Atalanta-Napoli, la partita non guardata: un film al cinema, la banalità dell’odio e un gol bellissimo di Milik, per una vittoria difficile.
Brian Ruiz
Leggo l’aggiornamento online della Gazzetta, la partita è appena iniziata, c’è scritto nella cronaca che il Napoli è passato in vantaggio con un gol di Brian Ruiz, mi viene da ridere, ma chiamatelo Brian Adams a questo punto, o Brian e Garrison. Lo hanno poi chiamato così anche nelle azioni successive, questo l’ho scoperto più tardi, perché tra il gol di Fabián e il fischio finale sono andato al cinema. Non vi arrabbiate, non vogliatemi male, ma giocare di lunedì è una scelta dovuta ai diritti televisivi. Pure andare al cinema di lunedì è una scelta, ed è la mia. Non posso cambiare le mie abitudini per colpa della Lega, di Sky o di Dazn. Posso solo sperare che nel frattempo il Napoli vinca, come poi è accaduto.
Il Napoli e il calcio sono abituati a stare con me insieme ad altre passioni, ce la siamo cavata fin qua, ce la caveremo ancora. Mi volete bene lo stesso? Continuerete a leggermi anche se mentre voi eravate concentrati su Bergamo io mi guardavo uno dei più bei film usciti quest’anno? Lo spero.
Loro non sono napoletani
Loro non sono napoletani. Noi non siamo bergamaschi. I Romani non sono di Gorizia. I Genovesi non sono bolognesi. E così via. Se la mettiamo così è tutto a posto o no? Il razzismo oltre ad essere terribile, schifoso e insopportabile è anche banale, è ovvio. Chi è razzista non ha fantasia, tra le altre cose. Se riduciamo poi il razzismo nell’ambito calcistico affermiamo che il tifoso non ha fantasia. Non ne ha più, per meglio dire.
Sì, perché ci sono stati gli anni dei cori e degli sfottò e in mezzo c’erano anche gli insulti, che però passavano in secondo piano, quasi non si notavano in mezzo alla bellezza di fare il tifo. Essere tifoso, in Italia, ha smesso di essere il nome di chi supporta ed è diventata la definizione di chi offende.
Per questo, nel 2018, siamo ancora qui a sentire esortazioni al Vesuvio, cori che richiamano il colera e cose del genere. Tutto ciò mi mette una tristezza infinita, non mi piace dire che è lo specchio del nostro paese di questi tempi, ma lo dico lo stesso, perché lo penso e pensarlo non mi fa stare bene. Quando vedo qualcuno che ha più o meno la mia età, inquadrato dalle telecamere, mentre, più brutto che mai (i razzisti sono brutti), canta “Vesuvio lavali col fuoco”, penso che al suo posto avrei vergogna, ma io non sono lui, e infatti vado al cinema.
Vincere a Bergamo è difficile perciò ancora più bello, abbiamo vinto di misura lo scorso campionato e di misura vinciamo adesso. A Bergamo bisogna essere misurati e noi lo siamo e con i tre punti torniamo. Saluti e baci.
“Roma”
Il film che ho visto ieri sera è “Roma” di Alfonso Cuarón, vincitore della mostra del cinema di Venezia. Film che non ero ancora riuscito a vedere e che è nelle sale solo per tre giorni (ma poi su Netflix tutto il tempo che vorrete). È un piccolo capolavoro e vederlo di lunedì, finalmente con mia moglie, senza dover aspettare il fine settimana, è una gioia molto grande. Immaginate poi di guardare un capolavoro mentre la vostra squadra del cuore a duecento chilometri di distanza sta facendo il suo dovere, non è bellissimo?
Milik ha fatto forse il suo gol più bello da quando è a Napoli, o uno dei più belli. Di questo gol sono particolarmente felice, si fa presto a sminuire un ragazzo che comunque qualche gol quest’anno l’ha fatto. Cosa sarà di questa stagione? Come sempre non lo so, cerco di godermi (come ho sempre fatto) le partite man mano che vengono, che io le guardi o che non le guardi. Del resto le stagioni calcistiche non sono una cosa che viaggia con noi costantemente? Qualunque cosa facciamo ci sarà una partita che ci accompagnerà. Anche adesso che è inverno io vedo più azzurro che altro.