Il diario dal passato
25 luglio – Gaucci annuncia la giornata di “Orgoglio partenopeo”
Da mesi la città di Napoli è attraversata da tensioni sociali che la paralizzano. Al quadro fosco si è aggiunto il calcio, con una società decapitata e in stato di liquidazione. Il 22 giugno, alle 19 e 40, dopo due anni e un giorno di presidenza, si era dimesso Toto Naldi: “Non avevo altri milioni, la città mi ha abbandonato”. Due giorni più tardi, dopo la comunicazione al registro delle imprese della Camera di commercio, la Ssc Napoli entrava in stato di liquidazione. Paolo Bellamio, amministratore unico, assumeva pieni poteri in seguito alla mancata ricapitalizzazione e all’erosione completa del capitale sociale. Per non perdere l’affiliazione in Figc, il Napoli aveva evitato di nominare un liquidatore, attendendo le mosse del tribunale.
Nel corso del mese successivo, per provare a salvare il club dal fallimento si erano messe in moto alcune ipotesi. Banca Intesa, l’imprenditore Aponte, poi Luciano Gaucci, patron del Perugia, ex oste, ex autista dell’ Atac, ex proprietario di un’impresa di pulizie. E’ lui alla fine a proporsi come il salvatore del Napoli.
Il 25 luglio 2004 Gaucci dice alle agenzie: “Il Napoli non può scomparire, è una grande forza, il suo amore per il calcio è immenso e io sono come il Vesuvio”. Annuncia pure di voler sostenere la manifestazione “Orgoglio Partenopeo”, fissata alla vigilia della decisione della Covisoc sull’iscrizione alla prossima serie B. Dice: “Allo stadio San Paolo mi aspetto una grande affluenza. Chiedo di intervenire in massa. In modo da far capire a chi di dovere, a chi governa questo sport insomma, che il Napoli è una grande forza”. Dichiarazioni lette con stupore e preoccupazione dal prefetto Renato Profili e dal questore Franco Malvano.
26 luglio – Gaucci al San Paolo presenta il nuovo allenatore Gregucci
È il giorno in cui la Coavisoc, commissione d’appello di controllo dei parametri economico-finanziari dei club, boccia il ricorso del Napoli contro la relazione negativa sui conti firmata dalla Covisoc. Un colpo che arriva poche ore prima della manifestazione Orgoglio Partenopeo, 40mila persone al San Paolo per manifestare la voglia di calcio della città a sostegno del progetto di salvataggio promosso da Luciano Gaucci. Biglietto d’ingresso 5 euro, incasso devoluto in parte all’ospedale Santobono e in parte alle casse del club.
Un maxischermo proietta le immagini di Maradona. “Meritiamo di più” è lo slogan cantato dallo stadio. Luciano Gaucci, che in mattinata era stato in visita a palazzo Chigi da Fini, fa un giro di campo e dice: “Sono uno di voi, ho preso casa a Posillipo, non vi chiederò di marciare su Roma, ma difenderemo i nostri diritti”. È lui che vuole prendere il Napoli con una formula creativa, in leasing, con il fitto del ramo d’azienda. Sul palco sfilano Gino Rivieccio, Nino D’Angelo, Luis Vinicio, Maurizio Ercolano, papà di Sergio, giovane vittima degli incidenti nel derby con l’Avellino, un uomno distrutto che per la prima volta torna allo stadio.
Ci sono anche i campioni d’Italia napoletani: Caffarelli, Carannante, Puzone. Mancano le istituzioni locali: assenti il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Alle 22 e 30 compare Gaucci e dice: “Penso solo alla serie B, ricorrerei al lodo Petrucci solo se fosse l’unica strada per aiutare questa squadra”. Il Lodo Petrucci, dal nome dell’allora presidente del Coni, consentiva di non perdere il patrimonio sportivo cittadino, consentendo a una nuova società di rilevare il posto di un club fallito, partendo da una sola categoria inferiore. In caso di ricorso al Lodo Petrucci girano nomi di altri imprenditori interessati: Caltagirone, Tronchetti Provera, Punzo.
Gaucci presenta pure l’uomo a cui vuole affidare la panchina. È Angelo Gregucci, appena liberatosi dal Venezia. Gregucci dice: “Conosco il San Paolo. Ho giocato da avversario del Napoli con la Lazio nel giorno del secondo scudetto. Chiedo ai tifosi di tirare fuori le bandiere, andremo a dare battaglia dappertutto”. Paolo Bellamio, amministratore unico del club, aggiunge: “La serie B è un nostro diritto. Spero venga riconosciuto dalla Federazione”. Intanto incontra l’assessore comunale allo Sviluppo, Nicola Oddati, per comunicargli di non essere stato contattato da nessuno: “Al momento c’è solo Gaucci”. Il giorno dopo il consiglio federale della Figc deve esprimersi sull’iscrizione alla B, con il parere contrario della Covisoc.
27 luglio – Il Napoli escluso dalla B, spunta l’anti-Gaucci
Il Napoli è escluso dalla serie B. Il consiglio federale dell Figc, riunito a Roma, ratifica la decisione della Covisoc, ribadita in appello dalla Coavisoc. “Ci siamo attenuti alle decisioni”, spiega il presidente della Lega Calcio, Adriano Galliani. L’esclusione in realtà non è ancora definitiva. C’è da attendere il ricorso alla camera di conciliazione del Coni. Per il Napoli la situazione è anche più ingarbugliata: si deve attendere la decisione del Tar sul ricorso presentato da Gaucci, che vorrebbe rilevare la società attraverso la procedura del fitto di ramo d’azienda. Matarrese, vicepresidente della Lega, dice: “I tifosi del Napoli si devono rassegnare, perché ci sono momenti brutti, ma che si possono superare”.
Mentre Gaucci punta ancora sulla sfida alla Figc per conservare la serie B, le istituzioni cittadine vanno alle grandi manovre preparandosi al Lodo Petrucci e alla ripartenza dalla serie C1. Il Comune punta allora su Paolo De Luca, proprietario del Siena, ex consigliere del Napoli, militanza nel Pci di Bassolino negli anni ’80. Luciano Moggi si dice pronto a dargli una mano per costruire la squadra. E’ l’alternativa (anche politica) al destrorso Gaucci, ed è sorretta pure da Carraro. De Luca dice: “Non mi sento l’anti-Gaucci ma è logico che le istituzioni possano preferire me che sono un imprenditore napoletano, soprattutto se l’unica alternativa è gente che gira per il mondo. Non credo alle cordate, farò tutto da solo. Punzo? Un caro amico. Il Siena non lo venderò: Gaucci gli risponde: “De Luca vuole speculare su un cadavere, ma il Napoli non è ancora morto. I tifosi sapranno fare la loro scelta. Mi sto battendo per far rimanere la squadra in B, evitando una vergogna a tutto il calcio italiano. Non sono un giramondo e anche De Luca non vive nella sua città. Pensi a tirare fuori i soldi come me. Chi spera nel Lodo Petrucci non vuole il bene della società”.
In realtà, il contratto di fitto d’azienda firmato da Gaucci ha consentito ai giudici di rinviare la procedura fallimentare, che di fatto avrebbe impedito al Napoli di usufruire del Lodo Petrucci. Una mossa su cui pende la decisione del Tar.
28 luglio – Per l’acquisto del Napoli spuntano i fratelli Nigri, amici di Moggi
Emergono altri tre candidati pronti a prendere la guida del calcio a Napoli in caso di Lodo Petrucci, cioè di fallimento, creazione di una nuova società e ripartenza dalla C1. La Lega Azzurra, associazione di tifosi presieduta da Luis Vinicio, si offre come socio di minoranza al 10 per cento, puntando sull’utopia dell’azionariato popolare. Inoltre si fanno avanti una cordata di imprenditori di San Giuseppe Vesuviano (Ambrosio, Nusco, Amaturo e Langella) che hanno chiesto l’affiliazione della Napoli Sport spa; e i fratelli Negri, costruttori, che contano su un’alleanza stretta con Moggi, Giraudo e Zamparini. “Non posso negare i contatti con amici napoletani. Io e la Juve siamo pronti a dare un aiuto come consulenti esterni…”, ammette il presidente del Palermo. Si ritira dalla scena invece l’ingegnere Francesco Floro Flores, presidente del Capri. “Se c’è De Luca in campo, siamo in ottime mani”.
Il piano di De Luca è curato dal professore Ieno. La società si dovrebbe chiamare Napoli Football Club. “Ho scelto questo nome – spiega – perché la squadra azzurra, con me, avrà di nuovo ambizioni internazionali”. Azionista di maggioranza dell’ipotetico Napoli Football Club (capitale sociale da 120 mila euro e delega agli amministratori per un aumento fino a 20 milioni) sarà la International Sport Utilities, di cui De Luca è proprietario al 96.4%. Tutte le domande per accedere al Lodo Petrucci devono essere presentate entro la serata al sindaco Iervolino, che ha nominato una commissione di tre saggi per un giudizio.
Ma Gaucci si ribella e crede ancora nel ricorso al Tar per la riammissione in serie B: “Ho la forza del codice civile, Carraro non ha il diritto di bocciare il fitto d’azienda. Anche io potrei promettere la Champions League, ma non voglio prendere in giro nessuno. Il Tar mi darà ragione e resteremo in serie B”. I suoi progetti prevedono la partenza della squadra per il ritiro in Friuli: ha un accordo con 21 giocatori della vecchia rosa per la transazione sugli stipendi arretrati. Hanno rifiutato Dionigi, Olive, Zanini, Pasino e Zamboni.
29 luglio – Due allarmi bomba e la Iervolino invoca San Carraro
I giudici del Tar del Lazio, al termine della Camera di Consiglio, si riservano di depositare entro 24 ore la loro decisione sul ricorso con cui Luciano Gaucci chiede la riammissione del Napoli in serie B. Ma i segnali sono negativi. Le lettere di convocazione per il ritiro in Friuli sono congelate. Gaucci alza la voce: “Il Napoli è mio, sono disposto a tutto per non lasciarlo agli avvoltoi”. Gli avvoltoi, nella sua visione, sono i candidati a rilevare il titolo sportivo ripartendo dalla C1 con il lodo Petrucci: 1) la Napoli Spor Spa di 4 imprenditori napoletani del Cis di Nola (Nusco, Ambrosio, Langella e Ammaturo); 2) la Azzurra Calcio Spa dell’associazione di tifosi Lega Azzurra, presieduta da Luis Vinicio; 3) il Napoli Football Club di Paolo De Luca, presidente del Siena, affiancato da Corrado e Paolo Negri, costruttori del centro Ikea di Afragola, con la possibilità di avere come sponsor l’armatore Gianluigi Aponte. I fratelli Negri spiegano: “Per entrare nel calcio abbiamo posto una condizione: che ci siano organizzazione e competenza”. Si fa il nome del manager Baraldi per vigilare sui conti e di Ventura come allenatore. In caso di lodo Petrucci, la base d’asta della Figc sarà di 13 milioni. Per la scelta di Carraro sarà vincolante il parere del sindaco Iervolino.
Due allarmi bomba fanno sgombrare in parte gli uffici del Comune e del Tar. Il sindaco Iervolino commenta: “Terroristi casarecci. Le istituzioni non fanno preferenze, poi toccherà al nostro nuovo patrono: San Carraro”.
30 luglio – Il Tar boccia il ricorso del Napoli. Mastella attacca il centrosinistra
Il Tar respinge il ricorso del Napoli contro l’esclusione in serie B. Mentre il Tribunale fallimentare si deve ancora esprimere sulla messa in liquidazione della società, viene bocciata la mossa di Luciano Gaucci, che annuncia: “Faremo ricorso al Consiglio di Stato, una piccola battaglia si può perdere ma quello che conta è la vittoria della guerra che è ancora lunga”.
In mattinata a Palazzo San Giacomo spunta a sorpresa Ottavio Bianchi. Spiega: “Sono qui in rappresentanza della cordata di imprenditori vesuviani che si è candidata per il lodo Petrucci”. Ma nel pomeriggio Nusco, Ambrosio, Langella e Ammaturo si defilano dinanzi all’onere da 7 milioni di euro fissato dalla Figc per accedere al loro Petrucci.
Il sindaco insedia la commissione di saggi per esaminare le domande: Giulia Parente (assessore allo Sport) e i presidi Michele Scudiero (Giurisprudenza) e Massimo Marrelli (Economia). La prima riunione dura 40 minuti, emerge la sensazione che Paolo De Luca sia il favorito. L’assessore Oddati attacca Gaucci: “Chi si batte contro il lodo Petrucci, lotta per cancellare il calcio professionistico in città. In questo momento Napoli è in terza divisione e solo il lodo garantirebbe non solo la serie C1 o la B, ma anche forti soddisfazioni ai creditori, considerando che bisogna versare sette milioni. Una cifra che diminuirebbe la massa debitoria nel caso in cui il tribunale decidesse per il fallimento. Con il lodo il Napoli varrebbe di più”. Mastella chiama in causa il centrosinistra e parla di declino della città. Il Comune: “Frasi irresponsabili, era nel cda del club e doveva accorgersi della gravità della situazione”. Luis Vinicio incalza: “La salvezza del calcio è in un azionariato popolare, evitiamo di riconsegnare il Napoli ai meccanismi speculativi”.
31 luglio – In soccorso di Gaucci accorre Corbelli
Arriva un nuovo ricorso contro l’esclusione dalla serie B, a firmarlo stavolta è Giorgio Corbelli, l’ex presidente, ancora maggiore azionista della Napoli S.A., la holding lussemburghese proprietaria del Calcio Napoli. Un’idea nata da un incontro con Gaucci, che si è visto respingere nei giorni precedenti i suoi ricorsi per la inammissibilità del principio del fitto di ramo d’azienda. Si tenta dunque con la firma del vecchio proprietario, mentre una finanziaria romana, la Fincam spa, holding specializzata nella gestione di immobili e piste da sci sulle Alpi, offre fidejussioni da 80 milioni per chi volesse salvare il Napoli. Paolo De Luca, 61 anni, intanto, reagisce a chi lo indica favorito a rilevare il titolo, in caso di lodo Petrucci, solo per la sua vicinanza politica alla giunta comunale. “Non mi va di passare per l’imprenditore che le istituzioni favoriscono per idee politiche. Sono di sinistra e amico di Bassolino, ma il calcio è un’altra cosa. Bisognerà scegliere la credibilità del progetto, non gli effetti speciali”. De Luca è per tutti il “costruttore rosso” dai tempi della giunta Valenzi: arriva pure in consiglio comunale da indipendente nelle liste del Pci. Esce assolto dalla tangentopoli napoletana e trasferisce la sua sede a Roma, alla Camilluccia, un gruppo da 1800 dipendenti che si occupa di depuratori, guard-rail e software. Gli telefona Daniel Fonseca per incoraggiarlo. “Se la Federcalcio ci impone di passare dalla serie C, da lì dovremo cominciare. Non tradirò il Siena. Terrò entrambe le squadre”. A Siena i suoi tre figli sono tutti coinvolti in società, così come sono coinvolti i poteri forti della città: il sindaco Cenni, il Monte dei Paschi, sponsor con 3,5 milioni, e la Chiesa: don Gaetano Rutilo, un parroco, è nel cda.
1° agosto – Servono 7 milioni per salvare il Napoli, il fallimento si avvicina
Il Napoli compie 78 anni, ma c’è poco da festeggiare. È una giornata di attesa per le decisioni in arrivo. Mancano 48 ore al pagamento dei 7 milioni di euro chiesti dalla Figc per l’accesso al lodo Petrucci e all’iscrizione di una nuova squadra napoletana alla serie C1. Ma a questa operazione si oppongono gli avvocati di Naldi, Corbelli e Gaucci, che sperano ancora nella riammissione alla serie B, negata dal consiglio federale su parere della Covisoc. Mancano invece meno ore, solo 24, alla sentenza del tribunale fallimentare di Napoli per la messa in liquidazione della Ssc Napoli. Anche il curatore fallimentare potrebbe unirsi nel caos dei ricorsi a chi vuole fermare il lodo Petrucci, perché un posto in serie C sarebbe dannoso per i creditori. De Luca si ribella: “Sarebbe una follia, mi auguro che prevalga il buon senso e arrivi una decisione politica da parte di Carraro, altrimenti non so che fine farà il calcio a Napoli”.
3 agosto – Il fallimento del Napoli: per i giudici “una morte annunciata”
La settima sezione del tribunale di Napoli rende nota la sentenza del fallimento della Ssc Napoli, trapelato il giorno prima e definito “una morte annunciata”. Scrivono i giudici: “La tormentata vicenda della società Sportiva Calcio Napoli, quale sia andata involvendo nell’ultimo quinquennio, potrebbe definirsi, mutuando il titolo di una nota opera letteraria, cronaca di una morte annunciata”. La sentenza accusa la gestione del club e gli ultimi tentativi di salvataggio. “Il fallimento della società – si legge nel dispositivo – è l’ineluttabilità di assetti proprietari né mai chiari né definiti”. Il tribunale rileva “malaccorta ed inadeguata gestione imprenditoriale” da parte dell’ex presidente Naldi, “anche prodiga di apporti finanziari, ma sempre connotata da approssimazione, gravi errori e/o assenza di progettualità, irresponsabile e infruttuosa dissipazione di risorse”. I tentativi di salvataggio sono “tardivi, scarsamente trasparenti e poco rispettosi delle regole ordinamentali sia statuali che sportive”.
La mossa a sorpresa del giorno è però firmata da Luciano Gaucci, che annuncia di volersi iscrivere alla corsa per il Lodo Petrucci, che consente a un nuovo club di ripartire dalla C1.
4 agosto – Gaucci insiste e vuole portare il Napoli in ritiro a Tarvisio. C’è il nuovo acquisto Kalac
Primo incontro tra Figc e curatore fallimentare del Napoli. Una doccia fredda per Nicola Rascio che chiedeva la riammissione in serie B e il recupero del titolo sportivo. “Non vedo vie d’uscita”, ammette alla fine, mentre Francesco Serao, commercialista di Gaucci, si lamenta per essere stato bloccato in sala d’attesa. “O la C1 o i dilettanti”, dice la Figc. I tifosi di Orgoglio Partenopeo vengono riuniti in un teatro da Gaucci che li invita a lottare con lui. Per il giorno seguente è in programma la partenza per il ritiro di Tarvisio di una squadra, guidata dall’allenatore Gregucci, composta da alcuni giocatori dell’ex Calcio Napoli, ancora convinta di essere il Napoli. Tra i 22 convocati finanche un nuovo arrivo, il portiere Kalac. Appuntamento al Centro Paradiso di Soccavo. Gaucci insiste: “Sono sicuro della B, sono venuto a Napoli per questo. La squadra deve allenarsi ed essere pronta al campionato”. I tifosi presidiano il Comune e scrivono a Ciampi e Berlusconi. L’europarlamentare Paolo Pomicino, che sostiene il tentativo di Gaucci, dice: “Ho protestato con Gianni Letta. C’è un danno all’ Erario di trenta milioni che diventa materia della Corte dei conti. Occorre intervenire subito, come si è già fatto in favore del Parma. Che c’entra il governo, mi ha chiesto Letta. C’entra, gli ho risposto: o volete i tifosi sotto Palazzo Chigi? Si devono mobilitare i politici: Bassolino e il sindaco intervengano, io da solo non ce la faccio. Tutti insieme possiamo far vincere diritti e ragioni”. Il curatore fallimentare prepara inoltre la richiesta del blocco della serie B.
5 agosto – Il presidente del Coni Petrucci boccia l’idea di Gaucci per ripartire dalla serie B
Non arrivano buone notizie da Roma per le ambizioni di Gaucci, che conta di rivedere ammessa in serie B la sua Napoli Sportiva. “Non credo che la legge possa essere messa da parte. Deve essere rispettata da tutti”, così si esprime il presidente del Coni Gianni Petrucci sull’ipotesi del fitto di ramo d’azienda. Nel pomeriggio, l’arbitrato del Coni respinge il ricorso. Il collegio, presieduto dal professor Massimo Zaccheo, dichiara inammissibili tutte le domande della società, “per l’assenza, in capo alla società sportiva calcio Napoli, dei parametri economico-finanziari richiesti dalle norme federali e l’inefficacia dell’affitto d’azienda sottoposto a condizione sospensiva”.
Per Gaucci il secondo ko della giornata arriva dal curatore fallimentare Nicola Rascio, che impone lo stop alla partenza per Tarvisio di dipendenti e tesserati della liquidata Ssc Napoli. Un precampionato surreale. La decisione che arriva da Castelcapuano spiazza alcuni calciatori partiti all’alba per il Friuli. Uno di loro, Andrea Bernini, racconta: “Ero già in viaggio quando mi hanno telefonato per dirmi di fare marcia indietro e di tornare a casa; provo grande amarezza e mi dispiace davvero molto per la gente di Napoli che non si merita tutto questo”. Cataldo Montesanto dice: “C’è da rimanere molto male davanti a questa nuova cattiva notizia, quando mi avevano chiamato l’altroieri avvertendomi che oggi la squadra si sarebbe radunata ho provato un grande entusiasmo; ora sono giù, ci sono rimasto male perché mi sento legato a Napoli e ho atteso sinora sperando con fiducia che tutto potesse risolversi positivamente; e invece devo dire ora che questo incubo sembra proprio non dover terminare mai, ma proseguire ancora. È una situazione imbarazzante”. Non per Gaucci, che commenta: “Il rinvio del raduno imposto dal curatore fallimentare non credo sia un grande problema, anche perché a Tarvisio ci sono già venti nuovi giocatori”.
6 agosto – Gaucci ha 34 camere prenotate a Tarvisio per il ritiro del Napoli
Arcione, Bartoccini, Pacciarini, Vispi e Pancelli. Chi se li ricorda? Sono cinque dei calciatori della squadra che comincia il precampionato a Tarvisio, alcuni dei 18 ragazzi semisconosciuti che Gaucci raccoglie tra Umbria e Lazio, mandandoli al confine con l’Austria, agli ordini dell’allenatore Gregucci e del direttore sportivo Angelozzi. Gli altri, i calciatori tesserati per la Ssc Napoli nella stagione precedente, attesi all’albergo Spartiacque di Camporosso, frazione di Tarvisio, erano stati bloccati il giorno prima da un telegramma del curatore fallimentare. Per riempire i 34 posti prenotati nelle camere e tenere in piedi l’idea del Napoli in B, Gaucci ha dunque messo insieme molti giocatori della Primavera del Perugia. Nell’hotel, alle pareti, le foto della campionessa di sci Gabriella Paruzzi, moglie del figlio dei proprietari. In ritiro arriva anche un vero nuovo acquisto, un centrocampista, nazionale del Mali, comprato dallo Charleroi. Come si chiama? Kulibali. Incredibile a dirsi oggi, ma vero.
“Dei tribunali, dei ricorsi e delle polemiche non mi interessa niente – dice Gregucci – sono qui per allenare e sono sicuro che qualcosa succederà”. Tra i suoi collaboratori c’è Pietro Battara, ex portiere della Sampdoria negli anni ’60, spesso bestia nera del Napoli e imbattuto al San Paolo. Il preparatore atletico è Alessandro Ciullini, reduce da un’esperienza a Bucarest con Zenga. “La mia etica – dice Gregucci – mi impone di restare. Se il presidente mi dice di allenare i ragazzi, li alleno dando il meglio di me. Per un giorno, un mese o un anno”. Una situazione imbarazzante. Gregucci, contattato anche dalla Lazio, è commovente: “Avrei accettato il Napoli con tutte le incognite del momento. Per allenarlo qualcosa devo rischiare pure io. Mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi la quarta piazza d’Italia”.
Non è meno calda Napoli. Alle 4 del pomeriggio, cinquemila persone sono in Piazza Municipio. Ultras, ma non solo: mamme e neonati, tifosi venuti di proposito dal nord, studenti universitari. Riuniti sotto la sigla Orgoglio Partenopeo, chiedono un incontro al sindaco Iervolino. Un gruppetto aggredisce il giornalista Angelo Pompameo, vengono bloccate alcune strade e le partenze degli aliscafi. Cori contro Carraro, il sindaco e Bassolino, fischi contro i consiglieri di An Laboccetta e Di Dato, che in mattinata avevano occupato la stanza della Iervolino. Il sindaco annuncia: “Ho chiamato Berlusconi e Letta, il premier mi ha chiesto di inviargli tutta la documentazione sulla vicenda. Palazzo Chigi se ne interesserà. Continuiamo la nostra battaglia, non mi tiro indietro se si può salvare la squadra. Un Napoli nelle categorie inferiori causerebbe problemi di ordine pubblico per il suo grande bacino di tifosi che sarebbe impossibile ospitare in piccoli stadi”. Alle sette di sera la piazza si libera, i tifosi vanno via cantando cori per Gaucci. “Facci sognare, Luciano facci sognare”.
7 agosto – Gaucci regala rose rosse al sindaco Iervolino
Al fallimento di 5 giorni prima subentra il caos. Per la cifra di 46 milioni da versare in 5 anni il tribunale ritiene di aver venduto il Napoli a Luciano Gaucci. Ordina di farlo giocare in B, altrimenti chiederà il blocco del campionato. Gaucci a sua volta ritiene di aver comprato accettando le richieste di Castelcapuano: rinuncia al fitto del ramo d’azienda e via a un vero e proprio acquisto, con alcune condizioni: nel consiglio e nel collegio sindacale dovranno esserci persone scelte dal curatore.
Ma la Figc, nel giro di pochi minuti, replica con due lanci in agenzia, ricordando che il Calcio Napoli non esiste più e che il titolo sportivo non può essere ceduto. Rammenta che le vie sono due: i campi dei dilettanti o la C1 con il Lodo Petrucci. Per l’autonomia del mondo sportivo, quel contratto fra tribunale e Gaucci è carta straccia. La replica del tribunale è una diffida a Coni e Figc, più un’informativa spedita alla Corte dei Conti. La situazione si ingarbuglia. Ma Gaucci si sente autorizzato ad andare avanti e cambia il nome provvisorio di Napoli Sportiva in Ss Calcio Napoli. Spedisce un mazzo di rose rosse al sindaco Iervolino. Ma il 12 è in programma la compilazione dei calendari: il Napoli dove sarà? “Voglio il Napoli in B per portarlo in A”, insiste Gaucci, che annuncia di voler trasferire in azzurro 25 dei 57 tesserati per le sue squadre: Perugia, Catania e Sambenedettese. Si fa il nome di Salvatore Sarcone, docente a Tor Vergata, per il ruolo di amministratore della nuova società.
8 agosto – La Padania vuole pignorare l’erba del San Paolo. Gaucci si gioca la carta Geronzi
Il Comune fa sapere che il sindaco Iervolino incontrerà il giorno dopo il presidente Berlusconi a Palazzo Chigi. Si cerca una mediazione per lo scontro in atto tra Figc e tribunale, nello stesso giorno in cui il Consiglio di Stato dovrà esprimersi sul ricorso di Gaucci per recuperare un posto in serie B. Contatto telefonico tra Carraro e l’europarlamentare Pomicino, sponsor politico di Gaucci. La Figc assicura la sua neutralità, mentre si indispettisce Paolo De Luca, uno degli imprenditori che avevano dato la propria disponibilità al Lodo Petrucci. “Se la città vuole Gaucci, per me va bene. Io non faccio speculazioni. Mi sono candidato per puro spirito di servizio. Qualcuno mi dica che cosa devo fare. Per me va bene anche la C1, in due anni riporterei il Napoli in A”.
Gaucci invece annuncia gli ingaggi imminenti di un brasiliano e un argentino, smentisce di avere per socio il figlio di Gheddafi e si accredita di buoni rapporti con Capitalia di Geronzi. “Non sono uno sprovveduto” dice.
Dalla Lega Nord arriva un attacco attraverso il quotidiano “La Padania”, che scrive: “Il Napoli calcio è costato agli abitanti dello stivale, compresi i lattanti e gli ottuagenari, mille lire a testa. Non ha versato 60 miliardi di lire di imposte. Ce n’è abbastanza perché lo Stato faccia pignorare anche l’ultimo filo d’erba del San Paolo. La Pro Vercelli ha vinto 7 scudetti contro i due del Napoli e finì in serie D”. Il prefetto Profili ordina intanto un monitoraggio severo di tutte le manifestazioni popolari di sostegno a Gaucci.
9 agosto – Pomicino, sponsor di Gaucci, chiede le dimissioni di Rosa Russo Iervolino
Neppure il governo può riportare il Napoli in B. Ore 8 e 30. In un incontro a Palazzo Chigi, il sottosegretario Gianni Letta, il sindaco Iervolino e l’assessore Oddati si sentono rispondere dal presidente Figc Carraro che l’unica strada per rimanere nel calcio dei professionisti è il Lodo Petrucci. Accettare la serie C1. La Iervolino invita Carraro a fare tutto il possibile, ma tutto il possibile per Carraro è questo. Altre richieste non possono essere esaudite. Ogni decisione compete comunque al Consiglio federale, convocato per il giorno 12 agosto. La Iervolino provoca Carraro. “Se il tribunale domani ti blocca i campionati, che fai?”. Risposta: “Ricorro al Tar”. La Iervolino lo incalza: “E se il Tar ti dà torto?”. Carraro: “Iniziano A e C, blocco la B aspettando il Consiglio di Stato”. Telefona anche Berlusconi, promette il suo impegno e augura a tutti buone vacanze. Iervolino capisce. Torna a Napoli rassegnata, in consiglio comunale si mostra preoccupata: “Bisogna accelerare i tempi per aderire al lodo Petrucci in quanto è ormai l’unica speranza. Si continua a sognare la serie B e si rischia di rimanere fuori anche dalla C1. I quattro gruppi che hanno presentato domande sappiano che devono accelerare i tempi”.
In realtà i 4 gruppi sono De Luca contro Gaucci. “Io sono pronto ma chiedo chiarezza, se alcune frange di tifosi e della città vogliono Gaucci, non ci sto”, dice De Luca, che nel frattempo con il Siena è finito dentro un’indagine della Procura di Napoli sul calcioscommesse. Gaucci è a sua volta coinvolto in alcune rivelazioni sull’Ancona ed è considerato dai giudici socio occulto dal ’96 al ’99, quando viene sospettato che i maggiordomi prestassero la firma per affari miliardari. Paolo Pomicino, europarlamentare sponsor dell’operazione Gaucci, chiede le dimissioni del sindaco. Sull’idea di chiedere il blocco del campionato, il tribunale decide entro un paio di giorni. Mentre nel giro di 24 ore è atteso il verdetto del Consiglio di stato sul progetto Gaucci, che assicura alla curatela fallimentare 46 milioni per rilevare il Napoli con un fitto d’azienda.
10 agosto – Il Tribunale boccia il Lodo Petrucci e circola il nome di Baggio
Luciano Gaucci segna un gol. Il giudice del tribunale di Napoli, Giancarlo Posteraro, dispone che il titolo sportivo della fallita Ssc Napoli non vada attribuito a soggetti diversi e dai suoi aventi causa. È di fatto una bocciatura del Lodo Petrucci e un colpo inflitto alla Figc, che viene invitata a rispettare la sentenza sul ricorso presentato dalla curatela fallimentare, proposto dai professori Francesco Fimmanò e Alfredo Contieri. Per il 25 agosto è fissata l’udienza di comparizione delle parti. “Il titolo sportivo per una società calcistica – si legge – rappresenta un elemento aziendale genetico, strutturale e indefettibile. È addirittura funzionale e necessario all’esercizio dell’impresa calcistica, rappresentando di fatto il bene patrimoniale principale dell’azienda. Il titolo sportivo non può circolare autonomamente”. Gaucci esulta. “Sono contento e soddisfatto – dice – del coraggio mostrato dai giudici. È una conferma che il lodo Petrucci non esiste. La giustizia ordinaria è una giustizia giusta e rispetta le leggi, quella sportiva da un po’ di tempo invece le interpreta. Sicuramente Coni e Figc insisteranno nel fare altre azioni ma il Napoli merita di stare in serie B: sono state fatte tante eccezioni, non vedo perchè non si debbano fare anche per il Napoli”. Poi lancia un messaggio ai tifosi sul mercato. “Stiano tranquilli, la squadra la farò, non mi mancano gli strumenti”. Gira il nome di Roberto Baggio. Gaucci lo lascia girare. “Se è disposto a venire a Napoli siamo pronti ad accoglierlo volentieri”.
La Figc accusa il colpo. Per non andare a un braccio di ferro con il tribunale, Carraro decide di attendere. Il suo uomo al tribunale è il professor Astolfo Di Amato, è lui a informare il consigliere federale Mario Gallavotti. Reagisce invece il sottosegretario Mario Pescante, che è ad Atene, all’assemblea del Cio prima dell’inizio delle Olimpiadi. Dice: “La sentenza del tribunale è tecnicamente ben fatta, ma c’è il rischio che tutto l’impianto del Lodo Petrucci cada e questo sarebbe una rovina. La situazione del Napoli è particolare anche giuridicamente; però è positivo che il governo, un anno fa, abbia tracciato l’itinerario giuridico indicando Tar e Consiglio di Stato. Per alcuni sarebbe anche un bene che i partenopei ripartissero come è già accaduto a Fiorentina e Palermo; senza il Lodo Petrucci, però, sarebbero penalizzate le speranze di altre tifoserie”. In Figc ragionano sulle prossime mosse: l’attribuzione della materia al Tar del Lazio. A tarda sera l’annuncio. Per rispetto verso il tribunale, ci si ferma con il Lodo Petrucci. In attesa che il 12 si esprima il Consiglio federale.
11 agosto – Un nome nuovo per il Napoli: Aldo Caretti, appoggiato da Luis Gallo
Alle ore 8 e 45 arriva in Federcalcio a Roma la diffida del tribunale di Napoli, con la quale si vieta di mettere le mani sul titolo sportivo della fallita Ssc Napoli. La curatela lo reclama per sé. La diffida viene consegnata anche al ministero dei Beni culturali. Il professore Fimmanò che l’ha seguita da vicino ricorda alla Figc che andando avanti con il Lodo Petrucci potrebbe scattare a questo punto una indagine della Procura con due ipotesi di reato: concorso in bancarotta e inosservanza di un ordine del giudice a tutela del credito.
Cambia pure lo scenario a Napoli, dunque. Paolo De Luca rinuncia al Lodo Petrucci e formalizza davanti alla Fallimentare la richiesta d’acquisto della “scatola” Napoli: offre 10 milioni e una royalty sugli incassi dei prossimi 10 anni. Il nome nuovo che si fa avanti è quello di Aldo Caretti, vomerese, fondatore della Caretti family group Inc con base a Los Angeles: la sua offerta è di 26 milioni in contanti. Ha il sostegno di Luis Gallo, figlio di Ellenio, ex presidente. Alla vigilia del Consiglio federale, gli unici che hanno le carte in regola per il Lodo Petrucci congelato dalla Figc sono Luis Vinicio e la sua Lega Azzurra. Il giorno dopo è prevista l’elaborazione dei calendari di serie B. “Noi andiamo avanti nel rispetto delle norme. Se il governo vuole, può emanare un decreto legge, non ci si può fermare davanti a minacce e avvocati”, fa sapere Franco Carraro, presidente Figc. Gianni Letta, da Palazzo Chigi, invita a seguire la sentenza del tribunale. Gli hanno telefonato il sindaco Iervolino, Bassolino, Pomicino e Mastella. Anche Gaucci in visita a Palazzo Chigi, per ricordare che prima di tutti ha presentato un’offerta alla Fallimentare: 46 milioni da pagare in 5 anni. Ma la Fallimentare si è riservata di controllare le garanzie presentate.
12 agosto – Il Napoli è solo una X nei calendari di calcio
Un giorno storico, ma nero. Per la prima volta nella sua storia, il Napoli non viene inserito nei calendari del calcio. Il Consiglio federale vota la linea dell’intransigenza, nonostante la decisione del tribunale di Napoli di bloccare il Lodo Petrucci per non assegnare il titolo sportivo “a soggetti diversi dalla società fallita e a chi l’ha affittata”, vale a dire Luciano Gaucci. Il Napoli, con l’Ancona, viene estromesso dalla serie B. Al loro posto Pescara e Bari. La sola concessione fatta al tribunale dalla Figc è il congelamento del Lodo Petrucci, “per rispetto”, spiega il presidente Carraro. In realtà è timore di un’azione penale, che la curatela potrebbe avanzare con l’ipotesi di reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Galliani commenta: “Il mondo del calcio è compatto, è stata intrapresa una strada di assoluto rigore, le regole vanno rispettate”.
Il 12 agosto 2004, il Napoli è solo una X nel calendario di C1, ma la sua sorte verrà stabilita solo il 1 settembre. In teoria, per l’accesso al Lodo Petrucci, in questo momento sono rimaste soltanto due proposte notificate al tribunale civile. La prima da parte dell’Azzurra Spa di Luis Vinicio, la seconda avanzata da Paolo De Luca, presidente del Siena, che offre 10 milioni più una royalty di 10 anni sugli incassi. Il tribunale si dice sorpreso dalla decisione della Figc. Alfredo Contieri e Francesco Fimmanò, i due consulenti, studiano un secondo ricorso con il quale chiederanno il blocco delle partite di Coppa Italia, in programma il giorno dopo. Non sarà ripetuta la richiesta di blocco della B perché già ignorata una volta. Protesta Pomicino, sponsor di Gaucci: “Inaudito il comportamento di Figc e Lega. Dopo la Fiorentina promossa dalla C2 alla B e il salvataggio del Parma, si punisce il Napoli che ha difeso sul campo la serie B”. Gaucci non si arrende: “Lotterò per la B. Credo nei giudici e nel governo. Letta mi ha detto che alla fine si sistemerà tutto. Sono abituato a vincere”. Annuncia querele per chi avanza dubbi sull’offerta da 46 milioni avanzata alla curatela fallimentare, che a sua volta sta controllando le garanzie. Il tifo organizzato è con lui. “Vogliamo solo la B e con Gaucci”.
13 agosto – Carraro indagato, Gaucci si dimette dal Perugia
Alle 7 e 15 del mattino i consulenti della Fallimentare, Alfredo Contieri e Francesco Fimmanò, presentano un nuovo ricorso in tribunale: chiedono di annullare le partite di Coppa Italia in cui sono impegnate Pescara e Bari, le squadre ripescate in B al posto del Napoli. Chiedono di sospendere la B e di cancellare il calendario. Cinque ore dopo, c’è già la sentenza del giudice Renato Lipani. Il ricorso è accolto, viene confermata la linea secondo cui il titolo sportivo della Ssc Napoli non può essere ceduto. È una nuova puntata nel conflitto tra la curatela e la Figc. Ma il caos è totale. Nel decreto c’è la data sbagliata di una partita: Pescara-Rimini si gioca il 18, non il 14. Viene informato subito anche il pm Piscitelli, che apre un fascicolo e iscrive nel registro degli indagati Franco Carraro con l’ipotesi di reato di inottemperanza dolosa a provvedimento del giudice.
La notizia arriva in Figc attraverso il Tg, alle due del pomeriggio. “Provvedimento, sbagliato, contraddittorio e pericoloso”, commenta il legale Mario Gallavotti. La notifica però non arriva, perché di venerdì gli uffici chiudono alle 14. Gallavotti attacca i giudici con una frase che fa scalpore: “C’è una frenesia nella quale il caldo fa la sua parte”. In serata deve correggersi: “Frasi dettate dallo stupore, senza intento polemico”. Chi non si sottrae allo scontro dialettico è Galliani, presidente della Lega: “Le partite di Coppa Italia si giocheranno regolarmente”. In effetti il provvedimento del tribunale è fuori fuoco: chiede di bloccare le partite di Bari e Pescara che però in Coppa Italia avrebbero giocato lo stesso, anche senza l’esclusione del Napoli dalla B. La situazione è ormai fuori controllo. Scatta un groviglio di telefonate. Mastella chiama il presidente della Repubblica Ciampi. Bassolino chiama Letta e gli dice che “appare saggia e giusta la partecipazione del Napoli alla serie B”. La Iervolino si offre con il ruolo di mediatore e dice: “Una questione sportiva che poteva risolversi con un po’ di buon senso è diventata una guerra”. Ma tra Fallimentare e Figc lo scontro insanabile è sulla serie in cui il Napoli giocherà: la B per la prima, al massimo la C1 per la seconda.
Intanto Gaucci si dimette dal Perugia per combattere meglio su Napoli. Ma il suo Napoli, il 13 agosto, non esiste.
14 agosto – Il caso Napoli arriva alle Olimpiadi di Atene, l’intervento di Ciampi
L’estate calda del Napoli arriva fino ad Atene, dove sono appena cominciate le Olimpiadi. Franco Carraro, presidente Figc, incontra Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica, buon amico della città. Ciampi spende la sua illustre voce nella querelle: “Si faccia di tutto per aiutare il Napoli, nel rispetto delle regole” si raccomanda. È presente anche Petrucci, presidente del Coni. Ciampi dice: “Il calcio è un patrimonio della città, una soluzione bisogna cercarla”. Il punto è quale. Per la Figc le regole mandano il Napoli in C1, per lo Stato e i suoi tribunali le regole mandano il Napoli in B e indagano Carraro.
La Iervolino ringrazia Ciampi: “Fa sempre sentire la sua voce. Come per la Coppa America”. La Fallimentare fa saltare l’incontro previsto con la Figc, i giudici sono irritati per il commento dell’avvocato Gallavotti del giorno prima (“Frenesia nella quale il caldo ha la sua parte”). Ma prende corpo l’ipotesi di un compromesso, un Lodo Petrucci bis, con la Fallimentare che gestisce l’aspetto economico e la Figc che cura l’aspetto sportivo. La dichiarazione che apre uno spiraglio è la seguente: “Non tifiamo per nessuno. Con Gaucci c’è coincidenza di interessi. Porta 46 milioni, a noi spetta proteggere i creditori. Anche se il Napoli giocherà in serie Z”. Ma se il Napoli va in serie C1, non in serie Z, i 46 milioni di Gaucci non ci sono più. Per la C1 si dice disposto a pagare al massimo 9 milioni. E in questo caso sarebbe in vantaggio Paolo De Luca, che ne offre 10.
In Coppa Italia, in ogni caso, si gioca regolarmente Bari-Messina.
16 agosto – Caso Napoli, Blatter scrive a Carraro
La Figc si cautela e accetta la decisione del tribunale di Napoli, bloccando le partite di Coppa Italia presenti nel decreto del giudice: sospese Crotone-Bari, Pescara-Rimini e Ternana-Pescara. “Fino a quando la decisione del giudice civile del tribunale di Napoli non sarà sostituita da altra decisione – spiega l’avvocato Giulia Bongiorno – la Figc deve ottemperare. Questo non significa condividere, ma ubbidire. Uno sforzo per evitare la paralisi del calcio”. Sembra un elemento di chiarezza, invece è solo una ulteriore incertezza che si aggiunge alla vicenda. Blatter, presidente della Fifa, scrive a Carraro per ricordargli che i club non possono adire la giustizia ordinaria o rischiano sanzioni. Ma quale club, se il Napoli non esiste?
Esistono solo dei calciatori in attesa di uno squillo di Gaucci, che in virtù dell’offerta da 46 milioni si sente il titolare del titolo sportivo. La curatela specifica che i calciatori della vecchia Ssc Napoli non sono autorizzati a partire per nessun ritiro, dal 5 agosto sono svincolati di autorità dopo il fallimento. Angelozzi, il ds incaricato di allestire la squadra, ha per adesso riunito solo un po’ di ragazzi della Primavera del Perugia. La sede individuata per il ritiro è Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata. L’allenatore Gregucci contatta Stendardo e Mascara. Gaucci invita a restare sette ex: Floro Flores, Montezine, Bernini, Marcolin, Platone, Esposito e Sesa. Ma chiedono certezze in tempi brevi.
17 agosto – Gaucci va avanti e organizza l’amichevole Napoli-Libia al San Paolo
L’apertura della Figc verso la Fallimentare non placa Gaucci né le sue azioni giudiziarie: l’avvocato Furgiuele presenta una querela alla Procura di Napoli contro ignoti nella quale si ipotizzano una serie di reati tra cui l’elusione dolosa di un provvedimento del giudice, l’abuso d’ufficio, la distrazione o sottrazione dei beni del fallito, in questo caso il titolo sportivo del Napoli. L’obiettivo è Carraro. Il sindaco Iervolino ribadisce la sua preoccupazione: “Aspettiamo con angoscia le prossime scadenze”.
Ad Abbadia San Salvatore, intanto, sono attesi calciatori, allenatore e dirigenti della Napoli Sportiva, la squadra virtuale di Gaucci a cui i napoletani affidano la speranza di rivedere il calcio in città. Agli ordini dell’allenatore Gregucci, ci sono anche alcuni dei giocatori andati in campo con il Napoli nella stagione precedente: Montesanto, Brivio, Platone, Bernini, Sesa, Esposito e Marcolin, da definire la posizione di Floro Flores ed Esposito. “Non vedo l’ora di cominciare. C’è tempo per rinforzarsi, spero che qualche amico ci dia una mano”, dice Gregucci, che pensa in particolare a Roberto Mancini, del quale è stato collaboratore alla Lazio. Gregucci spera di avere qualche giocatore in prestito dall’Inter. Mentre Gaucci prova a organizzare un’amichevole con la nazionale libica al San Paolo per il 24 agosto, grazie ai suoi rapporti con Gheddafi jr.
18 agosto – Comincia il ritiro del Napoli di Gaucci. Pronta un’offerta di Pozzo
Comincia ufficialmente ad Abbadia San Salvatore il ritiro della Napoli sportiva di Gaucci: 18 convocati. Mancano Kalac e Fusani, i giocatori che il Perugia avrebbe dovuto girare in prestito. Il ds Angelozzi lascia trapelare che hanno rifiutato, ma da Perugia Alessandro Gaucci, figlio di Luciano, presidente del club umbro al suo posto, fa sapere che nessun calciatore sarà ceduto al Napoli. È una guerra in famiglia. In ritiro ci sono invece: Montezine, Bernini, Montesanto, Brivio, Marcolin, Sesa, Mariano Stendardo. I nuovi sono: Drazen Bolic, 33 anni, svincolato dall’Ancona dopo il crac dei marchigiani. Dice: “È una scelta di vita”. Poi lo svizzero Stefan Balmer, 28 anni, terzino sinistro del Wil. Poi Diego Palermo, 24 anni, difensore ex Lucchese. Il ds Angelozzi confessa il suo grande rimpianto: “Speravo di convincere anche l’argentino Zavagno, ma ha preferito valutare offerte del suo paese”. E vabbè, niente Zavagno.
Paolo De Luca, fermo sulla sua offerta da 10 milioni, attacca Gaucci: “Questo ritiro è una cosa folcloristica, sembra un ritiro spirituale”. In tribunale intanto si aggiunge un nuovo pretendente alla scatola-Napoli. È Giampaolo Pozzo, patron dell’Udinese. Pierpaolo Marino, suo uomo di fiducia, conferma: “Nei prossimi giorni sarà presentata un’offerta alla curatela per rilevare il Napoli. Se tutto andrà come speriamo, metteremo a disposizione la nostra organizzazione e le nostre conoscenze del mercato internazionale. Allestiremo una squadra competitiva, sia per la B che per la C, non sarà un problema”. Marino dovrebbe fare il presidente.
19 agosto – Al fianco di Gaucci, per salvare il Napoli, spunta Preziosi
Al fianco di Gaucci spunta un nuovo alleato, Enrico Preziosi, presidente del Genoa. Due anni prima aveva abbozzato una trattativa per comprare il Napoli. Dice: “Farò di tutto perché Gaucci abbia un Napoli competitivo in serie B”. Potrebbe girargli in prestito Bjelanovic, Marco Rossi, Carparelli e Mihalcea. Inoltre il Genoa sarà anche la prima avversaria in amichevole al San Paolo, il 24 agosto. La sfida immaginata con la nazionale libica di Gheddafi slitta nei progetti a settembre. In ritiro, al lavoro con Gregucci, c’è il terzino Toni Vidigal, fratello di José Luis.
Franco Carraro fa sapere che il giorno dopo sarà a Castelcapuano per incontrare i giudici e fare chiarezza sul fronte della proprietà e del titolo sportivo. La sua posizione non è cambiata: l’unica possibilità per il Napoli tra i professionisti è la serie C. Proprio per questo Gaucci si affretta a presentare un nuovo ricorso con cui chiede l’iscrizione della Napoli Sportiva alla serie B. “Sono io il legittimo proprietario del club azzurro perché ho investito tempo e danaro e mi batto per ottenere la serie B”. Le altre cordate che puntano al Lodo Petrucci? Gaucci le chiama “operazioni di sciacallaggio”. L’ultima offerta, quella di Pozzo, si ferma a 10 milioni. Intanto i giornali raccontano le rivelazioni di un alto funzionario del fisco, secondo cui Gaucci è in debito con lo Stato per 100 miliardi di lire. Dice: “Se Gaucci compra il Napoli manifestando un arricchimento, il fisco interviene e sequestra”.
20 agosto – Carraro si becca le uova in Tribunale e Pozzo offre 23 milioni per il Napoli
È il giorno della missione napoletana di Franco Carraro, che si reca nelle aule di Castelcapuano per incontrare i giudici. Partecipano anche Bassolino e Iervolino. Carraro paga un prezzo alto: quattro uova lanciate contro la sua auto. Ma esce con una vittoria diplomatica. Propone la riformulazione del Lodo Petrucci in un Lodo Napoli, con il quale intende attribuire pieni poteri e totale autonomia sul titolo sportivo alla curatela fallimentare. La Figc conserverebbe per sé la ratifica. A una sola condizione: la serie C1.
In sostanza la Figc, che rinuncia ai 7 milioni di partecipazione al Lodo, dà il via libera a un’asta presso la Fallimentare, che così potrebbe garantire i diritti dei creditori. Bassolino e Iervolino, che reclamavano la serie B, si ritirano. In pole position si presenta allora Giampaolo Pozzo, che rilancia la sua offerta fino a 23 milioni di euro, valida anche per la C1. Una cifra dinanzi a cui il tribunale vacilla e si dice pronto ad accettare la mano tesa della Figc. Nei prossimi giorni una risposta, si può firmare il 23 agosto. Pierpaolo Marino, braccio destro di Pozzo e candidato alla poltrona di presidente del Napoli, chiede che si faccia in fretta.
Gaucci è furioso. “È una manovra per farmi fuori. Adesso il Napoli lo vogliono tutti, ma alla scadenza dei termini per il Lodo Petrucci nessuno ha messo i soldi richiesti. Erano 7 milioni e nessuno li aveva”, dice dal ritiro ad Abbadia San Salvatore, dove incontra la squadra e rivela che la Figc si oppone all’amichevole con il Genoa in quanto la Napoli Sportiva non è ancora affiliata. I 46 milioni che offriva per la B diventerebbero 9 in caso di C1. Si sente dunque messo fuori gioco da Carraro, nemico storico.
21 agosto – Il Napoli di Gaucci batte l’Amiata 7-2. Doppietta di Adorno
In tribunale rientra dalle ferie il giudice Enrico Caria, che seguì l’istruttoria sul fallimento e scrisse la sentenza. E con lui arriva un colpo di freno alla proposta della Figc chiamata “Lodo Napoli”: titolo messo all’asta dal tribunale, somma girata ai creditori, iscrizione in C1. Caria sostiene ancora l’ipotesi serie B. La Fallimentare chiederebbe insomma garanzie per un ripescaggio e un allargamento del campionato di B. Fissata una riunione per il giorno dopo.
Intanto la Napoli Sportiva di Gaucci gioca la prima amichevole contro una selezione dell’Amiata. Finisce 7-2. Le cronache raccontano di una squadra schierata con il 4-4-2. Formazione: Concetti portiere, difesa con Montervino a destra, Stendardo e Bolic centrali, Balmer a sinistra; a centrocampo Bernini, Montesanto, Marcolin e Schettino, in attacco Sesa ed Esposito. Doppietta del giovane paraguaiano Adorno. In gol anche Schettino, Bolic, Sesa, Esposito e Marcolin. Gli spettatori sono 500. Poi Gaucci porta tutti a festeggiare a Torre Alfina, nel Lazio.
22 agosto – La lite per il Napoli continua. La cordata Pozzo vorrebbe il portiere Handanovic
Nella sua tenuta a Torre Alfina, Gaucci convoca Rai e Sky e annuncia: “Se passa il Lodo Napoli saranno ingenti i danni per me e ingenti le cause”. Per l’avvocato si tratta di 80 milioni. “Il Napoli è mio, ci spetta la B”. Lo fa alla vigilia del giorno chiave sulla proposta Figc che comprende: asta gestita dalla Fallimentare, azzeramento della tassa federale di 7 milioni, i proventi girati dal tribunale ai creditori, iscrizione in C1. La Fallimentare dovrà riunirsi entro 24 ore per decidere se accoglierlo, intanto tra i giudici emergono maggiori dubbi rispetto ai giorni precedenti e la Figc lancia un messaggio: “Nell’interesse di Napoli, meglio fare presto”. Un invito ad accettare la C1 prima che sia tardi. Le manovre di Gaucci intanto non finiscono. Modifica la società lasciando la presidenza a Pietro Perlingieri, l’a.d. è Salvatore Sarcone, nomina dirigente il commercialista Francesco Serao, altri due posti nel cda li lascia a Comune e Fallimentare.
In caso di asta per il Lodo Napoli, invece, la sfida vera sarebbe a tre: Gaucci, De Luca e Pozzo, che però non aveva presentato l’offerta nei termini. Un ostacolo aggirabile abbinandosi alla cordata vesuviana degli imprenditori Nusco, Ambrosio e Langella, ma la presenza di Ottavio Bianchi sarebbe incompatibile con quella di Marino, che da Udine fa circolare come possibili rinforzi i nomi dell’argentino Sosa, del brasiliano Toledo e del portiere Handanovic. Dei continui colpi di scena si lamenta la Azzurra Calcio di Luis Vinicio: “Non esiste alcun concorso i cui partecipanti non vengono informati delle variazioni dei requisiti per aderire a quel concorso”. Con Vinicio ci sarebbe un ruolo per molti ex: Montefusco, Abbondanza e Specchia.
23 agosto – Il ministro Urbani interviene sul caso Napoli
Sul caso Napoli si fa sentire il governo con la voce del ministro Urbani, da Atene, ai Giochi olimpici. “Con il Coni e la Federcalcio, da quando abbiamo riformato la legge Melandri per dare autonomia allo sport, ci sono stati problemi di interpretazione. Se ci fossimo intesi di più e meglio io avrei preferito che la questione del Napoli non andasse in tribunale: si poteva, con la Federcalcio, ragionare in uno spirito di collaborazione. Invece la cosa è finita in mano ai giudici, e adesso ovviamente non si può far altro che aspettare le decisioni del tribunale, e rispettarle”.
Forte di questa linea, al termine di una riunione di 8 ore, la Fallimentare sceglie la linea del pugno duro con la Figc sulle cause ancora aperte. “Vanno avanti”, annuncia il giudice Vito Frallicciardi. E dunque il 25 agosto si attende la nuova udienza sul blocco della serie B. Nel frattempo entro 24 ore si darà una risposta sul Lodo Napoli. I giudici napoletani, che ancora insistono per un ripescaggio in serie B, nell’interesse dei creditori, chiederebbero delle modifiche prima di accettarlo. Vogliono che sia la Figc a farsi carico di eventuali azioni di risarcimento danni. Gaucci infatti minaccia di chiedere 80 milioni.
Nel ritiro di Abbadia San Salvatore, intanto, arriva un nuovo acquisto. Il difensore Matteo Rossi, marcatore centrale, svincolatosi dall’Ancona fallito. Gregucci vuole vederlo in amichevole il 4 settembre con il Grosseto. Salta invece la partita prevista per il 26 agosto contro il Genoa, invisa alla Figc. Preziosi si tira indietro: ufficialmente per paura di infortuni dopo una brutta sconfitta in Coppa Italia.
24 agosto – Si affaccia un nuovo pretendente per il Napoli: Aurelio De Laurentiis
Per il secondo giorno di fila, dalle Olimpiadi di Atene, interviene il ministro Urbani, che accusa Coni e Figc di aver gestito male il caso Napoli. “La federazione si è scontrata con un fatto nuovo: un tribunale ha detto che la disponibilità di un titolo sportivo non è illimitata. Maneggiando il titolo sportivo di una società per azioni, non si può fare quello che si vuole e che viene in mente. Mi auguro una soluzione di buon senso”. Petrucci, numero uno del Coni, replica: “Le regole ci sono e vanno rispettate”. La Figc tace. Ma è sempre più scontro politico, alla vigilia della nuova sentenza del tribunale sul blocco della serie B.
Intanto, da Castelcapuano, parte una documentazione in Figc con una controproposta sul Lodo Napoli: chieste otto lettere di manleva a Carraro per farsi carico di eventuali ricorsi giudiziari in seguito alla cessione del titolo sportivo. Difficile che la Figc possa farsene carico. Di sicuro c’è che l’interesse intorno all’asta che si profila in tribunale cresce giorno per giorno. Un nuovo pretendente si affaccia alla Fallimentare. È rappresentato dallo studio legale Cipriani-Martinelli ed è il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis. La sua offerta è sorprendente: 25 milioni cash in caso di serie C1, 47 se dovesse arrivare la serie B. Uno in più di Gaucci. Spiazzato Pozzo. Già nel 1999 De Laurentiis si era presentato sulla scena, accanto all’ex presidente Roberto Fiore, dicendosi pronto a subentrare a Ferlaino con una formula bizzarra: 100 miliardi sul tavolo, 50 a Ferlaino per tenersi la Ssc Napoli e consegnare in Figc il titolo, altri 50 per comprare a sua volta il titolo. Ma un titolo sportivo, fece notare all’epoca la Figc, non si compra.
25 agosto – I tifosi sono con Gaucci, da Capri parla de Laurentiis
L’attesa sentenza sul blocco della serie B slitta. Mille tifosi fuori Castelcapuano, la polizia costretta a chiudere le strade nei paraggi, due striscioni ai palazzi di fronte: “Figc: la legge non è uguale per tutti” e poi “O B o nulla”. Otto ore di camera di consiglio, poi il giudice Mungo rinvia le parti al 27 agosto. La soluzione della crisi si allontana. Gaucci spedisce una dura raccomandata al ministro Urbani: “È necessario il commissariamento della Figc per gravi irregolarità nei confronti dei creditori della Ssc Napoli”. Poi presenta un ricorso al tribunale civile contro il curatore fallimentare del club, Nicola Rascio. “Esiste già un contratto di cessione col fitto d’azienda. Dev’essere revocata l’asta per l’assegnazione in serie C1 del titolo sportivo”, dice Gaucci. Il tifo organizzato, dopo qualche giorno in ritiro ad Abbadia San Salvatore, è sempre più vicino a lui. “Siamo al suo fianco. Se non ci fosse lui, già saremmo tra i dilettanti. Non ci interessa il contentino della C1”. Dal ritiro arriva la notizia della vittoria in amichevole per 10-1 sulla Spes Olimpica di Roma, ma è un giorno in cui i tifosi napoletani sono scossi per le notizie che arrivano dall’Argentina. Dalla clinica psichiatrica di Ituzaingò, dov’è ricoverato, Maradona dice in tv: “Maledetta cocaina, se oggi incontrassi chi me l’ha offerta la prima volta gli direi: vaffanculo”. E scoppia in lacrime.
Da Capri invece parla il nuovo pretendente al Lodo Napoli, il produttore cinematografico De Laurentiis. Dice: “Sono fermamente convinto che il recupero dell’Italia passi anche attraverso grandissimi investimenti sul Sud, che ha delle potenzialità inespresse e gigantesche. Non c’è dubbio che la città di Napoli meriti cura e attenzione e rappresenti la massima espressione del Sud. Bisogna lavorare in modo moderno e con perseveranza. Il Calcio Napoli potrebbe promuovere felicemente il lato migliore di questo Sud, così tanto ignorato e bistrattato…”.
26 agosto – Gaucci vuole 80 milioni dalla Federcalcio, De Laurentiis prepara il Napoli Soccer
Tra Fallimentare e Figc è guerra aperta. La Figc tenta un blitz e chiede un provvedimento d’urgenza al Tar del Lazio sulle cause aperte sul caso Napoli, probabilmente sentendosi all’angolo: la sentenza è attesa entro pochi giorni. L’opposizione della curatela fa saltare i piani. La Figc attacca: “La prosecuzione dei giudizi a Castelcapuano potrebbe arrecare gravissimi e ingiustificati danni, dei quali la Figc si riserva di richiedere il risarcimento nelle sedi più opportune e nei confronti di chi li avrà causati. La Figc si augura che con ragionevolezza e serietà ci si occupi di conseguire l’obiettivo di consentire alla città di Napoli di avere una sua squadra nell’ambito del settore professionistico, nel rispetto della normativa federale”. Gaucci rilancia la sua battaglia e attraverso i suoi legali recapita una nuova diffida alla Federcalcio: risarcimento da 80 milioni nel caso in cui non ci fosse il riconoscimento del contratto di fitto d’azienda. Ma emerge che quel contratto la curatela non l’ha mai firmato.
Intanto la squadra prosegue il suo precampionato: 6-0 in amichevole contro l’Agropoli (campionato Eccellenza): doppietta del paraguayano Adorno, gol di Sesa su rigore, Gennaro Esposito, Schettino e dell’argentino Vigna. Chiuso il periodo in prova del fratello di Vidigal e dello svizzero Balmer. Proseguono pure le grandi manovre per chi punta alla C1. Il produttore cinematografico De Laurentiis affilia un nuovo club: Napoli Soccer. Pozzo promette: “Se tocca a me apro un ciclo”. Entro la mezzanotte vanno depositate le nuove offerte di Caretti e De Luca con le fideiussioni.
27 agosto – In diecimila al tribunale per la sentenza sul titolo sportivo del Napoli
Giornata interlocutoria. Sale l’attesa per i due verdetti del giudice Mungo, attesi l’indomani. Il tribunale deve pronunciarsi sulla proprietà del titolo sportivo appartenuto alla Ssc Napoli e sull’iscrizione di una squadra di Napoli al campionato di serie B, iscrizione negata dalla Figc. I tifosi della sigla Orgoglio Partenopeo annunciano 10mila persone al tribunale e raccontano di pullman in arrivo anche dal nord Italia. La Figc fa sapere che eccepirà: “Solo il Tar del Lazio può deliberare in materia”. La curatela replica: “L’inventiva di Figc e Coni raggiunge il colmo nella creazione in vitro di questa singolare eccezione. Non si comprende secondo quale principio processuale si possa porre una questione di improcedibilità”. Presa dai guai del calcio, la città sottovaluta la relazione semestrale spedita dalla Direzione investigativa antimafia al parlamento. Contiene una frase che quel giorno nessuno interpreta come profetica: “La camorra è interessata all’emergenza rifiuti”.
28 agosto – Gaucci denuncia Carraro per il Lodo Petrucci
Ancora un rinvio in tribunale. Slittano le attese sentenze del giudice Mungo su proprietà del titolo sportivo della Ssc Napoli e sulla categoria in cui una squadra di Napoli debba giocare. Al termine di un’udienza di 8 ore, dalle 11 e 30 alle 19 e 15, il giudice si riserva di decidere in 48 ore. Tutte le parti in causa escono dall’aula convinte di aver ragione. Una giornata che vive anche un risvolto grottesco: a metà mattinata si spegne il computer e sparisce il file su cui si stava verbalizzando l’udienza. È necessario così recuperare l’intera registrazione perduta.
Nonostante la tensione, Figc e Fallimentare riprendono comunque a discutere di una transazione per la C1. Giampaolo Pozzo rilancia e offre accanto ai 23 milioni per la C1 anche la manleva per eventuali ricorsi. Ma pone un ultimatum. “O si tutto entro il 30 agosto o mi ritiro”. Pierpaolo Marino, candidato a fare il presidente in caso di vittoria della cordata friulana, aggiunge: “Il mercato chiude il 31, dopo non c’è più tempo”. La Fallimentare non trema: “Libero di ritirarsi quando vuole”. Gaucci annuncia di essersi rivolto alla Procura della Repubblica e di aver denunciato Carraro per il Lodo Petrucci. In mattinata è ad Abbadia San Salvatore dalla squadra. Pranza con l’allenatore Gregucci e gli promette di chiedere una deroga in Lega per prolungare il mercato oltre il 31 agosto. Gregucci dimentica di porgli una domanda: sì, ma a quale Lega?
29 agosto – Il Napoli all’asta: Pozzo si ritira, De Laurentiis medita di seguirlo
A 24 ore dalle sentenze del tribunale, si ritira il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo. Attacca: “Troppa confusione, non c’è più tempo per intervenire sul mercato. Aspetto solo una chiamata della curatela”. Poi manda una stoccata agli altri pretendenti: “I ricorsi? Sono solo un bluff”. È sul punto di ritirarsi anche il produttore cinematografico De Laurentiis, i suoi legali attraverso una nota diffusa all’Ansa fanno sapere: “Lo stiamo convincendo a ritirare l’offerta, visto che la manleva dà titolo di preferenza nell’asta”.
Alla battaglia giudiziaria, che dopo la sentenza del tribunale prevederebbe comunque gli altri gradi di giudizio ed eventuali ricorsi, esiste una sola alternativa: una transazione tra Fallimentare e Figc, con un’asta milionaria gestita dal tribunale e l’accettazione della C1. Le regole vengono consegnate al professor Rascio con l’etichetta di “consultazione esplorativa”. Sono tre pagine spedite via fax: i pretendenti vengono invitati a riformulare le loro offerte entro le ore 12 del giorno successivo. La proposta d’acquisto, chiarisce la Fallimentare, comprende il marchio della Ssc Napoli e i trofei custoditi nel caveau del Banco San Paolo. Ma il nuovo proprietario dovrà farsi carico dei rapporti di lavoro della precedente società. Base d’asta: 25 milioni, da pagare con assegno circolare. Tutto questo in caso di transazione con la Figc per la C1. Ma per l’ipotesi di un ripescaggio in serie B sarà dovuta un’ulteriore somma pari al 50% del prezzo fissato.
30 agosto – Il Napoli di Gaucci batte 17-1 il Fiumicino. Quattro gol di Adorno
Ennesimo rinvio, di altre 24 ore, da parte del giudice Mungo, chiamato a decidere sulla proprietà del titolo sportivo dell’ex Ssc Napoli e sulla categoria di appartenenza. Nulla trapela, se non un pessimismo della Figc. Perciò i giornali e la città si convincono che sia vicino il ripescaggio in serie B. La Figc si dice disposta a rinviare il suo Consiglio del 1° settembre, con il quale si doveva fissare l’iscrizione del Napoli alla C1. “Non prenderemo alcun tipo di decisione per rispetto nei confronti dei giudici napoletani”.
Tira aria di decisioni congelate in attesa del verdetto e dei ricorsi di urgenza. Il caso Napoli però si espande. Il tribunale de L’Aquila ordina il blocco di C2 e D per mettere all’asta il titolo del club abruzzese fallito. Figc e Leghe sono disperate. In questo clima, nessuno dei pretendenti al Lodo Napoli si dice disposto a riformulare un’offerta alla Fallimentare. Un pasticcio totale. Dopo una riunione fiume a Capri, il produttore cinematografico De Laurentiis è a un passo dal ritiro. “Al 99% lasceremo perdere”, dichiarano dallo studio legale Cipriani-Marinelli. Marcia indietro per Caretti e Gallo. “I nostri 25 milioni sono vincolati a un posto in B”. Gli imprenditori vesuviani della Napoli Sport dichiarano di volersi fermare alla prima offerta: 5 milioni subito, altri 7 come percentuale sui futuri introiti. Il solo disposto a rilanciare è Paolo De Luca, pronto a salire a 15 milioni per la C1 e 23 per l’eventuale ripescaggio in B. Vinicio e la sua Lega Azzurra vanno invece dal Tar per chiedere l’applicazione nuda e cruda del Lodo Petrucci com’era previsto in origine dalle regole: 7 milioni di euro da versare in Federcalcio per ripartire dalla serie C1.
Il presunto Napoli di Gaucci prosegue il suo paradossale ritiro e batte 17-1 il Fiumicino con 4 gol di Adorno. Il 18enne Diego Armando Maradona junior sta invece per salutare le giovanili, il Genoa gli offre un posto nella sua squadra Primavera.
31 agosto – Il Tribunale boccia il Napoli di Gaucci. Incidenti in città. De Laurentiis arriva all’alba da Capri: ecco 31 milioni
Quel che non accade in un’estate, succede in un giorno. Dopo due udienze (16 ore compessive) e tre giorni di riflessione, in 34 pagine il giudice Mungo trasferisce “per difetto di giurisdizione” il conflitto tra Federcalcio e Fallimentare al Tar del Lazio. Si dichiara incompetente, applica il decreto salva-calcio del 2003 e di fatto cancella ogni speranza di riportare il Napoli in serie B. Annullata la richiesta di bloccare il campionato che non lo prevedeva fra gli iscritti. Deciderà il Tar il 6 settembre, udienza fissata dal consulente del curatore fallimentare, Alfredo Contieri. Se il Tar non modifica lo stato dei fatti, il Consiglio federale iscriverà il Napoli in C1. Ma quale Napoli? Non quello che Gaucci immaginava di aver messo in piedi in ritiro, chiamato Napoli Sportiva e allestito per andare in B con un contratto di fitto di ramo d’azienda. Gaucci protesta: “Napoli ha venduto la B ai padroni, non ha saputo difendere il calcio”. I tifosi a lui vicini scatenano incidenti in città: la stazione resta bloccata per un’ora.
Qui c’è il colpo di teatro, firmato dal produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis. Arriva a Napoli all’alba da Capri in motoscafo, corre in banca alle 8 e prepara 36 assegni da presentare alla Fallimentare: offre 31 milioni per la C1, pronti a diventare 50 nell’ipotesi minuscola di ripescaggio in B. È un’offerta che oscura tutte le altre. De Luca accusa ilcolpo: “Evidentemente c’è qualcuno che pensa di trovare il petrolio con il calcio, io non ne sono convinto. Ho due perplessità. La prima: perché De Laurentiis, disposto a un simile investimento, non ha evitato il fallimento e permesso al Napoli di restare in B? La seconda: come farà un imprenditore che viene dal cinema a creare una squadra in pochi giorni? Si vede che non dev’essere solo in questa avventura”. Pozzo prova a rientrare. Si rimette a disposizione della Fallimentare con la sua offerta da 23 milioni. “Aspettiamo notizie”, dice Pierpaolo Marino che lo affianca.
De Laurentiis racconta così la sua manovra e le sue ambizioni. Ha informato il sindaco Iervolino, il governatore Bassolino, poi una telefonata a Pomicino per chiedergli a che punto fosse Gaucci: “Ero a Capri, otto giorni fa ho deciso di presentare la mia offerta. Voglio entrare nel calcio, che non mi conosce. Il mio stile è fatto di serietà e passione, lavoro 20 ore al giorno. Faccio tutto con amore, sennò mi arrabbio e pianto lì. Non entro nel calcio a dispetto dei santi. Se i giudici della Fallimentare mi dicono che il Napoli è mio, eccomi. Ho presentato tutte le garanzie. Altrimenti, ringrazio e ciao a tutti. Voglio ripetere l’avventura di Diego Della Valle a Firenze. Dalla C1 alla B, alla A. Un fantastico volo. Porterei nel calcio amore, danaro, serietà, voglia di lavorare. Punto sul Sud. È l’Eldorado d’Italia. Voglio dimostrare che c’è tanto da fare. Il Veneto era la regione più povera d’Italia il secolo scorso, poco manca che sia la più ricca d’Europa. Il Sud deve individuare i suoi Benetton. Ne parlo sempre con Montezemolo a Capri, lui mi capisce. Bisogna crederci. Sono di origini campane. Ho fatto una ricerca fino al 1713. Antenati a Torella dei Lombardi, provincia di Avellino, il paese di Sergio Leone. Ho trovato avvocati, notai, anche un vescovo che avrebbe fondato la chiesa di Santo Stefano a Capri. Ho i contatti giusti e sono pronto se i giudici mi diranno di sì. Ho già scelto manager e allenatore. Voglio portare il Napoli lontano. Ho un grande progetto, il gioco è alto, ho calcolato tutto. Investo soldi e grande passione. Torno a Capri e aspetto”.
1° settembre – Il tifo reagisce con violenza al no a Gaucci e all’ascesa di De Laurentiis
Speravano nella serie B promessa da Gaucci. Il tifo napoletano reagisce al no del tribunale e all’ascesa di De Laurentiis con la violenza. Nella notte viene incendiata la sala stampa del centro di Soccavo, nella vecchia sede del Napoli. Una bottiglia incendiaria finisce contro i vetri di Castelcapuano, sede del Tribunale civile di Napoli. In serata, incidenti a piazza Grande Archivio. Per la Digos si tratta di operazioni di frange violente e isolate.
Aurelio De Laurentiis, dopo gli assegni presentati alla Fallimentare con cui è in pole position per rilevare il titolo sportivo e partecipare con il Napoli Soccer alla C1, fa sapere di essere disposto ad attendere la decisione della curatela solo cinque giorni. Intanto è pronto il calendario del girone B di serie C1. Presenta una X ed è il posto che viene lasciato libero per il Napoli. Si parte il 12 settembre alle 15, debutto in casa contro la Vis Pesaro. Il 17 ottobre derby con l’Avellino, il 7 novembre quello col Benevento. I playoff dal 29 maggio, le finali il 12 e 19 giugno.
L’improvvisa accelerata non scoraggia i 16 calciatori della Napoli Sportiva di Gaucci, che nel ritiro di Abbadia San Salvatore continuano ad allenarsi come se niente fosse successo. Attendono notizie da Gaucci, è anche arrivato il difensore Bolic che ha pattuito con il patron la possibilità di passare al Perugia nel caso in cui questo Napoli diventasse una squadra fantasma.
2 settembre – Tra De Laurentiis e il Napoli c’è l’ostacolo Gaucci
È il giorno dell’accordo tra la curatela fallimentare e la Figc. Uno scambio di fax formalizza la transazione per far ripartire il Napoli dalla C1. “Scegliete voi la nuova proprietà e comunicatecela”, dicono da Roma. Nel consiglio federale del 7 settembre tutto sarà ratificato. Il produttore cinematografico, in vacanza in Svizzera, a Gstaad, ribadisce ai suoi legali di avere fretta. “Se non si sistema tutto al più presto, ritiro la mia offerta”. Gli avvocati di De Laurentiis scoprono l’esistenza di un contratto fino al 2033: Naldi aveva ceduto la gestione del marchio azzurro a una società di proprietà del figlio Cesare. Per questo motivo si rende necessario un incontro con l’ex presidente.
L’ultimo ostacolo vero è Luciano Gaucci, che non si rassegna a farsi da parte. De Laurentiis offre 3 milioni di euro per rilevare la sua Napoli Sportiva, offerta respinta. Lui ne chiede 10. Dice Gaucci: “Non ho ancora rinunciato alla squadra e alla serie B”. Insiste con il progetto di fitto del ramo d’azienda e parla di ricorsi. Saranno decisive comunque le udienze in programma al Tar nei prossimi 4 giorni sulla richiesta di iscrizione alla B della Napoli Sportiva.
3 settembre – De Laurentiis lancia l’ultimatum, la Iervolino gli risponde
Il documento che consegna la serie C1 e il Napoli a De Laurentiis non viene ancora ratificato. Si va avanti tutto il giorno per limare alcuni dettagli, relativi alla riassunzione dei dipendenti della Ssc Napoli. Il produttore cinematografico manda segnali di nervosismo: “Se non ricevo risposte vado a riprendermi i soldi”. Il sindaco Iervolino gli replica a muso duro. “La magistratura è libera. De Laurentiis può dare gli ultimatum che vuole ma qui siamo in uno Stato di diritto”. Già litigano. Cipriani Marinelli, avvocato del produttore, rasserena il clima: ““L’operazione si farà comunque, ma c’è stata una proroga della scadenza al 7 settembre”. Una data non a caso. Il 6 settembre è il giorno in cui si esprime il Tar del Lazio sulla serie B. Un’intesa raggiunta prima, diventerebbe nulla di fronte a un pronunciamento favorevole del Tar, un quadro che riguarderebbe Gaucci. In attesa del Tar viene anche meno l’esigenza di trovare un accordo economico con Gaucci, il quale dice: “Io credo alla B e aspetto, a De Laurentiis va bene anche la C1. Ognuno per la sua strada”. Il suo Napoli fantasma chiude il ritiro ad Abbadia San Salvatore: ai giocatori sono concessi ufficialmente tre giorni di riposo, in realtà si aspetta di capire cosa dirà il Tar. Buone notizie dalla Figc: in caso di C1 il Napoli avrà una proroga per il mercato. E i tifosi che volevano la B con Gaucci? Annullato ogni corteo in attesa degli eventi.
4 settembre – È ufficiale, il Napoli è di De Laurentiis per 31 milioni. Spunta Vavassori per la panchina
Nel tardo pomeriggio la curatela fallimentare scioglie ogni riserva. Il Napoli è di Aurelio De Laurentiis. Il titolo viene ceduto per 31 milioni e 250mila euro, che diventerebbero 46 in caso di ripescaggio in serie B. la curatela rinuncia a costituirsi dinanzi al Tar del Lazio. Il commento del produttore cinematografico: “Sono felice, si realizza un sogno. Ora non c’è tempo da perdere, bisogna mettersi al lavoro per allestire una grande squadra e una grande società, in cinque anni voglio riportare il Napoli in Europa”. Emergono i nomi su cui intende puntare: Giovanni Vavassori per la panchina, Ottavio Bianchi come direttore tecnico. Juve, Milan e Atalanta sono i club con cui in questa nuova fase il Napoli Soccer intende collaborare.
5 settembre – Scontro tra De Laurentiis e la Fallimentare: «Non ho ancora firmato». Iervolino minacciata di morte
La Fallimentare spedisce due fax in Figc con cui ufficializza la scelta di De Laurentiis. Una mossa che irrita il produttore cinematografico, che da Gstaad si infuria: “Non ho firmato ancora, siamo in alto mare, ci sono passaggi importanti da definire”. Il riferimento è alla assunzione dei vecchi dipendenti della Ssc Napoli, trattata in video conferenza dalla Svizzera. Per reintegrare i 22 De Laurentiis chiede uno sconto. In Svizzera vola anche Vavassori, allenatore designato. Incontra De Laurentiis e dice: “È un entusiasta. Ci siamo conosciuti e abbiamo pure scambiato un po’ di idee sulla stagione anomala che sta per iniziare”.
La certezza è che la curatela ha stracciato il contratto di fitto del ramo d’azienda stipulato un mese e mezzo prima con Gaucci, che minaccia chilometri di ricorsi e dice: “Il film non è finito. Mi sono rivolto a un avvocato penalista. Denuncio in Procura quanto è successo. Non è vero che sono d’accordo con De Laurentiis, non ho voluto trattare, anche se mi hanno messo a disposizione barche ed elicotteri. Se il Napoli è di De Laurentiis se lo tenga, ma io denuncio tutto, non ci sto. C’è un atto illegittimo alla base di tutto”. Gaucci denuncia poi quello che crede stia per succedere nei giorni successivi: “Io puntavo alla B e lui alla C. Hanno preferito lui e non hanno aspettato me. Ma un motivo sotto c’è. La curatela è d’accordo con la Federazione: escluso Gaucci, daranno la B al Napoli. Un posto glielo trovano. Pagherà per tutti il Catanzaro. Promosso in B sarà retrocesso in C1, mi dispiace per l’Avellino che non sarà ripescato. Il piano prevede il ripescaggio del Napoli. Ma si può continuare con una Federazione che fa quello che vuole senza rispettare nessuno?”.
Insistono per il ripescaggio il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino, che riceve minacce di morte al centralino di palazzo San Giacomo.
6 settembre – De Laurentiis è il nuovo presidente del Napoli: «L’ammuina è finita, è l’ora dei fatti»
È finita. Sei ore di discussioni in tribunale, l’ultimo atto, prima di firmare l’accordo tra la Fallimentare e De Laurentiis. Ma è una giornata di tensione. Il produttore cinematografico arriva in aereo da Gstaad. È teso. Fa irruzione nella hall dell’hotel Vesuvio e urla: “Mi stanno prendendo in giro, l’affare può saltare e non per colpa mia: questa città è male amministrata”. Giacca scura, camicia bianca, non porta la cravatta, ha la barba lunga. Circondato da 12 avvocati dice: “Ora andiamo in tribunale e ci faremo sentire. I patti non si cambiano”. Il problema è sempre la riassunzione dei dipendenti della Ssc Napoli. Cinque impiegati del settore amministrativo, due della segreteria sportiva e dell’ufficio stampa, tre dell’ufficio organizzazione gare, due addetti alla lavanderia, tre alla cucina. E poi il gruppo del settore sportivo: tre magazzinieri, due massaggiatori, tra cui l’istituzione Salvatore Carmando. Pesano sul bilancio del club per complessivi 30mila euro al mese. De Laurentiis e la Fallimentare si accordano su uno sconto di 2 milioni di eura sulla cifra finale che diventa così di 29 milioni e 250mila euro.
Gaucci si defila con i fuochi d’artificio. “La curatela mi ha usato: facevo comodo perché ho dato il via alla battaglia per ottenere la serie B, mi hanno mandato avanti e hanno fatto il gioco della Federcalcio alle spalle dei tifosi. Avevo detto: vengo a Napoli per la B. Ora la B non è più possibile e il Napoli l’ha preso chi voleva fare la serie C. Sono dispiaciuto per i tifosi che hanno dovuto subire un’altra onta, la vergogna della serie C che io non ho mai voluto nominare. Basta con i tribunali, esco di scena. Se per la B non ricorre la curatela perché dovrei farlo io? A De Laurentiis auguro le migliori fortune con il Napoli perché tutti i suoi successi faranno felici prima di tutto i napoletani e quella sarà la mia grande gioia. Questi due mesi non li dimenticherò mai”.
De Laurentiis, a fine giornata, dice: “Non volevo tirarmi indietro, solo concludere l’operazione nella maniera più corretta possibile. Ho capito che era obbligatorio trovare un accordo, anche a costo di fare un ulteriore sacrificio. Ho ottenuto ciò che volevo. Ripartiremo da zero e a testa alta, anche se non ci sarà il miracolo del ripescaggio in serie B. Il primo obiettivo è riportare allegria al San Paolo: prometto un calcio divertente, come i miei film al cinema. Basta chiacchiere, è tempo di serietà e di fatti. Il mio modello sarà Della Valle. Voglio creare una società organizzata e seria: delegherò il giusto, anche se mi piace seguire da vicino tutte le mie attività. La fretta è degli stupidi. Abbiamo il tempo che ci occorre”. E il mercato? “La squadra potrà essere ulteriormente rinforzata a gennaio. Quel che conta è ricollocare il Napoli all’interno del sistema calcio, da cui stava quasi per sparire. La B sarebbe un miracolo, ma siamo pronti a una C a testa alta. Mi serve una settimana per organizzare il club”. Annuncia che si affiderà a un bravo d.g., probabilmente Pierpaolo Marino che lascerà l’Udinese. L’allenatore. “Ho incontrato Giovanni Vavassori e le sue idee mi sono piaciute parecchio. La squadra è mia, voltiamo pagina. È l’ora dei fatti, l’ammuina è finita”. Duecento tifosi, all’esterno del tribunale, battono le mani.
Il Ciuccio