Le pagelle di Inter-Napoli, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia REINA 6 – Tanto per dare un brivido al match che umilia lo spettacolo a San Siro, esce a vuoto e si fa superare dal colpo di testa di Palacio (52’), palla fuori. Parate comode sui tiri (?) di Hernanes, Kovacic, Palacio. Gioca col lutto al braccio in ricordo di Tito Vilanova, il tecnico del Barcellona spentosi in questi giorni. Tutto il mondo del calcio avrebbe dovuto giocare con il lutto al braccio, non solo Pepe, ma queste sono le stranezze di un mondo che a volte di umano ha ben poco, purtroppo. Comunque, a parte la cazzatella, che non gli (ci) vale il gol, vedrei bene la sua canonizzazione immediata nel tempio del San Paolo! – 7 HENRIQUE 6 – Sfascia la sua Porsche bianca, ma resta illeso, perciò gioca. Corre dietro a Mitshubi Nagatomo, che dà sempre gas, e lo ferma senza incidenti. Semmai si fa ammonire per un fallo su Palacio. Spingendosi avanti deve sempre alzare la paletta per imporre lo stop a Nagatomo che è l’unico nerazzurro “vivo”. Poco efficace sui cross nell’area interista. Sarò blasfema, ma a me ricorda Gesù (anche nel senso miracolato del paragone) – 6 ALBIOL 6,5 – Se la vede spesso con Palacio che ha talento e spunto antico, ma alla fine subisce poco. Nella ripresa, poi, gli attaccanti interisti si ritirano nella loro riserva a metà campo. Reina lo stende, lui sopravvive – 6 BRITOS 6 – Non c’è Fernandez, squalificato. L’Inter attacca poco e Icardi forse pensa ai capelli biondi di Wanda Nara trovandosi contro un difensore bruno che, se lo abbraccia, non è per amore. Se non sbaglio, neanche un errore del turrito centrale uruguayano. Non è questione di essere prevenuti, ma quando c’è lui la difesa balla. La fortuna è che la difesa dell’Inter è più bucata della nostra e che pure i loro attaccanti sono messi male – 5 GHOULAM 6,5 – Non combina molto. Sganciandosi, però, è più attento e determinato di Henrique. L’Inter difende coi raddoppi sulle fasce e il Napoli non trova sentieri invitanti sugli esterni. Il disegno di Mazzarri è stato subito chiaro: tarpare le ali al Napoli. Peccato per quel tiro fallito – 6,5 JORGINHO 6 – Per giocare, gioca con la consueta sicurezza e tentando di dare la palla di prima, ma l’Inter è tutta rintanata nella sua metà campo (nel secondo tempo) e non c’è verso di trovare spazi utili. Un paio di errori per troppa sufficienza. La spallata di Reina avrebbe fatto bene a lui. Troppi errori e commessi con sufficienza – 5 INLER 6,5 – Il voto più alto non solo per la magnifica azione con cui penetra nell’area di Handanovic e piazza sfortunatamente il tiro sul palo. Ma è il più combattivo a centrocampo e ruba la scena a Jorginho. Cerca due, tre volte il tiro dalla distanza (fuori e una buona respinta di Handanovic). Gioca con la fascia di capitano (Hamsik parte dalla panchina). Prova molto positiva, anche se non sfodera mai un gioco brillante. La verità? Ha fatto egregiamente il suo dovere. Non ho visto guizzi, né azioni strabilianti, a parte quel palo che gli avrei conficcato nel cuore. Ci è sembrato stratosferico perché è stato tra i più bravi, ma grosse giocate francamente non gliene attribuisco. È che ci fa strano riconoscere che è stato il migliore in campo insieme a Lorenzo, ma ci dobbiamo stare. È che però dovrebbe essere questo il suo ruolo e il suo modo di giocare, sempre. Insomma, stiamo a considerarlo straordinario, oggi, perché il più delle volte fa cagare. Ci sta – 7 CALLEJON 5,5 – Manca il gol dopo 13 minuti sul cross sotto porta di Mertens. Sembra appannato, mancano le sue giocate decisive. Non tira (22’), l’occasione è propizia, preferisce passare a Higuain che perde palla. Lavora in tandem con Henrique per arginare le discese veloci di Nagatomo. Si spera di rivederlo ai suoi livelli contro la Fiorentina a Roma nella finale di Coppa Italia. Vederlo fermo in mezzo al campo ad aspettare palla è triste quanto il cielo uggioso che ci opprime stamattina (non si può mangiare i gol così) – 5 INSIGNE 5,5 – Gioca da trequartista a sorpresa, al posto di Hamsik. Lotta su ogni pallone. Spesso non si capisce con Higuain. Raddoppiato, non trova mai la giocata buona e finisce con un tiro sballato alle stelle. Il gol gli manca da morire e i compagni sono sempre pronti a lamentarsi (perché Benitez non interviene?) Per carità! Il migliore in campo. Si sacrifica, corre, crea spunti, ha voglia, fiato, grinta. E non è vero che non si capisce con Higuain: è Higuain che un paio di volte non ha capito lui. Fa gioco, costruisce, è incredibile. Ha un solo problema: passa quando dovrebbe tirare e non passa quando dovrebbe passare. Ma sono almeno due partite che mi è sembrato indispensabile – 7,5 MERTENS 5,5 – Contro l’Inter tutta in difesa, specie nel secondo tempo, non trova mai il corridoio da aggredire in velocità. Nella concitata azione sotto la porta di Handanovic (50’), il suo tiro finale è deviato in corner dal portiere interista. Ma ci voleva più decisione. Esce al 69’. Non era Mertens quello in campo. Non poteva essere Mertens. Mertens deve giocare a sinistra, cazzo – 5 HAMSIK 5,5 – Entra al posto di Mertens con Insigne che va a sinistra. Cerca di far luce nel gioco del Napoli. Rientra, prende palla, avvia l’azione. Impreciso col passare dei minuti. Mettetela come volete, ma per me il gioco un po’ si è illuminato quando è entrato lui. Stracciate di mano il microfono a De Grandis, che dice che Benitez ha ammazzato Hamsik. Stracciate di mano il microfono a Bergomi, ma a vita: come è possibile che uno che è stato una bandiera dell’Inter commenti una partita contro l’Internazionale? Skyfo – 6 HIGUAIN 5 – Nel primo tempo si vede poco e male. Fallisce un contropiede (11’), perde palla nell’area milanese (22’). Più presente nella ripresa. Due tiri violenti rimpallati dalle schiene dei difensori nerazzurri (Nagatomo, Ranocchia). Poco reattivo sull’ultimo tocco. Gran numero quando, sull’assist di Insigne, aggira Campagnaro, ma conclude alto (73’), l’unico suo lampo. Si infortuna a una caviglia nel contrasto con Andreolli al limite dell’area nerazzurra. Esce (86’). Confuso, ecco, forse è questa la parola giusta. Distratto. Di certo non poteva essere concentrato se si è perso quel paio di intuizioni bellissime di Lorenzo. Però poi ti fa quelle giocate che ti fanno sciogliere il sangue nelle vene, quelle che ti fanno ricordare dov’è la bellezza, tipo quella finta ballerina che da sola è valsa tutta la partita. Non sono una che crede che la squadra sia fatta da singoli, ma quando è uscito in barella mi si è gelato il sangue nelle vene. Non perché non creda che sabato possiamo farcela anche senza di lui, ma perché sarebbe un delitto se non potesse giocare la finale che ci ha aiutati a conquistare. La finale è sua, e sabato ci sarà (ripetete con me) – 6,5 PANDEV s.v – Entra e gioca nove minuti, recupero compreso. Mette giù la testa a accenna a qualche fuga che si spegne sul nascere. Si spegne sul nascere, ecco… – s.v. BENITEZ 5 – I pensieri alla finale di Coppa Italia, ma anche a questa partita “da non perdere” per i suoi trascorsi all’Inter e le frecciate continue di Moratti. Da parte sua, Mazzari pensa allo “scoppolone” dell’andata e nel secondo tempo accentua l’atteggiamento difensivo dell’Inter (da 3-5-2 a 4-5-1). Sembra una partita fra due squadre che devono salvarsi. Il Napoli gioca meglio nella ripresa con l’Inter che bada solo a difendere temendo la sconfitta. Brutto spettacolo. Mette una croce sul palo di Inler e sulle occasioni sfuggite a Callejon, Higuain e Mertens. Ma sabato a Roma dovrà presentare una squadra effervescente, convinta, veloce (dopo il valzer di San Siro), per conquistare la Coppa Italia sperando che la caviglia di Higuain abbia una rapida guarigione. A guardarla da tifosa accanita mi sembra una sconfitta: l’Inter è veramente poca cosa, avremmo dovuto far piangere a Mazzarri lacrime napulitane e impartire una bella lezione a mistersotuttoioMoratti, invece ci portiamo un misero punto a casa e una partita bruttarella assai. A guardarla da tifosa lungimirante, invece, mi sembra sia stato niente di più che un allenamento. Qualcosa è andato storto, cioè quella barella maledetta e la paura per Higuain, ma la colpa è stata di Gonzalo, che non ha avuto paura di andare al contrasto duro, un contrasto su cui non c’era fallo alcuno, pulitissimo e sul pallone. Insomma, così così, ma sono certa che Rafa lo abbia fatto apposta. Che senso aveva premere sull’acceleratore per una partita inutile come questa, quando tra pochi giorni ci giochiamo una finale? Però sabato è l’ultima occasione della stagione. Spegniamo i tromboni, mettiamoci una coppa sopra, regaliamo a Benitez il suo primo trofeo in azzurro e a noi un bel sole sul futuro. Uniamoci tutti per portare a casa quella cosa. San Gennaro, la Madonna dell’Arco, Sant’Ilario di Poitiers, Sant’Anna. Pregate pure Buddha, ma rendiamolo un sabato perfetto. E Forza Napoli. Sempre – 6 Ps. Una domanda: ma davvero Mazzarri ha detto che gli piace la difesa a 4? E i cani di cancello non lo hanno aggredito nel sonno? Io non rinnego quello che ha fatto per noi, no, ma è tremendamente bello non averlo più qui: mi sembra di avere un futuro, una prospettiva, mi sembra che ci sia ancora speranza di vita, vita pura, gioia. MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA
Le pagelle / Callejon appannato. Insigne è tormentato dai compagni (Rafa, quando intervieni?)
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