Così, dal 2015, Tebas ha reso la Liga più interessante. Barça e Real incassano le stesse cifre, gli altri hanno triplicato e quadruplicato le entrate e sono quindi diventati più competitivi
Qual è la classifica più equilibrata tra i grandi campionati europei? La risposta esatta è: la classifica della Liga. Con cinque squadre in tre punti (anche se il real ha una partita in meno) e nove in sei. Barça e Real sono in testa con 25 punti, Atletico e Siviglia a 24, Real Sociedad a 23. Non ci sono squadre imbattute, il Barcellona ha perso già tre volte.
In Premier, ad esempio, il Liverpool ha fatto il vuoto: ha 34 punti, otto di vantaggio su Leicester e Chelsea, nove sul City; dopo dodici partite, è finita anche la corsa Champions: al quinto posto, infatti, Sheffield e Arsenal hanno otto punti da recuperare rispetto al City. Dell’Italia sappiamo: Juventus e Inter hanno staccato tutte le altre: 32 e 31 punti. Terzi in classifica Lazio e Cagliari con 24. Della Francia nemmeno ne parliamo: il Psg ha 8 punti di vantaggio sul Marsiglia. Va meglio in Germania dove il Bayern è in crisi: in testa c’è il Borussia Moenchegladbach con 25 punti, a 21 ci sono Bayern, Friburgo e Lipsia, a 20 l’Hoffenheim, a 19 il Dortmund e lo Schalke.
Che cos’è successo in Spagna? Quest’equilibrio è frutto del caso o i dirigenti del calcio spagnolo hanno modificato qualcosa? La seconda. Hanno modificato, quattro anni fa, la ripartizione dei diritti tv. L’hanno resa più democratica, meno dispotica. La svolta è avvenuta col decreto del 2015. Lo ha spiegato molto bene la settimana scorsa il quotidiano spagnolo ABC. In quattro anni, la Liga ha triplicato gli introiti da diritti tv: è passata da 600 milioni di dollari l’anno a 1.865. Cifra che – scrive il quotidiano – consente ai club medi di lottare con quelli più grandi.
Oggi la squadra sedicesima qualificata al 16esimo posto della Liga riceva una media di 40 milioni di euro. Prima, erano 13. Un club come l’Athletic Bilbao, che non fa la Champions, incassa 71 milioni di euro (prima erano 17). La Liga – scrive sempre Abc – è diventata democratica.
“L’ariete di questa rivoluzione è Javier Tebas numero uno della Liga che spiega al nostro giornale questa trasformazione: «Il controllo economico, dal 2013, ha fatto sì che i conti oggi hanno i conti in ordine, hanno più risorse e possono trattenere i loro talenti. Dopo il decreto del maggio 2015, è aumentata la competitività. Non solo grazie a una distribuzione più equa ma anche perché i club non sono più indebitati.
Lo scorso anno, il Getafe è arrivato quinto in Liga. Il suo presidente, Ángel Torres, dichiara: «ora siamo più competitivi e combattiamo con quelli più forti, perché abbiamo più mezzi, più entrate. Non possiamo dire che combatteremo per il titolo, si vedrà tra dieci anni quando il reddito sarà ancora più equilibrato, ma adesso un club medio può battere una grande che deve impegnarsi a fondo in tutti i campi se vuole vincere».
Ovviamente Real e Barcellona non condividono questa ripartizione dei diritti tv. I due club pecepiscono gli stessi soldi del 2015 (140 milioni di dollari a stagione) mentre gli altri triplicato e quadruplicato le loro entrate. Il terzo incomodo, l’Atletico Madrid, è passato dai 42 milioni nel 2010 ai 99,2 nell’ultima stagione.