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Gli Inter-Napoli che non si possono dimenticare

5 maggio 1968 E’ il giorno della fine ufficiale della Grande Inter. L’ultima partita a San Siro di Helenio Herrera da allenatore nerazzurro si chiude con una sconfitta contro il Napoli: 2-1, i gol sono di Barison e Canè, poi autogol di Montefusco. Il Napoli non vinceva a Milano da una decina d’anni. Chiude al secondo posto il torneo, 9 punti dietro il Milan. L’Inter saà quinta, Herrera andrà alla Roma.

21 marzo 1971 Il Napoli va a San Siro staccato di 2 punti dall’Inter seconda e di 3 dal Milan capolista. Un’occasione. Soprattutto perché Altafini porta in vantaggio la squadra e l’Inter resta in 10 per l’espulsione di Burgnich al 44′ per fallo a gioco fermo su Umile. Al rientro in campo Mazzola avvicina l’arbitro Gonella e gli dice che Burgnich non aveva sentito il fischio, pensava non fosse gioco fermo. Gonella gli crede e conduce un secondo tempo tutto sul filo della compensazione: assegna un rigore e concede il gol nonostante una rincorsa irregolare. Napoli furioso. Rissa sfiorata a fine partita. Così nel 1984 Giuseppe Pacileo darà testimonianza di quella partita: https://www.facebook.com/ilciuccio1926/timeline/story?ut=32&wstart=468144000&wend=470735999&hash=131851220304797&pagefilter=3&ustart=1

21 dicembre 1975 – Due settimane prima il Napoli si era trovato da solo in testa alla classifica vincendo all’Olimpico contro la Lazio. Poi un pareggio al San Paolo con l’Ascoli gli aveva riportato la Juve accanto. Classifica prima di Inter-Napoli: Juve e Napoli 14, Torino 13, Cesena 11. L’Inter staccata a 8. L’Inter è una squadra di giocatori già avanti con l’età, ma piazza zampate estemporanee che fanno male. Come quel giorno. Nella nebbia. Boninsegna la porta in vantaggio, pareggia Juliano a metà del secondo tempo e quando pare che ormai sia finita 1-1, al 90′ l’arbitro Menegali di Roma in un panorama ormai spettrale – non si vede più niente – intuisce il 2-1 di Facchetti e lo assegna. Ancora oggi quel 2-1 è molto dubbio. Se guardate le immagini (sono su YouTube) pare che la palla non entri in porta, ma vada fuori e batta contro i cartelloni dietro la palla, per poi tornare indietro e gonfiare l’esterno della rete. Nella nebbia fu 2-1. E’ la partita del ritorno in campo di Vavassori dopo un lungo infortunio.

5 ottobre 1980 – Krol è arrivato da un mese, deve ancora integrarsi bene in squadra. All’inizio sono delusioni. Compresa la trasferta a San Siro, dove il Napoli perde per 3-0. Ma con qualche rimpianto: per un palo preso da Guidetti, per un rigore netto negato (atterramento di Krol). Il 3 a 0 è un autogol di Krol. Che dirà: “E’ la quarta della mia carriera”. Poi l’olandese criticherà la melina dei giocatori dell’Inter. Oggi si chiama più nobilmente possesso palla. Prima del via, partita fra ragazzini. Cona la maglia dell’Inter e il numero 8 dietro la schiena, uno dei figli di Sandro Mazzola.

17 ottobre 1982 – Negli ultimi 4 minuti il Napoli recupera un doppio svantaggio grazie a un colpo di testa di Criscimanni e un tiro di Raimondo Marino poco dentro l’area (all’epoca si definivano tiri da lontano, come sentirete nel servizio di Gianni Vasino per 90° Minuto). In serata muore il grande Beppe Viola: un ictus mentre stava montando il servizio per la Domenica Sportiva.

10 novembre 1985 – Quindicimila napoletani a San Siro, l’era Maradona si sta accendendo. Partita che va ricordata per una memorabile marcatura di Bruscolotti su Rummenigge. E per il gol di Diego. Cross di sinistro di Giordano, da destra, Maradona la stoppa di petto e incrocia col sinistro. Zenga dirà: “Mentre gli uscivo incontro, mi ha guardato negli occhi e ha deciso dove piazzarla”. Brady su rigore farà 1-1.

22 marzo 1987 – Il Napoli sta viaggiando in testa alla classifica. Va verso lo scudetto. Ma San Siro è un campo trappola da saltare. Peraltro l’Inter sta rimontando alle spalle degli azzurri. Prima della partita si gioca un incontro fra ragazzini: nella squadra con la maglia dell’Inter segna 5 o 6 gol un tredicenne che l’altoparlante indica come Arturo Di Napoli. La partita vera e propria si risolve con un gol di Bergomi nel finale. Zenga fa il fenomeno su 2-3 palloni di Giordano. Ma il Napoli si rialzerà, e pur perdendo di nuovo a Verona andrà a vincere lo scudetto meno di due mesi dopo.

29 novembre 1987 – Il Napoli va a San Siro da campione d’Italia. Costantemente vengono accostati al Napoli i nomi di grandi campioni in vista delle future sessioni di mercato. Si va a Milano quella settimana parlando di Zenga in porta al posto di Garella. Se ne parla così tanto che Bruscolotti e Maradona devono intervenire a difesa di Garella: ma la trattative c’era, eccome. Finisce 1-1. Per noi fa gol Careca. Dopo partita di fuoco. Ferlaino furioso perché l’arbitro Longhi convoca nel suo stanzino Altobelli e Trapattoni nell’intervallo.

28 maggio 1989 – L’Inter che con Trapattoni vince il campionato stracciando molti dei record storici della serie A, festeggia lo scudetto con 4 giornate d’anticipo proprio battendo a San Siro il Napoli, che chiuderà al secondo posto in classifica: considerato il passo dei nerazzurri, Bianchi scelse di puntare sulla Coppa Uefa. Ma che meraviglia il gol del vantaggio iniziale di Careca.

2 ottobre 2011 – Sul campo dove il Napoli non vinceva da 17 anni e dove perdeva da 8 campionati di fila, arriva una meravigliosa dimostrazione di forza degli azzurri. Finisce 0-3. Il Napoli vola in testa alla classifica. Apre Campagnaro al 43′ dopo un rigore respinto da Julio Cesar a Hamsik, il 2-0 è di Maggio al 57′ (errore di Nagatomo), poi Hamsik chiude al 75′. Espulso Obi a fine primo tempo, subito dopo cacciato anche Ranieri. Gli interisti furiosi con l’arbitro Rocchi.
Il Ciuccio

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