, spiega Il Secolo XIX, è molto chiara: se entro il 20 dicembre non ci sarà la stipula dell’atto di vendita, si procederà all’esproprio con una decurtazione del 10% dell’indennizzo.

È stato questo il tema di discussione durante l’assemblea di ieri pomeriggio al Teatro della Gioventù, alla presenza dei proprietari e degli inquilini di quelle case. Per agevolarli in questa corsa contro il tempo, una task force di 56 notai pronta a imbastire le pratiche già da oggi.

Ma i tempi sono strettissimi e le esigenze diverse da famiglia a famiglia, tra ipoteche, minori proprietari, amministratori di sostegno, comproprietari impossibilitati a presenziare.

Arrabbiatissimi i proprietari non residenti, che non sono stati compresi nell’indennità del Pris e in quella per l’immediato sgombero: entrambe cifre che la legge ha previsto di dare agli inquilini in affitto.

La tensione è alta, insomma. Quella di ieri è stata “una serata di ordinari bisticci”, per Repubblica Genova.

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