La speranza dei magistrati è che non facciano scena muta come i tecnici di Autostrade
Sono ancora tre gli interrogatori in programma secondo la tabella di marcia dei pm Massimo Terrile e Walter Cotugno: Vincenzo Cinelli, Carmine Testa e Roberto Ferrazza, tutti e tre funzionari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La speranza è che non si avvalgano della facoltà di non rispondere come hanno fatto gli indagati di Autostrade.
I prossimi interrogatori
I tre funzionari del Mit potranno chiarire agli inquirenti il ruolo del Ministero nel controllo sul Morandi. I pm li sentiranno all’inizio del nuovo anno, scrive Repubblica Genova, che ricostruisce la posizione di ciascuno di loro.
Vincenzo Cinelli è il numero uno della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Dgvca), l’organo creato all’interno del Mit nel febbraio 2014, dopo che era avvenuto il passaggio di consegne tra Anas e Ministero. Anche quest’organo, “come Anas prima di lui, secondo molti tecnici e politici non ha risorse né mezzi per esercitare un potere davvero stringente”, scrive il quotidiano genovese.
Eppure è proprio Cinelli che, appena due mesi prima della tragedia, approva il progetto di consolidamento degli stralli “per sopperire alla progressiva perdita di funzionalità relativa alle pile 9 e 10”.
“Quando Cinelli scrive, l’11 giugno 2018, Autostrade aveva già avviato l’iter della gara d’appalto per i lavori – continua Repubblica Genova – Sotto il vaglio della Procura, quindi, ci sono anche i tempi di risposta del ministero alle sollecitazioni di Aspi”.
Del resto la Finanza ha sequestrato il carteggio fatto di autorizzazioni e lettere scambiate tra Autostrade e uffici della Dgvca, iniziato il 31 ottobre 2017 con una missiva di Aspi.
Carmine Testa è dirigente dell’ufficio ispettivo territoriale di Genova della Dgvca.
Roberto Ferrazza è il capo del Provveditorato interregionale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria, emanazione territoriale del Mit. “Il primo febbraio 2018 Ferrazza e Testa si incontrano a Genova nella riunione del Provveditorato che dà l’ok al progetto di consolidamento”. Un’approvazione che la Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali di Cinelli recepisce soltanto a giugno, “dando il tanto sospirato via libera a un rafforzamento che non vedrà mai la luce”.
I tre indagati dovranno sostanzialmente rispondere ad una domanda: “in base alla convenzione del 2007 e alla risorse disponibili, per il ministero è davvero possibile controllare la sicurezza della rete autostradale?”. Non è un caso, scrive Repubblica Genova, che prima dei tre indagati del Mit la Procura abbia voluto sentire gli ex ministri Antonio Di Pietro e Graziano Delrio, i massimi vertici di tutta la catena di comando del Ministero.
I Benetton strappano altri aumenti
Autostrade avrà il suo aumento annuale delle tariffe nonostante il crollo del Ponte Morandi.
La notizia è riportata da Il Fatto Quotidiano. Un aumento più basso di quello ottenuto per il 2018 (1,51%), “ma comunque quasi pari alle richieste avanzate al ministero dei Trasporti: 0,81% a fronte dello 0,86 domandato”.