Se tutto questo fosse uscito prima forse la società avrebbe dato a Totti ciò che è di Totti
Il commento della Gazzetta dello Sport sulla lunga conferenza di Totti, in cui il campione giallorosso non ha risparmiato nessuno, onesto, diretto, ha messo in chiaro quanto la dirigenza lo abbia voluto escludere da tutto quello che riguardava la società.
Un addio imposto dunque, che porta con se’ non poche conseguenze e lascia qualche perplessità.
Questo addio rappresenta una grande occasione perduta
Il primo punto su cui si sofferma la Gazzetta dopo che ieri Totti ha dato davvero l’idea di un dirigente, col suo modo di parlare, di esporre i fatti e fare chiarezza.
Ha rimarcato le sue competenze – sottolineando come avesse bocciato uno dei flop di mercato (Pastore) -, e spiegato le cose che andrebbero fatte a Trigoria e dette ai tifosi.
Il dubbio è che se tutto questo fosse uscito prima forse la società avrebbe dato a Totti ciò che è di Totti, cioè la sua Roma proponendogli quel ruolo a cui auspicava.
Serviva trovare una sintesi tra romanismo e gestione aziendale. Di certo questo addio è un grande autogol per tutti.
Totti ha demolito il presente per aprire una finestra sul futuro, il suo non è un addio definitivo, ma un arrivederci a quando non cambierà la proprietà giallorossa.
Secondo alcuni Totti ha preso l’ultima scialuppa per scendere dalla nave. Secondo altri sa già chi sarebbe pronto a rilevare la Roma. Per altri ancora invece il suo è stato solo l’addio doloroso di un amante ferito. Anzi «pugnalato».