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Prandelli a Vanity Fair: «Toglierei i tornelli dagli stadi»

È il momento di Cesare Prandelli e, soprattutto, della sua compagna – Novella Benini – che compare praticamente in ogni intervista. Ieri in quella di Vanity Fair; oggi la Gazzetta le dedica due pagine. Ma torniamo al commissario tecnico e alla sua intervista a Vanity. Un’intervista sulla vita di coppia, l’amore. Con qualche incursione nel pianeta calcio. Ed è qui che Prandelli sorprende, con dichiarazioni che sconfessano la principale novità introdotta dal Governo per lo lotta al tifo violento: l’introduzione dei tornelli e del biglietto nominativo. Novità – i fatti lo dimostrano – che si sono rivelate del tutto inadeguate. A proposito degli incidenti accaduti la sera di Fiorentina-Napoli, il ct dichiara: «Mi amareggia vedere che non abbiamo ancora capito: lottare tra di noi rischia solo di affossarci di più. Mi rifiuto di chiamare sport quello che abbiamo visto. E ancora: «Convegni e seminari non servono più. Se non ci auto-puniamo con regole serie, ho paure che un giorno le istituzioni del calcio, Fifa e Uefa, possano decidere di buttarci fuori costringendoci a campionati regionali». Ma alla domanda: “Vorrebbe leggi più severe?”, risponde: «No. Anzi, toglierei tornelli e barriere. Credo che le armi giuste contro i violenti siano lo sdegno e il recupero del senso civico».

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