Perso Gonalons, soffiato Nainggolan, sfumato Antonelli. Ma qual è il Napoli degli acquisti svaniti all’ultimo istante? Eccolo qui.
Numero 1: Zenga. Il miglior portiere del mondo in quel 1987/88. Maradona ne caldeggia l’acquisto, Ferlaino si mette in moto. Walter dice sì, Bruscolotti fa sentire la sua voce influente e benedice il tutto, Garella si rizela. Il Napoli va a san Siro accompagnato da quelle voci. Striscione interista: “Zenga, resta in Italia”. Carini come al solito. L’accordo salta a un passo dal traguardo.
Numero 2: Pasinato. Mediano di spinta, si chiamavano all’epoca, siamo nel ’78. Ma Pasinato sa fare anche il terzino fluidificante. È un polmone fatto uomo. Energia pura. Corre e scava solchi. Una rivelazione con l’Ascoli. Il Napoli ne detiene la comproprietà, non c’è accordo, a fine campionato si va alle buste. A sorpresa i marchigiani offrono di più, si scoprirà che dietro c’è l’Inter. Dove vincerà lo scudetto. Mai in nazionale: assurdo.
Numero 3: Balzaretti. Storia recente. Il Napoli lo ha praticamente già preso dal Palermo, lui preferisce Roma. Così può volare più facilmente e più spesso a Parigi da sua moglie, l’etoile Eleonora Abbagnato, non avendo impegni di Coppa. È sulla fascia che non volerà più.
Numero 4: Berti. Nicola Berti. Nasce ala destra, a Firenze Eriksson lo ha appena trasformato in centrocampista centrale. Il Napoli pensa a lui nell’estate ’88 per rimpiazzare Bagni. Ma come Bagni quattro anni prima, Berti rifiuta il trasferimento. Solo che non ci ripensa. Preferisce l’Inter a Maradona.
Numero 5: Vierchowod. Il Corriere dello sport spara una foto in prima pagina, Ferlaino e Mantovani a bordo di uno yacht. Titolo: “Parlano di Vialli”. Ferlaino in realtà spiegherà che si parlò di Vialli, ma soprattutto di Vierchowod. Secondo Maradona: il più duro avversario da affrontare. Mantovani e Ferlaino trovano l’accordo, legati come sono. Vierchowod scoppia in lacrime e non vuole lasciare la Samp.
Numero 6: Progna. Un pallino di Juliano. Siamo nel 1984, fra un telex e l’altro al Barcellona per trattare Maradona, il Napoli si dedica al promettente libero del Campobasso. Svanisce tutto quando i due club erano a un passo dall’annuncio. L’anno dopo verrà Renica.
Numero 7: Conti. Lui. Bruno. È l’estate del 1985 quando Maradona si mette in testa di portare Conti a Napoli. Lo chiama al telefono, lo invita, gli promette vittorie e divertimento. Conti ascolta in silenzio, tentenna, va a Trigoria da Viola e gli dice tutto. Litigano. Conti è a un passo dalla rottura. Il giorno dopo la Roma parte per il Messico per una turnée, all’aeroporto Conti si sente chiamare. È la segretaria di Viola con un nuovo contratto. Ciao, Diego.
Numero 8: Verratti. Il presidente del Pescara e De Laurentiis hanno l’accordo per la cessione del giovane regista al Napoli. Resterebbe un anno in prestito, in serie A, agli abruzzesi. L’ultima parola è di Mazzarri, che boccia l’acquisto. De Laurentiis sbaglia a non definire tutto ugualmente, intanto Verratti si ritrae e preferisce l’offerta del Psg.
Numero 9: Rossi. Paolo Rossi. Il centravanti rivelazione del Mundial ’78, pur di non scendere in B con il suo Vicenza, viene messo all’asta. Il Napoli brucia tutti, il presidente Farina trova l’intesa con Ferlaino, la radio annuncia che è fatta. Ma Rossi rifiuta. Teme le pressioni di Napoli e una squadra non all’altezza. Andrà a Perugia. A Perugia. E finirà nel gorgo del Totonero.
Numero 10: Stoichkov. Diego è il passato. Il Napoli sta provando a ricostruirsi con Ranieri. Il ds Perinetti, perso Bergkamp, fa un blitz a Barcellona e strappa il sì al fuoriclasse bulgaro, in rotta con il suo club. Il pre contratto viene perfino depositato in Lega per rientrare nei termini dei nuovi tesseramenti extra Ue. Stoichkov lancia parole dolci. Poi la marcia indietro. Il Barcellona rilancia, Hristo sfrutta il pre contratto e ottiene un aumento dai suoi. Svanisce il colpo.
Numero 11: Inzaghi. Il Napolino già in crisi economica fa ricorso a prestiti e comproprietà di club amici per andare avanti. Il Parma di Tanzi offre il giovane Pippo Inzaghi a un Napoli che non ha veri attaccanti. C’è già l’annuncio, Inzaghi con le valigie in mano, quando Boskov frena tutto, preferendo dare un’occasione al promettente talento del vivaio locale, il povero Carmelo Imbriani.
Il Ciuccio