Il suo ex allenatore «A Rieti lo chiamavamo Ibra. Non per Ibrahimovic, era più facile di Ebrima, ma a lui riempiva di orgoglio essere chiamato come una star del calcio»

Ebrima Darboe, 18 anni, arrivato in Italia nel 2016 con uno dei tanti barconi dalla Libia. Solo e minorenne aveva trovato accoglienza a Rieti con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Qui Darboe entra per la prima volta in una vera squadra di calcio, la Young Rieti. Ed è proprio alla sua prima squadra e al presidente Massimo Masi che Ebrima ha pensato quando Fonseca lo ha convocato per la sua prima gara di Serie A
«Mi ha detto: Massimo, non mi sembra vero, ti ricordi da dove siamo partiti? Io la Serie A la guardavo in tv»
Su Repubblica oggi le parole del suo primo allenatore a Rieti Francesco Spognardi
«Lo chiamavamo Ibra. Non per Ibrahimovic, era più facile di Ebrima, ma a lui riempiva di orgoglio essere chiamato come una star del calcio».
Era magro, molto, troppo, ma già bravissimo, a Rieti è stato letteralmente messo all’ingrasso. Ci ha messo poco a venire fuori e ad essere notato
Dall’estate del 2018 Darboe è a Trigoria, sede della Roma, dopo lunghe pratiche per il tesseramento (per la firma con un club professionistico serviva il visto della Fifa). Da attaccante è diventato centrocampista, vive nel pensionato della società giallorossa, frequenta il college istituito dal club, ha nuovi amici, ma la residenza è ancora a Rieti per il progetto Sprar