Il Napoli punterà sulla mancata applicazione del protocollo Uefa: se la partita fosse stata interrotta, Koulibaly non avrebbe avuto quella reazione
Il dietrofront del governo
Il dietrofront del governo, attraverso le parole del sottosegretario Giorgetti, e il chiarimento del presidente della Figc Gravina autorizzano il Napoli a sperare che il ricorso per la riduzione della squalifica a Koulibaly possa avere qualche chance di essere accolto.
Scrive l’edizione napoletana di Repubblica che il club azzurro – rappresentato dall’avvocato Grassani – punterà sul documento con cui la Uefa ha bocciato la gestione di Inter-Napoli. C’è un protocollo sul razzismo che è stato disatteso, e ieri Gravina ha detto che la Figc è in linea con la Uefa.
Se fosse stato applicato il protocollo
Scrive Repubblica: “Mazzoleni ignorò a più riprese il rigido protocollo internazionale di Fifa e Uefa, quella sera. E il fatto che ora l’errore commesso dall’arbitro sia stato acclarato potrebbe avere per il Napoli una rilevanza doppia: morale e giuridica. C’è infatti in ballo anche il ricorso che il club azzurro ha deciso di presentare contro le squalifiche di Insigne e soprattutto di Koulibaly, che erano stati espulsi nel turbolento finale della partita contro l’Inter. Tecnicamente non ci sarebbero gli estremi per chiedere (diritto sportivo alla mano) uno sconto sulle due giornate di stop inflitte al difensore senegalese: la prima per l’ammonizione subita – il giocatore era diffidato – e la seconda per il suo ironico applauso rivolto al direttore di gara, pagato col cartellino russo”.
Il Napoli proverà a dimostrare che sulla reazione esasperata di Koulibaly, più volte insultato dai tifosi dell’Inter per il colore della sua pelle, pesarono le continue provocazioni subite dalla tribuna e il clima anti sportivo in cui si giocò la partita di San Siro: a causa della decisione errata e contraria al regolamento di Mazzoleni di non interromperla, nonostante i ripetuti cori razzisti. Se l’arbitro bergamasco avesse applicato alla lettera il protocollo internazionale, infatti, lo sviluppo della gara sarebbe stato diverso e il difensore senegalese avrebbe potuto mantenere il controllo dei nervi, sentendosi come prevedono i regolamenti molto più tutelato.
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