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Conte: «Il calcio è uno sport non una guerra. Agnelli ha dato importanza a quella petizione, ha sbagliato»

La proposta di togliere la sua stella allo Stadium. «Domani nessun timore per l’arbitro. In Italia sono in difficoltà da quando sono tornato dall’Inghilterra»

Conte: «Il calcio è uno sport non una guerra. Agnelli ha dato importanza a quella petizione, ha sbagliato»
Il calcio è uno sport non una guerra. Antonio Conte, allenatore dell’Inter, è intervenuto in conferenza stampa in vista del match contro la Juventus.

Che gara si aspetta contro questa Juve?

“Si affrontano due squadre che sono in testa e che hanno fatto meglio delle altre. Siamo però solo alla settima di A, tutti i valori verranno fuori più avanti. Il tempo dirà quali sono le nostre ambizioni. Serve coraggio”

Gara già decisiva?

“La Juve ha dettato legge negli ultimi otto anni in Italia che ha fatto bene in Europa, costruita nel tempo. Grande merito a chi ci ha lavorato per farla diventare una vera corazzata. Sono un esempio”

Come giudica questo ciclo?

“Mi auguro nel prossimo di poter contare su più giocatori, per ripartire meglio le forze. Il nostro campionato gira intorno a questo, nella gestione delle energie, affinché certi giocatori non siano costretti a giocarle tutte. E’ importante per l’Inter. Qualcuno era in ritardo, ma siamo solo all’inizio e il serbatoio è pieno. Queste sono partite che danno energie per entrambi. Arriviamo con la giusta convinzione ed entusiasmo, anche dopo una sconfitta contro un grande avversario in Champions”

Lukaku ha recuperato?

 “Romelu giocherà se darà garanzie che cerco”

C’è il timore di assistere a un nuovo arbitraggio ‘indirizzato’?

“Assolutamente no, non confondiamo. Sono stato il primo a dire che le decisioni prese dall’arbitro non dovevano essere un alibi per nessuno. Ho manifestato un malumore, ma state lontani anni luce se pensate che parlerò di questo usandolo come attenuante. Costruiremo qualcosa di più positivo per il quale quelle partite, in futuro, non si perdano più. Alla fine vince sempre il migliore”

Cosa ne pensa della petizione per togliere la tua stella dallo Stadium: apprezza l’intervento di Agnelli in sua difesa?

Dispiace che Agnelli sia intervenuto. Ha dato importanza a una proposta becera, volgare e priva di valori. Spazio all’ignoranza. Non devo toccare questo argomento, ho detto che la colpa è vostra che lasciate margine a situazioni che non danno alcun insegnamento. Aizzate l’odio e la violenza. Non ringrazio proprio nessuno”

Il calcio è uno sport non una guerra, appunto.

Pare che l’Inter sia riconoscibile per la sua personalità: ne è soddisfatto?

 “Noi dipenderemo molto dalla nostra crescita dei singoli, ma anche del collettivo. Ci sono giocatori che possono diventare top player”

Inter unica squadra che non è mai andata in svantaggio e non ha mai incassato gol nel primo tempo: è impossibile mantenere questo ritmo con i cambi? 

“Dati alla mano, abbiamo corso uguale sia nel primo sia nel secondo tempo. La differenza sta nel correre sempre avanti, fattore negativo al Camp Nou. Vanno sottolineati i loro meriti e i nostri demeriti. Ci sta che a Barcellona si soffra, ma deve esserci sempre quella scintilla per tutti i novanta minuti che ci faccia salire ed evitare che l’avversario ci schiacci”

Cosa pensa dell’impatto di Sarri?

“Penso che la Juventus abbia una propria idea, ha vinto cinque partite e pareggiata una, in Champions una vittoria e un pari, ha una sua fisionomia, ha abitudine, ha giocatori che sanno solo vincere, ha tutto. Parliamo di una squadra fatta che ogni anno aggiunge e non sostituisce. Ogni anno è andata sempre più su, gli altri il percorso inverso. Si è creato un gap, noi abbiamo iniziato un percorso per ridurlo”

Per te è una gara speciale. Vuole dare un messaggio alla parte sana e in maggioranza della tifoseria?

“Alcuni non sono tifosi, sono ignoranti che non coinvolgo nella schiera dei veri tifosi. Il messaggio per i tifosi l’ho dato dieci giorni fa. Abbiamo la fortuna di fare uno sport amato nel mondo. Dobbiamo essere di esempio, trasmettere valori positivi ed essere entusiasti di giocare a calcio. Il calcio è uno sport, non una guerra. A volte ci si dimentica questo. E’ uno sport che deve tramandare valori umani e sportivi positivi, non tramandare odio o violenza. Altrimenti io sono il primo ad alzare la mano e dire basta. Non mi tiene nessuno a fare l’allenatore. Questo dobbiamo fare. Sarà sempre più difficile perché oggi siamo in una società in cui odio e violenza attecchiscono alla grande. Le generazioni stanno venendo su che sono una bellezza, perché c’è un contorno. Io sono in difficoltà da quando sono tornato dall’Inghilterra. Vedo situazioni per cui mi chiedo chi me l’ha fatta fare. Fin quando la passione verso questo sport supera questo tipo di situazioni allora ok. Se mi si abbasserà la passione sarò il primo a dire grazie e arrivederci. Non sarà una grande perdita per il calcio ma nemmeno per me”.

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