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Le pagelle / Albiol e Britos disastrosi. Ci salva Fernandez. Immenso Mertens

Le pagelle di Napoli-Lazio 4-2, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia REINA 7 – Sventa il raddoppio laziale opponendosi col corpo e i piedi al tiro ravvicinato di Anderson. Frena in uscita l’incursione di Onazi che però riprende palla e segna. Non un match impegnativo. Più fuori che dentro lo specchio della porta i tiri della Lazio. Esce un paio di volte fuori area. Un bel lancio per Mertens innestando il contropiede. Parate non difficoltose su Postiga, Onazi e Ciani. La grande bellezza: quando i nostri si spingono nell’area avversaria, lui avanza fino a centrocampo; proprio non ce la fa a stare buono, vorrebbe attaccare anche lui. – 7 HENRIQUE 5,5 – Non brillante. Qualche difficoltà contro Anderson e Lulic. Avanza, ma non incide. Sugli slanci offensivi, spesso torna indietro non riuscendo a liberarsi dell’avversario. Diciamo che indietro hanno fatto abbastanza a gara a chi giocava peggio – 5 ALBIOL 4,5 – Non è lui. Incappa in una prestazione mediocre. Commette errori anche in appoggio come la palla regalata a Candreva con la conclusione fuori di Mauri. Si fa dribblare da Lulic sul vantaggio laziale. Esce a inizio di ripresa per far posto a Fernandez. A inizio campionato abbiamo ringraziato il Padreterno per averci regalato Albiol per fare un po’ a meno di Fernandez. A fine campionato ci ritroviamo a invocare la sostituzione di Raùl e l’ingresso in campo di Federico. Sorprendente – 4 FERNANDEZ 7 – Rileva Albiol e dà sicurezza alla difesa che ballava al centro fra lo stesso Albiol e Britos. Interventi difensivi precisi, in tutta calma. Testa alta avanzando per innestare l’attacco. L’espressione più compiuta del miracolo rafaelita (e l’azione del rigore è iniziata da lui) – 7,5 BRITOS 4 – Pressato da Mauri, va subito in difficoltà. Impreciso, incerto, inanella una serie di errori prima di riprendersi in qualche modo. Si riscatta in alcune chiusure provvidenziali su Anderson e Candreva. Superato da Onazi in occasione della seconda segnatura laziale. Un colpo di testa fuori su corner. Un brivitos lungo 90 minuti. L’anna accirer’ – 3 GHOULAM 5 – Candreva non lo impegna eccessivamente, se la cava anche contro Anderson quando il brasiliano si sposta a destra. Un paio di cross, ma avanzando combina poco. In difficoltà nel finale quando sul suo lato imperversa Cavanda. Il cross, questo sconosciuto – 5 JORGINHO 6 – Una prestazione senza acuti. Il centrocampo laziale, in superiorità numerica, lo taglia speso fuori. Ma lotta sempre e cerca di sveltire la manovra con tocchi di prima. Si sacrifica in copertura intervenendo energicamente su Candreva (ammonito). Esce  nel finale. Per l’assenza di Inler gioca più palle, e lo fa pure bene, ma si perde in particolari leziosi e irritanti. Come l’inspiegabile tacco nella nostra area, ad esempio. Ma è Jotto, e io sono di parte – 6,5 MESTO s.v. – Entra per Jorginho dall’83’ tornando in campo dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori cinque mesi. Mi sarei aspettata un applauso scrosciante all’ingresso in campo, invece nessuno se l’è filato neppure di striscio. Quando il destino è segnato da un cognome – sv BEHRAMI 7 – Preferito a Inler in coppia con Jorginho. Aveva giocato gli ultimi dieci minuti contro la Fiorentina, quattro partite fa. Titolare alla 25^ giornata (contro il Genoa), spesso fuori per infortunio. Rientra con la solita veemenza, gran lottatore, e il pressing sui portatori di palla avversari. Si contano sette suoi interventi decisivi, al limite dell’area e a centrocampo. Spingendosi in avanti, conclude di poco alto con un bel tiro e riesce a servir palla con precisione più di una volta. Non sono d’accordo sulla solita veemenza. Meno leone di un tempo, ma sempre determinante, questo sì – 7 INSIGNE 6 – Comincia a destra, poi si sposta sul suo lato mancino. La Lazio, per marcarlo, arretra Konko sulla linea dei terzini. Spesso raddoppiato. Ma si batte bene. Gli tocca la fascia di capitano (per la prima volta). Magnifico lancio per il 3-1 di Higuain. Un paio di conclusioni fuori e una gran parata di Berisha. Perde energia nel finale e diventa egoista nel cercare il gol. Una cosa che proprio non mi è piaciuta? Quando alla fine si è ostinato a cercare il personalissimo gol. Con quella fascia al braccio non lo devi fare, mai: devi giocare per la squadra. Onorala – 6 PANDEV 5 – Sostituisce Hamsik non in buone condizioni. Non la spunta mai sotto le grinfie di uno dei due centrali laziali. Aiuta poco il centrocampo. Sbaglia in attacco. In area, perde il tempo della battuta in una occasione da gol (assist di Higuain). Sbaglia ancora in attacco nei minuti di recupero.   Il tuo giudizio è praticamente un disastro! Ahhahah! – 5 MERTENS 8 – Non si può fare a meno del belga. Comincia ad accendersi dopo venti minuti e diventa incontenibile. Protagonista del successo azzurro con l’azione individuale e il tiro all’incrocio per l’uno a uno (ottavo centro in campionato). Poi si prende il rigore (sgambettato da Cana, ultimo uomo, espulso) che apre alla rimonta del Napoli dopo un mirabile scambio con Higuain. La sua velocità imbarazza la difesa laziale. È tosto e combatte anche di fisico. Ammonito, salta la prossima gara a Udine (era diffidato). Comincia ad accendersi dopo venti minuti: ma allora perché sperare che entri in campo dal primo minuto? Non è meglio preservarlo, poi dargli la corda come un giocattolino e liberarlo in campo? Che gran giocatore, che immenso giocatore! È un perfetto belga nei modi: Ledesma meritava un “cazz’ stai facenn’ Ledesmà?” seguito da una testata in faccia, invece non ha fiatato nemmeno di fronte allo schizofrenico giallo dell’arbitro che non ha capito una mazza – 8,5 CALLEJON s.v. – Entra al 64’ per Mertens, provato da un paio di botte dei laziali. Non fa nulla di rilevante. Forse è stanco, forse scarico per essere andato in panchina. Dà una mano al centrocampo. Non pervenuto – sv HIGUAIN 9 – È il killer della Lazio. Ancora tre gol (uno su rigore) e sono sei i centri stagionali contro la squadra di Reja. Prima tripletta in azzurro. Non segnava da più di quattro partite. Salgono a 25 i suoi gol: 17 in campionato, 3 in Coppa Italia, 5 in Europa. Terzo cannoniere del torneo a due reti da Immobile, a una da Tevez. Affronta la gara da leone. Vuole sbloccarsi. Battaglia feroce contro Cana. Poi sovrasta due volte Novaretti. Va in gol con grande facilità. Berisha gli sventa in angolo la prima conclusione (29’ gran diagonale da sinistra su assist di Insigne). Impeccabile il rigore per il 2-1. Ed era stato suo l’assist a Mertens nell’azione del penalty. Addomestica il lungo lancio di Insigne a va a rete controllando e tirando di destro per il 3-1. Un minuto dopo si fa chiudere da Berisha nell’area piccola. Conclude la tripletta con lo “scavetto” sull’uscita del portiere laziale. L’ultimo gol è stato favoloso: il gol del campione. Peccato che gran parte del pubblico se lo sia perso. Peccato che gran parte del pubblico non sia stato fulminato da un lampo – 9 BENITEZ 6,5 – Ritocca la squadra rinunciando a Fernandez (che inserisce nella ripresa), Inler, Hamsik e Callejon (in campo dal 64’). Deve soffrire per la giornata grigia di Albiol e per gli errori di Britos. Non ha un gran contributo da Pandev. Rimedia in difesa chiamando in campo Fernandez per Albiol. Non rafforza altrettanto il centrocampo in difficoltà ricorrendo a Callejon nell’ultima mezz’ora. Riconosce che la squadra è ancora incerta in difesa e che non è matura per governare le partite. La gestione del match è sempre precaria. Il Napoli non sa fare giro-palla difensivo. Il terzo posto è saldo (Fiorentina a -9), ma ora ci sono due trasferte consecutive, a Udine e a Milano con l’Inter, il terzo posto va ancora difeso, poi la finale di Coppa Italia con la Fiorentina (sabato 3 maggio a Roma), l’appuntamento che vuole centrare avendo sempre vinto un trofeo al primo anno in una squadra nuova. Abbraccia Reja e ti sembra l’immagine perfetta: i signori del calcio. Maestoso ed elegante in campo e anche fuori, quando ai microfoni Sky non manda tutti affanculo ma reagisce con stile. Ah, Sky, e la sua goccia cinese, Massimo Mauro: cosa abbiamo fatto di male per meritarcelo? Il Napoli? Schizofrenico, come al solito. Oltre ai gol (straordinario quello di Mertens, oltre a quanto già detto di Higuain), ricorderò per sempre i dodici minuti finali (compreso il recupero): quando sai che loro hanno Reja in panchina e noi Britos in campo, e quando ti ricordi che siamo il Napoli, sai che è possibilissimo pareggiare una partita anche se la stavi vincendo 3-1. Ma a noi ci piac’ ‘e suffrì. Forza Napoli. Sempre – 7 MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

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