Ancelotti trasforma il Napoli senza spargimento di sangue: splendidi Fabian Ruiz e Milik. Splendido il Napoli delle seconde leve
MERET. Dà veramente sicurezza questo ragazzo, cara Ilaria. Non solo per le parate, meglio, le respinte sul Serbo MS e su Ciro il Torrese. Il cammino è stato lungo ma adesso c’è. Certo con Re Carlo la rosa è mobile e noi siamo tutti mobilieri convinti, nel nome di Totò e della sostanza – 6,5
È sempre pronto, tranne in un’occasione in cui, però, con Albiol davanti non avrebbe avuto alcun motivo di preoccupazione. Splendida la parata al 58’, quando di piede ne respinge una fortissima di Immobile. Al 95’ abbraccia il pallone per la quarta parata che è chiamato a fare: la partita, bellissima, finisce dopo due secondi – 7,5
MALCUIT. Un altro simbolo dell’evoluzione ancelottiana del Napule. Riccioli davvero d’oro: quando spinge, quando esce con i compagni, quando serve a testa alta, quando chiude dietro, quando la mette in mezzo. Un paio di cappellate le fa, ma il voto è più che positivo – 7
Callejon tocca palla e lui già parte in sovrapposizione. Ha un senso del movimento e della posizione invidiabili – 7
MAKSIMOVIC. Gioca sul versante del Colosso Nero, compito più che arduo. Eppure non va mai in tilt e di testa le prende quasi tutte. Sangue freddissimo, non freddo: il nostro Corazziere è il migliore Serbo in campo – 6,5
Un’immagine di solidità, sia sulle palle alte che nelle ripartenze – 7
ALBIOL. Il Torrese gli fa un signor gol ed è l’unica macchia dell’Ispanico, stasera. Mancano quattro senatori e tocca a lui e Callejon mantenere intatto l’onore della vecchia guardia. Operazione riuscita – 6,5
Fabrizio, ti dico la mia: è stato il meno esaltante della linea di difesa. Senza KK al fianco è sempre un passo indietro. Non si sarebbe fatto penetrare sotto le gambe da Immobile, se avesse avuto il compagno a parargli le spalle – 6
MARIO RUI. Mariotto il Lusitano è un indiano che fa la danza della pioggia. Una pioggia di cross, per intenderci. Come quello che pennella per Milik all’11’ – 6,5
Il compito di chi sta su quel lato lì è esattamente questo. Qualche errore tecnico, ma nel complesso sufficienza piena – 6
CALLEJON. Fa il capitano e finalmente rompe quel fottuto digiuno di questa stagione. Habemus gol. E che gol: non era tanto lo spazio fra Strakosha e il palo alla sua destra. In più fa prima ammonire e poi cacciare Acerbi – 7
Il suo bellissimo gol ripaga noi e lui di tutte le partite opache che ci aveva regalato quest’anno. Un gol pulito ed elegante, come lui. È suo il quarto palo preso dal Napoli: anche lui, come Fabian, becca l’incrocio dei pali, però dal lato opposto del compagno – 7
HYSAJ dall’87’. Poco più di sei minuti e un paio di colpi di testa a spazzare via – 6
Non ha fatto nessuna cazzata. Nemmeno una. In sei minuti determinanti per non finire in pareggio poteva distruggerci veramente tutto – 6
DIAWARA. L’impatto è buono, lo svolgimento ancora meglio. Diawara conserva e Fabian Ruiz davanti a lui inventa. Una perfetta distribuzione di ruoli. A lui toccano l’interdizione e la protezione della difesa – 6,5
Anche lui come gli altri sa che se non gioca come si deve Carletto non gli fa vedere il campo per un po’. E infatti non demerita – 6,5
VERDI dal 71’. Nessuno resta indietro con Re Carlo. Verdi sta recuperando il tempo perso: un paio di spunti e si fa vedere anche dietro con profitto – 6
Diamo tempo al tempo, Fabrizio, che con Carlo si può. Velocità e qualità. Una sola palla persa che poteva essere pericolosa – 6
FABIAN RUIZ. Là dove osa Fabian Ruiz: stasera è lui la vera aquila in campo. Un’apertura alare notevole, che copre tutto il centro del campo. Il suo coraggio e la sua classe sono la differenza con gli altri che a volte fanno fatica o si limitano al compitino (vedi Hamsik, talvolta Zielinski). Il Napule di Re Carlo con Fabian Ruiz cambia completamente geometrie. È un altro “disegno”: più dinamico e imprevedibile. Al 57’ spacca tutto, compreso il palo – 8
Il destino premia gli audaci. Lo sa bene Fabian, che osa e ha ragione, anche quando fa dribbling nello stretto. Gran bel tiro al 23’. È suo il terzo palo scheggiato. Vede spazi dove nessuno crede che ne siano disponibili. Nessuno più di lui, ieri, meritava un gol. Non molla mai. Mai più un Napoli senza Fabian – 9
ZIELINSKI. Meglio da interno, al posto di Diawara, che da esterno per 70 minuti. Unica giocata notevole: l’assist per Milik al 21’. Forza San Piotr, ascolta Ancelotti – 6
Non ascoltare Ancelotti è un’incredibile occasione persa. Spero che Piotr se ne renda conto – 6
MERTENS. Là davanti domina Sant’Arcadio stasera. L’altro Ciro, tutto nostro, stenta a trovare un suo spazio vitale però è lui a dare la palla dell’uno a zero a Callejon. Di suo ha una sola occasione chiara, al 74’ – 6
Una palla perfetta: solo questo – 6
OUNAS dall’82. Entra e pecca di egoismo con un slalom che va a sbattere contro la difesa laziale. Epperò subito dopo potrebbe segnare con una mezza rovesciata – 6
Ha fame. Tutti, con Carlo hanno fame. La fame che si prova quando non si vuole deludere qualcuno. Riuscirà anche lui – 6
MILIK. Due pali, uno al volo e l’altro di testa. Una cagliosa su punizione ed è due a zero. Infine altri due tiri. Una torre ma anche tanti rientri al centro del campo per palleggiare e ripartire. Sant’Arcadio fa undici e se la ride assai – 8
Una partita strabiliante. Arkadius dà tutto se stesso e dà a noi la gioia infinita di assistere a una partita bellissima. Il lavoro di Carlo, su Milik, è forse più evidente che su chiunque altro. Non giochi in quel modo dopo due infortuni come quelli che ha subito senza che qualcuno ti abbia detto: credo in te. E questo è il risultato – 9
ANCELOTTI. Max cita il Piccolo Principe e noi aggiungiamo, cara Ilaria, che l’essenziale è visibile agli occhi. Ancelotti è un sovrano della sostanza dell’essenza che va al cuore delle cose, che ha trovato la glandula pinealis di Cartesio. Piano piano, da tenente Colombo (altra definizione gallica) ha trasformato il Napule senza alcun spargimento di sangue. Anzi. Sono tutti felici e contenti. “Nessuno deve preoccuparsi, non ci sarà una squadra titolare”. Il contrario dell’ottusità integralista. A proposito del passato. Nel mio piccolo, Ilaria, voglio celebrare Duvan Zapata capocannoniere con quello che disse Strinic in un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” nel novembre del 2017: “Con Duvan ci siamo ritrovati ai margini del Napoli in estate. Per un mese, a Napoli, ho giocato soltanto a calcio-tennis con Duvan Zapata”. Tutto questo accadeva nella fulgida era dell’estetica titolarissima – 10
Tutti noi dovremmo avere un Carlo che ci dice: “Credi in te perché ci credo io”. La solidità della fiducia. Il lavoro. Il tempo che dà ragione. L’affetto, la famiglia, la gratitudine. La riconoscenza, la determinazione, la serenità. Carlo incarna tutti i migliori principi, i più importanti. Una formazione da leccarsi i baffi, senza titolari. Uno squadrone fatto di “seconde leve”. Santo Dio, Fabrizio, che allenatore! E che squadra! – 10
ARBITRO ROCCHI. D’accordo espelle Acerbi ma perdona Bastos su Zielinski e Lulic su Malcuit – 5
Sul finale si perde un po’, compreso quando non dà il tempo a Malcuit di rientrare. Tutto sommato, trattandosi di Rocchi, nulla di preoccupante – 5