Azzurri messi sotto dalla Fiorentina nei primi 30 minuti. Poi Mertens inverte il senso del match. Ottimo Insigne. Squadra lontana dalla forma migliore
Napoli in difficoltà ma lucido nel trovare i gol
Non è un 4-3 che passerà alla storia come quell’altro. Ma è un 4-3 che dice un po’ di cose. Innanzitutto che il Napoli comincia il campionato con una vittoria su un terreno affatto facile come quello della Fiorentina. Ma anche che il Napoli è ben lontano dalla migliore condizione. Che ha pagato il fisiologico ritardo di uomini chiave come Allan e Koulibaly che hanno saltato la preparazione. È stato per larghi tratti in balia dell’avversario, soprattutto nel primo tempo. Un primo tempo cominciato male, molto male, in cui la squadra è stata di fatto assente per almeno 25 minuti. Superata sistematicamente dalla Fiorentina che ha attuato un gran preessing, sia a centrocampo sia sulle fasce. Poi, quando i viola non hanno retto il loro stesso ritmo, il Napoli è riuscito a uscire con più facilità e ha segnato quattro gol e qualcuno se l’è anche mangiato.
Il Napoli ha avuto la lucidità di riuscire sempre a trovare la via del gol. In questi casi ci si appella al luogo comune della grande squadra. Luogo comune che però evidentemente ha una sua validità. C’è anche ovviamente una spiegazione di campo, quella data poche righe più su. Fatto sta che giocare così a Torino, tra sei giorni, molto difficilmente porterà allo stesso risultato. Una menzione particolare la merita Insigne che ha giocato una gran partita, è cresciuto col passare dei minuti, ha messo lo zampino in tutte le reti del Napoli (due le ha segnate lui, una su rigore) e ha mostrato un crescendo di condizione durante la partita. Visto in campo oggi, bisogna dire che avevano ragione lui e Ancelotti nel cambiargli posizione.
Le decisioni arbitrali
Partita segnata anche da decisioni arbitrali che hanno fatto e faranno molto discutere. Il rigore dell’1-0 per la Fiorentina è nato da una fallo di mano Zielinski che fino allo scorso sarebbe stato definito involontario. Oggi come le nuove regole, a nostro avviso assurde, il rigore ci può stare. È con la trasformazione di Pulgar che la Fiorentina è andata in vantaggio dopo nove minuti.
E in campo, di fatto, c’è stata soltanto la squadra di Montella. Allan in difficoltà, cosi come gli esterni Mario Ruiz e Di Lorenzo. Poi, al 38esimo, il Napoli è uscito dalle corde – fin lì aveva tirato in porta in maniera pericolosa solo con Koulibaly – con una prodezza di Mertens: tiro a giro sul secondo palo e 1-1.
Pochi minuti ed eccoci alla seconda decisione arbitrale discussa. Dries è bravo – possiamo anche dire furbo – a inciampare in un giocatore della Fiorentina steso in area di rigore. Per qualcuno è simulazione, per l’arbitro no, nemmeno per il Var. Insigne ha scacciato i fantasmi di Szczesny, ha cambiato angolo e ha segnato.
A fine primo tempo, Rocco Commisso ha scoperto, a sue spese, la crudeltà del calcio. Non che la ignorasse, ma l’ha vissuta sulla sua pelle per la prima volta da presidente della Fiorentina. I viola avrebbero meritato di andare al riposo in vantaggio e invece si sono ritrovati sotto 1-2.
Il Napoli non è nelle condizioni di chiudere una partita
Ma, come detto, il Napoli non è nelle condizioni di chiudere una partita. E ha subito altri due gol: uno su colpo di testa di Milenkovic e qui forse Meret non è incolpevole, e l’altro su splendido rasoterra di Boateng. Ma è riuscito sempre, ogni volta, a segnarne un altro: con Callejon dalla posizione Callejon e poi nella classica azione Napoli: taglio di Mertens per Callejon che serve al centro Insigne e rete. Nel finale, negli ultimi venti minuti, la Fiorentina è calata e il Napoli ha fatto valere le sue proprietà di palleggio.
C’è tempo per la terza contestata decisione arbitrale: sorvolare su un contatto Hysaj-Ribery. Per i viola, l’albanese ha trattenuto il braccio del francese. Per l’arbitro Massa no, o comunque l’azione era viziata da fallo avversario in partenza.
Una partita molto strana. Che il Napoli ha vinto con la forza di volontà e con la forza della qualità. Non è poco. Ma non è nemmeno molto. Ancora una volta ha retto la vecchia guardia in attacco. Mertens, che ha ripreso il Napoli per i capelli alla fine del primo tempo. Callejon, che ha siglato la rete del 3-2, ha servito l’assist del 4-3, è cresciuto nella ripresa e ha finito da centravanti boa. E Insigne di cui abbiamo già parlato. Sotto tono Allan, un po’ meglio Koulibaly. Bene, quando è entrato nella ripresa, Elmas: un ragazzo che ha personalità. Fabian ha ben giocato fin quando ne ha avuto, in un ruolo non del tutto suo.
Una vittoria che chi scrive dedica ad Antonio Patierno il cui pensiero ci accompagna tutti i giorni.