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La pausa craxiana di Ancelotti prima della stoccata ai suoi giocatori

«Sono pochi quelli che fin qui hanno dato il 100%». Con buona pace di chi lo dipinge come un allenatore pacioso. Si apre la seconda fase della gestione

La pausa craxiana di Ancelotti prima della stoccata ai suoi giocatori

«Sono pochi quelli che hanno dato il 100%»

C’erano una volta le pause craxiane. Tempi antidiluviani. Prima Repubblica. Calcisticamente, le partite valevano due punti. Bettino Craxi ascoltava la domanda e poi aspettava prima di rispondere. Creava il vuoto. Non pause dilatate come quelle di Adriano Celentano. Ma pause consistenti. Oggi, a Castel Volturno, Carlo Ancelotti ha aspettato l’ultima domanda della conferenza stampa per lanciare il segnale più duro che abbia mai rivolto ai suoi calciatori da quando è a Napoli. E nella risposta all’ultima domanda, ha atteso l’ultima frase. Ha parlato tanto di politica, come peraltro avremmo gradito che avessero parlato i nostri politici, che ha deciso di calarsi fino in fondo nella parte. Pur tornando a parlare di calcio.

Stava rispondendo a una domanda di Napoli Magazine (minuto 19:oo) sul rendimento dei suoi calciatori. Ha cominciato col dire che nomi non ne avrebbe fatti, ha aggiunto di essere convinto che tanti potranno far meglio nella seconda parte della stagione. A un certo punto, ha leggermente alzato il tono e ha pronunciato un “ma” più consistente cui è seguito un silenzio che è durato un tempo tra i quattro e i cinque secondi. Chissà che se quel tempo gli sia servito per pensare a cosa fare. Se dirlo o non dirlo. Alla fine lo ha detto. «Sono pochi i giocatori che secondo me hanno detto il 100% fino adesso». Bum.

È finita la fase dei complimenti

Una frase forte. Che ovviamente si presta a più interpretazioni. Di certo è un’affermazione che conferma la profonda stima che Ancelotti ha per questa rosa. Ormai il concetto di rosa corta è un lontano ricordo. Oggi in conferenza ha detto che stanno pensando di dare Rog in prestito perché sono in troppi. La rosa corta non è più da mesi all’ordine del giorno.

Ancelotti ripone grandi aspettative in questa squadra. Ed è convinto che in tanti possano fare meglio. È convinto che sono stati in pochi a dare fin qui il 100%. La pausa scenica aveva un senso. È stata il preludio a una stoccata che valeva la pena di essere introdotta in maniera adeguata.

Il Napoli è secondo in classifica, ha chiuso il girone d’andata a 44 punti, nove lunghezze dietro la Juventus. In proiezione, significherebbe chiudere il campionato a 88 che sarebbe il secondo miglior risultato di sempre della storia del Napoli (come punti in classifica, ovviamente). È arrivato terzo in un girone durissimo di Champions, è stato in gioco fino alla fine contro due formazioni che potrebbero vincere il trofeo: Psg e Liverpool. Eppure Ancelotti non è contento. O comunque è consapevole che la squadra possa dare di più.

È come se fosse finita la fase dei complimenti. Gli elogi al gruppo restano, ma sono accompagnati da sollecitazioni a fare di più. Perché è nelle loro possibilità. Ha anche detto che Insigne inizialmente segnava di più e poi nella seconda parte ha perso un po’ della sua capacità realizzativa. Può fare di più. Così come ha affermato che anche l’apporto di Milik potrà crescere. L’utilizzo del polacco è stato dosato visti i due infortuni degli ultimi due anni. Anche lui potrà migliorare.

Non possiamo parlare di Ancelotti deluso. Sarebbe troppo. Certamente oggi Ancelotti ha dimostrato, diciamo pure confermato, di non essere l’allenatore pacioso che qualche osservatore superficiale potrebbe immaginare. Ancelotti ha detto ai suoi che si può fare meglio. Che sono stati pochi coloro i quali hanno dato tutto quello che avevano. Non è un complimento. È una frecciata che apre una seconda fase della gestione di Ancelotti. E l’allenatore di Reggiolo ha voluto conferire a questo momento anche una solennità. La pausa scenica. La pausa craxiana.

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