Bisogna ammetterlo, la vita dei giornalisti è una pacchia, soprattutto dei cosiddetti opinionisti. Che in fondo sono dei battitori liberi, sono – tanto per fare un esempio – dei calciatori cui non è richiesto di far gol né tantomeno di servire l’assist, magari ogni tanto un bel lancio. E così, nel breve volgere di poche settimane, il Napoli è stato trasformato: da Lavezzi-dipendente a squadra-gioiello. Mazzarri da testardo, piagnone e ripetitivo a stratega e tessitore.
Nel calcio, si sa, chi vince ha sempre ragione. Ma è meglio allacciare le cinture, altrimenti al primo botto rischiamo di farci male. Meglio non specchiarsi nelle paginate dei quotidiani che ormai sono una sinfonia, anche a livello nazionale. Il bello verrà quando Marek, invece di inventare calcio a ogni giocata, si guarderà la partita; quando Pandev, invece di liberarsi dell’avversario al primo tocco come Kakà, incespicherà sul pallone; quando Insigne, invece di metterla dentro al primo tiro, si intestardirà e perderà palla. E così via. Perché capiterà. E là capiremo quanto sarà grande la voglia di soffrire e quindi di vincere della squadra.
Per ora c’è l’Europa League. Leggo di un turn over massiccio e, come detto, lo condivido. Anzi, potendo, non farei giocare nemmeno Hamsik, nemmeno un tempo. Marek rende molto di più se tenuto lontano dai ritmi logoranti del calcio moderno. Anche perché in campionato ci attendono tre partite difficilissime in otto giorni: a Catania, poi in casa con Lazio e quindi a Genova contro la Sampdoria.
Adesso è il momento di capire il valore del Napoli da coppa. E anche di trovare qualche elemento in grado di dare una mano in campionato. Ma evitiamo di andare subito in debito d’ossigeno. Stavolta non ce lo possiamo permettere.
Massimiliano Gallo
Verranno tempi duri, arriviamoci coi titolari riposati
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