Mi sono preso un bel po’ di insulti, soprattutto sul Napolista.it, per aver scritto che il tanto vituperato giornalista Amandola ha – vi concedo l’inconsapevolmente – fornito col suo servizio sui napoletani che puzzano un fulgido esempio di giornalismo verità.
E la conferma giunge plastica questa mattina, su La Stampa, in prima pagina, nel consueto Buongiorno di Massimo Gramellini. Che, piemontese in purezza, apparentemente condanna il serviziaccio del giornalista, ma mentre lo fa distilla arroganza, senso di superiorità (per non parlare di altro, ma di altro si tratta) per poi riannodarsi la cravatta e sospirare: “ma guarda un po’ dove ci conduce quel servizio razzista”.
Dove ci conduce? Ci conduce al punto. E il punto è che se Saviano stuzzica i Piemontesi – ricordando che quando andarono in visita alla Regia di Caserta rimasero stupefatti di fronte a un oggetto a loro sconosciuto: il bidet – il Gramellini sobbalza dalla sedia. E dapprima replica che noi non avevamo le fogne per pulirci il culo (lui scrive terga, ça va sans dire) e poi, collegandosi alle recenti polemiche storiografiche sul Risorgimento, aggiunge: «Ora, che agli eredi diretti di Francischiello dispiaccia di non potersi più pulire le terga nel bidet in esclusiva, posso capirlo. Ma che i pronipoti di quelli che venivano tenuti nella melma vivano l’arrivo dei piemontesi come una degradazione, mi pare esagerato”. Come a dire: ehi, carini, va bene tutto ma state calmi che in fondo sempre terroncelli siete.
Che è, al fondo, il mainstream dell’uomo del Nord. Che però ha fatto carriera e non la può proprio buttare in vacca come un Amandola qualsiasi.
Massimiliano Gallo (tratto da linkiesta.it)