Un’occasione sprecata soprattutto dai calciatori. Insigne non segna da quasi tre mesi. Lui, Mertens, Milik hanno tirato due volte nello specchio
Non li aveva mai schierati insieme dall’inizio
Al coraggio di Ancelotti non è seguito quello dei suoi calciatori. Lo abbiamo scritto chiaramente ieri sera. Ancelotti sta cercando, possibilmente senza strappi, di allargare i confini del Napoli. Una squadra che è stata abituata a giocare allo stesso modo e i cui interpreti incontrano troppe difficoltà quando si allontanano dal loro fazzoletto di terra.
Ieri sera, Ancelotti ha per la prima volta in stagione schierato i tre attaccanti della rosa. Non lo aveva mai fatto in 27 partite tra campionato, Champions e Coppa Italia. Lo ha fatto dopo aver dimostrato – anche ai suoi giocatori – che si poteva battere e dominare la Lazio senza Allan, Koulibaly, Insigne e Hamsik. A Milano Allan e Hamsik sono rimasti fuori. Sono rientrati Koulibaly e Insigne. Come al solito di livello è stata la prestazione del senegalese. Oseremmo dire che ormai come al solito è stata mediocre quella di Lorenzo che ormai non segna da quasi tre mesi. L’ultima rete è del 6 novembre: il rigore segnato a Buffon in Champions.
In tre hanno toccato solo cinque palloni in meno di Zieinski
La Gazzetta scrive che la squadra ha tradito Ancelotti. Dal punto di vista dell’interpretazione della gara, è andata proprio così. Fabian e Zielinski hanno giocato, il polacco meglio dello spagnolo. I tre attaccanti, con Insigne riportato alla posizione beniteziana, hanno toccato in tutto 112 volte il pallone, cinque in più rispetto al solo Zielinski (107). Insigne 48, Mertens 35, Milik 29. Ma il dato più allarmante è un altro. Da solo, Piotr ha concluso cinque volte verso la porta, tre nello specchio. È stato il tiratore più pericoloso del Napoli, potremmo anche dire l’unico. Milik, Mertens e Insigne hanno totalizzato, insieme, gli stessi cinque tiri, due nello specchio. Meno del polacco.
L’esperimento può serenamente definirsi non riuscito. E a pagarne le conseguenze sarà soprattutto chi si lamenta di non giocare abbastanza o addirittura, come fece Mertens in un’intervista in Inghilterra, vagheggia di vincere la classifica cannonieri. Il Napoli fa ancora fatica a comprendere che si può giocare in tantissimi modi, che le partite vanno interpretate, che non c’è soltanto un compitino da mandare a memoria.
Sarebbe eccessivo parlare di emergenza attacco per una squadra che ha ancora il terzo miglior attacco del campionato – dopo Atalanta e Juventus, a pari merito con la Sampdoria – però comincia a essere preoccupante il digiuno di quasi tre mesi di Insigne. Ieri il Napoli è mancato là davanti. Ha retto in difesa, ha proposto a centrocampo. È stato del tutto inconcludente in attacco. Poteva essere l’occasione per dimostrare di avere un’arma in più. Ancelotti sta offrendo tante possibilità ai suoi calciatori. Ieri sera c’è stata l’ennesima chiamata a Zielinski che ha risposto presente. Non altrettante si può dire per Insigne, Mertens e Milik. Non è un caso che il Napoli sul mercato è alla ricerca di calciatori duttili, in grado di giocare in più ruoli senza sentirsi nudi. La stagione del compitino è terminata, non tutti l’hanno capito.