Una task force dell’Università del Kentucky intende srotolare e leggere i papiri pietrificati dall’eruzione del 79 d.C.
Una task force dell’università del Kentucky intende leggere i papiri di Pompei ed Ercolano pietrificati dall’eruzione del 79 d.C utilizzando i raggi X. Lo scrive Il Giornale.
La squadra, capitanata da Brent Seales, presidente di informatica presso l’ateneo, ha già utilizzato i raggi X per srotolare una pergamena ebraica di 1700 anni fa. Ora vogliono esaminare due rotoli provenienti da Pompei ed Ercolano e che appartengono all’Institut de France di Parigi.
Fanno parte di una raccolta di circa 1800 pezzi scoperta nel 1752 durante gli scavi di Ercolano che, per la maggior parte è conservata in un museo napoletano.
Nel corso degli anni molti papiri sono andati distrutti nel tentativo di srotolarli. Gli scienziati ritengono che dispiegarli ed esporli all’aria fa sbiadire l’inchiostro e rende i testi incomprensibili. Ecco perché potrebbe invece funzionare l’approccio dei raggi X.
Secondo Seales,
“in buona parte, gli scritti di Ercolano vertono sulla filosofia greca, in particolare sull’epicureismo, la filosofia più in voga a quel tempo”
ma potrebbero contenere anche testo latino.
Dirk Obbink, papirologo e classicista dell’Università di Oxford, pure coinvolto nella ricerca, sostiene che le pergamene possano contenere anche le poesie di Saffo, o il trattato che Marco Antonio lasciò scritto sulla propria dipendenza dal vino.
La tecnica che si intende utilizzare è stata messa a punto combinando i raggi X a elevatissima energia con algoritmi di «machine learning» (branca tra le più conosciute e applicate dell’intelligenza artificiale). Il metodo utilizza fotografie di frammenti a scorrimento con scritte visibili a occhio nudo.