«In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari».
Hanno colpito i cori razzisti di domenica sera all’indirizzo di Lukaku, innanzitutto perché i video di questi cori hanno fatto il giro dei sociale e non solo quelli italiani, ma poi per come ha affrontato il problema il belga. Il suo messaggio social, semplice, pacato eppure così forte e incisivo, hanno convinto che era arrivato il momento di fare qualcosa.
E così il giudice sportivo non si è limitato a commissionare una multa al Cagliari,ma ha chiesto un supplemento d’inchiesta per visionare tutto il materiale. Ma quello che ha lasciato perplessi ieri è stato un comunicato della curva nord dell’Inter che rappresenta una vera e propria difesa trasversale del mondo ultras
«Ciao Romelu ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo. Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un vero problema. Capiamo che possa esserti sembrato ma non è così. In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari».
Questa è la spiegazione e il povero Lukaku ha semplicemente frainteso la situazione e anzi, aggiungono gli ultra, é lui che deve fare ben attenzione a ripetere parole del genere, perché può causare danno al suo stesso pubblico e ai suoi stessi tifosi che hanno usato e useranno ancora in futuro queste espressioni per aiutare la squadra.