Le pagelle di Napoli-Genoa 1-1, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia REINA 6 – Non può nulla sulla perfetta punizione calciata da Calaiò. Non deve fare miracoli. Ma al 21’ è bravo a far defilare Konatè per il tiro (salva Fernandez) ed è attento sul suo palo a bloccare il colpo di testa ravvicinato di Konatè. Era tardi. Ero assopita. Era nell’aria insieme alla febbre a 40° di mio figlio. Era un fulmine a ciel sereno, un incubo, un delirio: Calaiò, che non ha mai tirato una punizione come si deve, ingarra il gol della vita, immerso nei tic, superando una barriera messa lì a caso. È stato allora che ho pensato: che cazz ‘e lunedì – 6 REVEILLERE 5 – Un turno di riposo a Maggio e si rivede il francese sul suo lato preferito. Un efficace salvataggio su Sculli (9’), poi una prestazione grigia, mai efficace sulle sovrapposizioni a destra, timido. Più presente nel finale, ma confusionario, dopo il pareggio genoano. Tra una tachipirina e una benda in fronte, una delle poche cose buone della partita è stata vederlo sul suo piede giusto (e al posto di Maggio) – 6 FERNANDEZ 6,5 – Non concede nulla a Gilardino. Al 21’ salva a porta vuota sul tiro di Konatè che aveva evitato Reina col senegalese costretto però a defilarsi per la pressione del portiere azzurro. Nella ripresa affronta proprio Konatè passato al centro (sostituito Gilardino). Se la cava. Ma è meno incisivo nelle avanzate palla al piede. Quando mi sono accorta che era uno dei migliori in campo mi sono misurata anche io la febbre. No, non ce l’avevo: era la Provvidenza – 7 ALBIOL 5 – Non in grande serata. Sbaglia più di un lancio. Fa fallo su Feftatzidis a centrocampo. Ammonito (53’). Era diffidato salterà la prossima (a Livorno). La stessa Provvidenza abbandonava Albiol, in serata pessima. Una febbre malarica mi percorreva tutta: il pensiero di Brivitos contro il Livorno – 4,5 GHOULAM 5,5 – Spinge poco e, nella ripresa, deve vedersela contro il greco Feftatzids, 24 anni, molto mobile e pericoloso. Con un suono gutturale, nel tentativo di pronunciare il nome di Ghoulam, mio figlio iniziava a vomitare. Io, purtroppo, non ci riuscivo, nonostante non staccassi gli occhi dalla tv – 5 BEHRAMI 6 – È uno dei pochi azzurri a restare a galla. Gli tocca però portare palloni avanti perché Jorginho gioca basso e non è in serata. Ferma Sculli, Bertolacci, Konatè. Prezioso in fase di contenimento, non preciso proponendosi in avanti. Ma è anche vero che la squadra, nella ripresa, non gira più ed è complicato passare la palla ai compagni. In mezzo al salotto pregavo Valon di portarsi via il Genoa e la febbre e l’extraterrestre di Finardi di portarsi via me. Invece restava tutto là, purtroppo pure io – 6 JORGINHO 5 – Serata negativa per il “gioiellino”. Gioca basso e ha difficoltà contro Matauzalem che lo marca a uomo quando si spinge avanti. Passaggi semplici, mai ispirati. Nel finale fallisce la palla filtrante per Insigne. L’ultima imprecisione ed esce. Quando pure Jorginho ti abbandona ti appelli a tutti i santi del Paradiso: contro di lui – 4,5 INLER 5 – Entra al 79’ per Jorginho, ma naufraga anche lui nella squadra che non tiene più il campo. La febbre di mio figlio saliva, quella di Inler non era a 90’, neppure a 20 minuti dalla fine – 5 CALLEJON 5,5 – Combattivo all’inizio perde colpi man mano che la partita va avanti e, nella ripresa, è fra gli azzurri più provati. Ammonito al 73’. Intercetta la palla con le mani. Evidentemente, in difficoltà. La palla con le mani è stato il colpo definitivo a un lunedì da dimenticare. Intanto, la partita si confermava da vomito – 5 HAMSIK 5,5 – L’assist (magnifico) per il gol di Higuain è suo. Ma poi si perde. Spegne tre volte il contropiede perdendo palla al limite del Genoa. Nervoso, si fa ammonire per proteste. Scompare nella ripresa. Non sa più tenere il pallone, ne consegna uno a Matuzalem che innesta il contropiede di Sculli (70’ Reina para). Esce a capo chino. Mio figlio, in preda al delirio da febbre, mi chiedeva chi fosse quello in campo, nella ripresa, con il numero 17. Non era l’incubo da temperatura alta: è che proprio non era lui (il voto è per l’assist di cuori) – 5,5 INSIGNE 5 – Entra per Hamsik al 72’ ma combina quasi nulla. Non salta l’avversario, ripiega confusamente, naufraga nel secondo tempo di resa atletica e di concentrazione di tutta la squadra. Le gocce di sudore imperlavano la fronte di mio figlio febbricitante. Insigne era asciutto come il sederino di un neonato dopo il cambio – 5 MERTENS 5,5 – È uno degli ultimi ad arrendersi nella serata-no del Napoli. Effervescente all’inizio. Va due volte al tiro. Ancora pronto alla conclusione alla mezz’ora. Ma è uno solo il tiro pericoloso (8’ Perin salva in corner). Poi tre battute a lato. Ripresa in confusione sino al fallo su Centurion (becca il “giallo”) che origina il calcio piazzato del pareggio del Genoa. Esce all’85’. Cosa può Dries contro un lunedì nero così? Nulla, solo dichiarare la resa, fare un fallo del caz e gettarci nella disperazione più nera – 6 PANDEV s.v. – Entra per Mertens, ma la squadra è allo sbando e può far poco. Ormai la febbre di mio figlio era così alta che gli occhi si sono appannati anche a me – s.v. HIGUAIN 6 – Strepitoso gol col “cucchiaio”, di sinistro, sull’uscita di Perin. Tredicesimo centro in campionato, 20 in totale con le coppe. Una conclusione di poco fuori (22’), poi cala anche lui che era stato tra i più vivaci e combattivi nella prima mezz’ora. La febbre di mio figlio infestava pure il Pipita mentre a casa mia non si respirava più – 6 BENITEZ 5 – La tradizione gli è contro perché Gasperini non ha mai perduto al San Paolo col Genoa ed esce anche stavolta imbattuto. Presenta una squadra incredibilmente a corto di fiato nel secondo tempo. I ritocchi alla formazione non fanno danni (Reveillere per Maggio, Behrami per Inler). Punta su Jorginho che non ha nelle gambe la partita di giovedì in Galles, ma proprio il “ragazzino” viene meno e il Napoli perde uno dei suoi punti di forza nell’innestare l’attacco costringendo Behrami a farlo (e non è il mestiere dello svizzero). Per il resto fa giocare tutti i titolari. Inspiegabile il calo nella ripresa. Forse tarda i cambi per rianimare la squadra ma neanche Insigne per Hamsik che si spegneva subito, Inler per Jorginho in ombra e Pandev per Mertens sgonfiatosi alla distanza davano il contributo sperato. Però si era negli ultimi venti minuti e nella resa totale della squadra, inspiegabile. Lo Swansea, che si annuncia minaccioso giovedì al San Paolo, è stato strepitoso nella partita di campionato contro il Liverpool pur perdendo (3-4). Come mai i gallesi, anch’essi afflitti da partite infrasettimanali, continuano a correre e il Napoli no? Sprecata l’occasione di allungare il vantaggio sulla Fiorentina che si mantiene a sei punti dal terzo posto. È il terzo pareggio nel girone di ritorno e salgono a 11 i punti dilapidati al San Paolo. Sono appena 9 i punti nel girone di ritorno in sei partite. Perde Albiol e Higuain, diffidati e ammoniti, per la prossima gara (trasferta a Livorno). Sono forti le preoccupazioni per giovedì contro lo Swansea. Dilapidare un capitale di proporzioni immense un’altra volta: qualcosa di simile a un delitto. Avevamo l’occasione di allungare sulla Fiorentina, di tenere il passo con la Roma, di affrontare un martedì sereno dopo un lunedì da schifo e invece no, non teniamo palla, non sappiamo gestire, ci limitiamo a passeggiare quando sappiamo che dovremmo solo lottare e fare il secondo. Certo, il colpo di genio di Calaiò, sì, ma il Napoli di ieri, tutto titolare, è stato proprio brutto. Che colpe ha Benitez? Forse solo non aver sfracellato la panchina in testa ai suoi titolari durante l’intervallo, per farli riprendere. Perché una cosa così proprio non si spiega. Sin prisa però sin pausa. Però anche stocaz, non si perdono punti così. Intanto, però, la febbre di mio figlio deve essere dilagata a gran parte della tifoseria azzurra. Perché sento roba tipo: “accontentiamoci del terzo posto” (che equivale a perderlo, per come la vedo io), “siamo una squadra di puzze”, “abbiamo buttato all’aria il campionato”, “il Napoli non ne ha più”, e roba del genere. La peggiore ma anche la più esilarante è “il campionato del Napoli è fallimentare”. Cioè, siamo terzi, a +6 dalla quarta, ci giochiamo la finale di Coppa Italia, siamo in corsa in Europa League e l’annata è fallimentare? Fate una cosa, prendete pure voi una tachipirina, mettetevi le pezze in fronte e guardate il sole alto nel cielo. Santa pace, la vita già è dura, credete almeno in qualcosa. La fortuna, sennò, si girerà dall’altra parte. E farà buon’ – 5 Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia
Le pagelle / “Tradiscono” anche Albiol e Jorginho. Bene Fernandez
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