Mascherano, Agger, Skrtel, Gonalons, Capoue. ‘MVila. Questo abbiamo letto. Per giorni e giorni. Poi sono arrivati Henrique e Ghoulam. Un’altra cosa, e giustamente molti a chiedersi: perché? Funziona così. Una trattativa arriva al pubblico, emerge all’attenzione dell’opinione pubblica, quando qualcosa trapela, a volte per una volontà delle parti in causa, altre perché un procuratore estraneo all’affare viene a saperlo e informa il giornalista amico, in cambio di un po’ di visibilità per un suo assistito. In questo scambio di chiacchiere, in questo intreccio di voci, in questa catena perversa, si inserisce la nostra ansia di conosenza e di verità, e voi stessi potete constatare l’enorme distanza fra le nostre attese e l’orizzonte di ciò che ci viene raccontato. Senza dolo, si capisce. È un gioco, una trama dentro la quale imparare a districarsi, scegliendosi una propria fonte di riferimento, una voce che sia credibile.
Bisogna imparare l’arte della lettura fra le righe, imparare a misurare le mezze parole, a pesarle. Anche i più rigorosi analisti di cose di calcio, finiscono per rivolgersi al tifoso saltando il piano della realtà. Parlano all’immaginario, si rivolgono alla sfera del desiderio. La Gazzetta, in queste settimane, ci ha raccontato che il Chelsea aveva pensato a Ranocchia e che l’Inter a quel punto immaginava di poterlo scambiare con David Luiz, considerato che David Luiz gioca poco. Era una grandissima palla? Era una bugia? No. Almeno, non del tutto. Era un’informazione attinta presso qualche operatore, probabilmente un dirigente dell’Inter che in una chiacchiera al telefono butta lì un’idea, un vagheggiamento, un “certo, sarebbe magnifico se…”. Ma tutto nei giorni di mercato diventa degno d’attenzione, per il timore che quella voce avanzi, si concretizzi e tu all’inizio non l’hai seguita.
Non c’è stato niente per Mascherano, o per Capoue? Ci hanno preso in giro? No. Certo che il Napoli ne ha parlato, ma tra una chiacchiera, una richiesta d’informazione e una vera e propria trattativa, in mezzo ci passa il mondo. E in assenza di altre notizie, la mezza notizia viene rimasticata, ruminata, ripresa, diffusa, ripetuta fino allo sfinimento. È sulla scena anche quando non dovrebbe starci, e noi a quella scena crediamo, la immaginiamo imminente quando invece è congelata. La nostra sfera del desiderio vuole credere a essa, pur sapendo che si tratta della proiezione di un’ombra.
Ma dove erano e quanto costavano i calciatori alla Higuain? Quelli che, come scrive oggi la Gazzetta, potevano consentire al Napoli di accorciare la distanza da Juventus e Roma? Facile: non c’erano. Non è che mancassero per carenza di soldi da investire da parte nostra. Guardate un po’ cos’è successo in tutta Europa. Nella Liga spagnola, dove risiedono i colossi Real e Barcellona, il mercato di riparazione è come se non ci sia stato. L’affare più costoso è stato il trasferimento di Sergio Canales dal Valencia alla Real Sociedad per 3 milioni e mezzo. Tre e mezzo. In tutto il mondo le operazioni che hanno superato i 10 milioni di euro (dieci milioni, non chissà quanti) sono state undici in tutto. E se De Laurentiis diceva di averne 50 da spendere, non sapeva di cosa parlava. Pur dando per scontato che sia facile portare al Napoli/Italia/serie A/Napoli città un giocatore del genere (cosa che scontata non è), si deve ammettere che non c’era un giocatore da 50 milioni da prendere, non c’era un altro Higuain. Solo Mata (dal Chelsea al Manchester United) rientrava forse in quella categoria lì, altri non si sono mossi.
Tra un Higuain e tre Callejon, io in questo mercato di gennaio avrei preso tre Callejon. Certo, ora bisogna capire se Henrique e Ghoulam sono della categoria Callejon, giocatori per capirsi che non conosciamo e si rivelano più forti di quanto sospettiamo. Come Jorginho. Intanto, c’è da registrare che in questo mercato non sono arrivati giocatori tanto per prenderne, di quelli misteriosi, ingaggiati all’ultimo giorno, i giocatori da finanza creativa. Se è saltato un Antonelli, figurarsi se arrivava un Chavez. Benitez ha svolto il suo ruolo di allenatore-manager. Sono arrivati solo dei potenziali titolari, nei ruoli in cui sapevamo di avere bisogno. Andiamo in campo, e vediamo.
Il Ciuccio