Autostrade ne fa il suo cavallo di battaglia: il camionista ceco sopravvissuto al crollo smentisce la concessionaria
C’è voluta una missione segreta a Praga per sbrogliare il caso bobina. Lo racconta Repubblica genova.
Autostrade fa della bobina il suo cavallo di battaglia: secondo la concessionaria la caduta del coil dal tir della Mcm Autotrasporti avrebbe centrato la pila 9 come un missile, rompendola e provocando il crollo.
Già il 31 gennaio scorso su queste pagine ricostruivamo l’affaire bobina riportando anche la voce della Mcm che spiegava come la bobina si fosse in realtà staccata in conseguenza del crollo del camion insieme al ponte e non prima.
L’interrogatorio del camionista
La conferma arriva dall’interrogatorio del camionista ceco Martin Kucera, che alle 11,36 del 14 agosto si trovava sul viadotto e seguiva di una ventina di metri il tir della Mcm. Cadde nel vuoto per 45 metri insieme al suo camion. Secondo quanto trapela da Palazzo di Giustizia – scrive Repubblica Genova – Kucera avrebbe negato di aver visto cadere la bobina.
Kucera è stato sentito a Praga venerdì scorso dal pm Walter Cotugno, partito da Genova con il tenente colonnello Giampaolo Lo Turco (Primo Gruppo della Gdf) e con una interprete.
“La trasferta segreta (e onerosa) è confermata dal procuratore capo Francesco Cozzi – scrive il quotidiano genovese – che parla di uno ‘sforzo investigativo doveroso ai 43 morti’. Necessario”.
Il camionista, spiega sempre Repubblica Genova, era stato convocato a Genova, “ma per diverse ragioni ha dato forfait”.
Chi indaga dice che “c’erano già degli elementi robusti e sostanziosi per mettere a tacere la versione di Autostrade sulla bobina di acciaio”, scrive il quotidiano, ma “la testimonianza di Kucera ha fatto il resto”.
Insomma, non bastavano le testimonianze e le foto che mostravano la bobina accanto al camion caduto nel vuoto e neppure la parola della Mcm che avevamo sentito anche noi. C’è voluta una trasferta a Praga. Perdipiù onerosa.