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Django Unchained sembra la sfida tra Pozzo e De Laurentiis

Avete visto Django Unchained? Beh, lo so che non c’entrerà niente, ma mentre ero in sala ho avuto una visione. Mi è parso di vedere, in controluce negli sviluppi del film, un retroscena sul nostro Napoli, uno di quei segreti da stanza dei bottoni che di solito non arrivano al pubblico.
Riassumo per chi non avesse visto il film. Siamo intorno al 1860. Leonardo Di Caprio interpreta Calvin Candie, un ricco latifondista del Mississippi con la passione per la lotta libera e una scuderia di “mandingo”, schiavi neri destinati a combattere fino alla morte. Cristoph Waltz, invece, è King Schultz, ex odontoiatra divenuto cacciatore di taglie, interessato a introdursi nel giro del pugilato tra neri. I due personaggi entrano in contatto perché Schultz vuole comprare da Candie un mandingo “top player” per avere da principio una scuderia di campioni.
Adesso vorrete sapere che c’entra col Napoli. Beh, indovinate a chi mi ha fatto pensare vedere un neofita di uno sport che entra in affari con uno che nel settore ci naviga da una vita? Aurelio De Laurentiis e Giampaolo Pozzo. Magari ora il patron azzurro sarà più navigato, ma almeno fino al 2008 i loro rapporti devono essere stati più o meno su questi binari.
Insomma, Schultz è uno che dice di avere i soldi, ammette di capirne poco di mandingo e si affida ciecamente al consigliori Django (leggi Pierpaolo Marino). Candie, invece, è uno che di pelo sullo stomaco ne ha molto e si mette in gioco perché fiuta la possibilità di vendere con una valutazione molto maggiorata uno dei suoi prezzi pregiati. Le trattative sono di una crudezza efferata (chiedere al povero D’Artagnan, che purtroppo per lui non vale 500 dollari), gli uomini ridotti a oggetti (e vabbè che lì eravamo in regime di schiavitù) e i toni aspri, sempre tesi malgrado l’amicizia convenevole. Mutatis mutandis, l’affaire Inler in versione ottocentesca.
Che poi, nel film, la trattativa è un bluff. Schultz non vuole comprare un lottatore nero, ma una schiava da affrancare. Candie sventa la truffa e finisce che Django si incazza: sarà mattanza. Il parallelo tra i personaggi tarantiniani e i presidenti di Napoli e Udinese finisce qui. Ma quando vedrete il film (se non avete in programma di farlo, fatelo), dovrete rendermi atto. L’idea che rappresenti una fettina di storia del Napoli è più di una suggestione.
Roberto Procaccini

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