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Spostano il derby di Genova e Caressa scopre gli ultrà. Ma non erano quelli che intonavano sfottò?

Leggete un po’ cosa ha detto Fabio Caressa a proposito dello spostamento del derby genovese dalle 12.30 di domenica alle 20.45 di lunedì.

«Si è detto che i derby non si possono giocare di sera, perchè è più pericoloso per l’ordine pubblico. Invece, stavolta, un derby viene spostato alla sera per venire incontro alle esigenze dei tifosi. Ma i tifosi non avevano protestato, erano gli ultrà che avevano protestato, quindi si difendono le ragioni degli ultrà.
La fiera non è nel quartiere di Marassi, non può influire. Il problema di ordine pubblico è stato sollevato quando le curve hanno detto, ricattando: noi allo stadio non ci andiamo, state attenti se fate il derby alle 12.30.
Allora visto che la decisione è stata presa dal Prefetto la domanda più importante è: vorreste un rappresentante dello Stato che si arrende?»

E insomma, il buon Caressa ora si erge a paladino della giustizia e mostra indignazione: ma come? il calcio in mano agli ultrà?

E allora noi gli chiediamo: dov’era il buon Caressa quando discutiamo delle frasi razziste che settimanalmente ascoltiamo negli stadi italiani? Ve lo diciamo noi dov’era: a dire che “colerosi e terremotati” sono sfottò da sempre esistiti nel mondo del calcio, che non si tratta di discriminazione e che si sta montando una canea per nulla.

Ecco, l’ultima frase ci sembra ancora azzeccata. “Una canea per nulla”. Per un cambio di palinsesto. Se proprio Caressa ha a cuore le sorti del calcio italiano – e francamente non lo crediamo – cerchi di rendersi più credibile. Non alzi la voce solo quando vengono lesi gli interessi della testata da lui guidata.

Siamo certi che a questa notizia a SkySport24 abbiano dedicato poco spazio. “La Corte di Giustizia Federale ha accolto il ricorso del Milan, annullando la sanzione dell’obbligo di disputare una gara a porte chiuse e l’ammenda di 50mila euro inflitte in seguito alla gara con la Juventus del 6 ottobre scorso. La Corte aveva sospeso l’esecuzione della sanzione nei confronti del club rossonero, chiedendo un ulteriore approfondimento di indagini. Il giudice sportivo aveva deciso la chiusura del Meazza per i cori di discriminazione territoriale intonati da alcuni sostenitori del Milan”.
Massimiliano Gallo

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