ilNapolista

Qualcosa è cambiato, la parola scudetto non è più peccato

Qualcosa è cambiato. Poco più di un mese fa, dopo le 4 sconfitte di fila, lo scenario che si prospettava era ben diverso. Il mercato doveva essere la boa per salvare una stagione che lasciava intravedere il baratro e il passo falso in casa col Bologna ci aveva tolto 5 punti in classifica (3 per la sconfitta e 2 dal giudice sportivo) tracciando ormai un abisso tra noi e l’avversaria. Si prospettavano rivoluzioni, viste le conseguenti squalifiche di Cannavaro e Grava.  L’anti-Giuve era la stessa squadra bianconera.
C’erano problemi nello spogliatoio, tanto che si vociferò di una lite tra Cavani e Inler, oltre ai soliti screzi tra la dirigenza e un Mazzarri sempre più insofferente, il cui futuro incerto faceva innervosire un po’ tutto l’ambiente. Il mister aveva poi grosse responsabilità sulla scelta del turn over che non avrebbe portato i frutti attesi, non riusciva a leggere le partite e troppo spesso ha fatto giocare calciatori fuori ruolo e fuori condizione. Lo staff aveva sbagliato preparazione e Bigon era da cacciare. Il ciclo era praticamente alle battute finali, se non già concluso. La Giuve intanto non perdeva un colpo, col morale a mille e finire le partite 11 contro 10 era normale routine.

Cavani era in partenza per Londra e Hamsik per Manchester. Maggio da vendere e Pandev da pensionare.
Per strada aleggiava una nube scura depressiva e una coltre nera di dubbi e domande.

Qualcuno rimpiangeva il Pocho, qualcun altro Gargano e qualcun altro ancora avrebbe voluto Balzaretti, Criscito e Varriale al posto di Caressa nelle telecronache di Sky…

Oggi al bar, in piazza, dal barbiere, dal salumiere, nella sala attesa del dentista, nelle file alla posta, nei vagoni del treno, a casa, nel salotto, in tv, per radio non si parla d’altro. Lo Scudetto. Sì, sì, ho scritto con le mani sul tavolo e senza terrori scaramantici. Il Napoli, i napoletani oggi sognano e parlano di Scudetto senza remore. Si poteva accennare, mimare, disegnare, ma mai esplicitarlo a parole. Non si poteva, non si doveva. Porta male.
Qualcosa è cambiato.

Cavani e Hamsik, nelle varie interviste, parlano senza mezzi termini dell’obiettivo tricolore. Mazzarri si mostra tranquillo alle telecamere, non parla di arbitri e fa il pompiere senza troppa convinzione. Bigon è diventato un fuoriclasse del mercato, seppur i nuovi innesti abbiano giocato sinora appena cinque minuti (Armero). Del resto spostare in blocco Aronica, Dossena, Vargas, Uvini e Fernandez non è roba da poco, eh.

Il turn over è stata la mossa più azzeccata degli ultimi anni perché a gennaio la squadra non ha mai corso così tanto. I preparatori atletici sono dei maghi, i giardinieri da lodare perché su quel campo non si perde un colpo e seppur la copertura dello stadio faccia acqua da tutte le parti non ci rammarichiamo. La difesa è diventata una diga con i consolidati Campagnaro e Gamberini, il rientro di Cannavaro e Grava, e con la nuova coppia Britos & Bruto (Rolando) pronta a subentrare.

La squadra è diventata matura. Non diverte più, ma vince. Per vincere non ha più bisogno di giocare a 100 all’ora fino al 93′, le basta attendere il momento propizio. Siamo lì. Ribattiamo colpo su colpo. Le cazzate di De Sanctis sono bazzecole rispetto ai miracoli che compie, Zuzù ha ridotto al minimo le sue danze, mentre Maggio ha smesso di camminare. Dzemaili ha giocato due partite buone di fila, Inler è insostituibile quando sta bene e Valon fa giocare bene tutti gli altri. Pandev è l’unico che sa tenere la palla, Hamsik è diventato il leader e per Cavani non ci sono più aggettivi. Walter è tornato il mago che fa entrare Insigne al momento giusto e sposta l’ordine dei panchinari senza mai mutare l’equilibrio in campo. Il presidente magnifico intanto ci fa sapere che ha tra le mani Icardi, Astori, Nainggolan, mezzo Real Madrid e sogna un campionato a 16 squadre.
E c’è chi oggi segue la primavera in tv.

Ma che è, un idillio?
Ma cosa ha prodotto questo repentino cambiamento?

Perché oggi posso scrivere e gridare Scudetto con la S maiuscola, senza sentirmi dire “sssssh, ma sì pazz?!”?
I due punti restituiti? La fine dell’agonia dei compagni Gianluca e Paolo? Forse Mazzarri ha comunicato che resterà ancora e che non ha più problemi di salute?

Cosa ha regalato questa consapevolezza e questa nuova mentalità dentro e soprattutto fuori dal campo? Perché questo cambiamento, che se ne frega anche della tanto amata scaramanzia?

Credo che oltre a quella acquisita sul terreno di gioco, una buona dose di autostima provenga proprio dal riconoscimento e dal timore dell’avversario. Mi riferisco alle dichiarazioni di Marchisio che, se fatte oggi, avrebbero suscitato una reazione molto diversa da parte dei napoletani. Perché, parliamoci chiaro, l’antipatia ci piace, ci lusinga. Mi riferisco al nervoso e sguaiato mercato prodotto da Conte & co. dopo la partita col Genoa e soprattutto al pianto di Marotta sulla inadeguata e “campanilistica” designazione di Guida.
Insomma, ci temono e il Napoli lo ha capito.

Anche l’atteggiamento dei tifosi bianconeri, e mi riferisco ai cori e alle manifestazioni palesi di non amore verso di noi, oltre ad averci offerto l’ennesimo riconoscimento, abbia compattato l’ambiente e non solo la squadra. Cosa che da questa parti è assai rara. Me ne rendo conto ascoltando i commenti dei tifosi per radio o degli opinionisti in tv. Prima ci si dilaniava oltre misura cercando formule magiche all’interno della squadra. Oggi, ciò che fa Mazzarri non interessa, va bene tutto. Quel che ci piace guardare, oggi, sono i problemi di Conte: la Coppa Italia sfumata, il calo di Pirlo, gli infortuni, un attacco spuntato, la coppa d’Africa, la Champions, la panchina corta, arbitri distratti, nervosismo a chili, un vento che è cambiato…

Sì, qualcosa è cambiato. Si sente nell’aria e non è il Vesuvio. Si sente ovunque. Lo sentono tutti. Però calma. Il cammino è ancora lunghissimo e tortuoso. Tenere questa fermezza e questa unione, anche nei momenti difficili nei prossimi mesi, sarà il nostro banco di prova. La piena consapevolezza dell’intero ambiente oggi è una nostra grande ricchezza. Non cambiamola più. Conserviamola. Tutti. Per lottare fino alla fine.
Gianluigi Trapani
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Carmelo non mollare.

ilnapolista © riproduzione riservata