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Libero: i turisti stranieri sfregiano i nostri monumenti e noi stiamo a guardare

In Italia si rilasciano i deturpatori o si archiviano i casi di devastazione. Faremmo bene ad esportare il rispetto per il nostro patrimonio, oltre alla pizza e alla mozzarella

Libero: i turisti stranieri sfregiano i nostri monumenti e noi stiamo a guardare

Su Libero la sconsolante lista dei turisti che, in viaggio nel nostro Paese, ne deturpano i monumenti.

L’ultimo caso è quello che ha riguardato la Torre di Pisa, dove due fratelli americani, peraltro ultra 30enni e di professione medici, hanno pensato bene di incidere il marmo nero della Torre di Pisa con una monetina.

Sono stati beccati grazie alla segnalazione di un altro turista e si sono giustificati dicendo che non pensavano fosse reato, visto che sul marmo c’erano altre incisioni. I due sono stati arrestati con l’accusa di danneggiamento aggravato ma subito scarcerati.

Le cronache sono piene di casi del genere. Al Colosseo, solo quest’anno, sono stati beccati sei turisti intenti nella deturpazione. Tutti denunciati e multati per 400 euro.

Sette persone sono state fermate mentre facevano il bagno nella Fontana di Trevi, nonostante i divieti indicati nei cartelli. Idem nella Barcaccia di piazza di Spagna, che fu protagonista anche del comportamento deprecabile dei tifosi del Feyernoord, nel 2015. Utilizzarono la fontana come una discarica, la danneggiarono, poi se la presero con i poliziotti e sfasciarono vetrine e tutto ciò che trovavano davanti. L’Olanda li ha condannati. L’Italia ha chiesto l’archiviazione del caso.

“Chi paga i danni per la Capitale ferita? Boh. Forse i cittadini, in questo caso”.

Ma la devastazione dei monumenti non ha divisione territoriale. E così c’è chi si diverte a deturpare gli scavi di Pompei, ad esempio. L’ultimo caso è la vandalizzazione dell’affresco di Bacco e Arianna. O Venezia, dove vengono spesso pizzicati turisti che usano le calli come bagni, o che fanno picnic all’aperto o che improvvisano discoteche di fronte alla chiesa di San Giacomo di Rialto.

“Non immaginiamo cosa sarebbe successo loro se avessero fatto la stessa cosa nel proprio Paese. Certo, oltre alla mozzarella, al parmigiano e alla pizza, sarebbe bello poter esportare un po’ di rispetto nei confronti del nostro patrimonio, che forse siamo i primi a non apprezzare abbastanza tutelandolo un po’ di più”

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