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Dov’è finito Christian Maggio?

Dicembre era il mese della verità, e la verità dice che Maggio rimane in crisi. Comincio a preoccuparmi sul serio, con un meccanismo in stile “corsi e ricorsi storici” pensavo che in queste settimane avremmo assistito al riscatto di Superbike. Invece niente.

Che il nostro laterale destro stia vivendo una stagione infelice è sotto gli occhi di tutti. Lo dimostrano le prestazioni incolori, i voti dei pagellisti, i goal che ieri avrebbe segnato e oggi divora. Il match di San Siro è l’ultimo capitolo, quasi una didascalia: ridicolizzato da Pereira nell’azione del raddoppio nerazzurro, ha sperperato, solitario davanti ad Handanovic, il possibile pari. A tenere Maggio a galla è Mazzarri, l’allenatore che l’ha creato dai tempi della Samp e che continua a dargli fiducia. Ma, arrivati a metà dicembre e a tre giornate dalla fine del girone d’andata, è lecito chiedersi quando l’11 azzurro intenda tornare ai suoi livelli di forma.

Nelle passate settimane mi sentivo più o meno tranquillo, forte del parallelo con la stagione 20102011. Maggio soffre l’impegno con la Nazionale (ho più volte pensato che prima ne esce, meglio è). Non ha il fisico di Cavani, che può saltare tre preparazioni estive di seguito senza accusare il colpo. Maggio ha bisogno dei suoi tempi, e ne avemmo dimostrazione due anni fa. Impegnato nella missione sudafricana di Marcello Lippi (Italia eliminata al girone, due presenze – neanche dall’inizio – per la freccia azzurra), iniziò maluccio in campionato. Un autunno lento, impreciso e sulle gambe, proprio come quello cui stiamo assistendo, che però finì ai primi di dicembre. Contro il Bologna, in un match serale dei primi del mese, il laterale veneto segnò (esultò polemicamente) e si sbloccò. Maggio si rigenerò, e tutti ricordiamo quanto fu importante nel prosieguo di campionato.

Mi aspettavo che la tempistica si ripetesse, e invece no. E’ vero che l’Europeo è durato più a lungo e ha visto Maggio partire qualche volta anche titolare, ma cinque mesi sono abbastanza per mettersi la fatica alle spalle. Allora mi prende lo sconforto: che succede a Cristian? E’ l’età che avanza, l’insicurezza, il figlio, la crisi della piccola imprenditoria veneta? Cosa lo tormenta, cosa gli tarpa le ali? Anche perché, tolte freschezza e corsa, di Maggio non rimane molto. E visto che il mercato si avvicina, sarebbe bene capire cosa fare con lui.
Roberto Procaccini

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