Al Corriere della Sera: «amo moltissimo Napoli, la prima città italiana insorta contro i nazisti, ma lei voleva strumentalizzarmi. Non mi presto per levare dall’imbarazzo l’assessora».

Intervista di due pagine sul Corriere della Sera alla senatrice a vita Liliana Segre. Torna sui casi delle proposte di cittadinanza onoraria, tra cui Napoli.
A Sesto San Giovanni il sindaco ha detto che lei «non ha a che fare con la storia della città». A Biella Ezio Greggio ha rinunciato alla cittadinanza onoraria dopo che era stata negata a lei.
«Avere creato imbarazzo a quelle giunte mi dispiace. Il caso di Biella è stato però l’occasione di ricevere un fiore raro come il gesto di Greggio, che è molto più di una cittadinanza».
A Napoli lei stessa ha fatto un passo indietro…
«In quel caso non c’è stata una proposta dell’amministrazione comunale, ma la strumentalizzazione di un’assessora (Eleonora de Majo, ndr). Per rispondere alle critiche sulle sue dichiarazioni di odio verso Israele, ha detto: “Allora facciamo la Segre cittadina onoraria”. Io amo moltissimo Napoli, la prima città italiana insorta contro i nazisti, ma non mi presto come scudo umano per levare dall’imbarazzo l’assessora».
Salvini è venuto a casa sua. Come è andato l’incontro?
«Non voglio dire nulla perché ci siamo impegnati entrambi alla riservatezza per evitare strumentalizzazioni politiche. In ogni caso incontrarsi e parlarsi, a maggior ragione tra due colleghi senatori e concittadini milanesi, più che un gesto di civiltà dovrebbe essere considerato un fatto normale».
È stata proposta la sua candidatura a presidente della Repubblica. Lei ha declinato.
«Ho grande stima per Lucia Annunziata e sono certa che abbia fatto quella proposta per manifestarmi apprezzamento e solidarietà. Tuttavia mi sono trovata, mio malgrado, ad essere già una figura sulla quale si concentrano fin troppi significati simbolici. Non è il caso di aggiungerne altri e di coinvolgermi in ambiti impropri. Alla presidenza della Repubblica deve stare un arbitro che abbia le energie per correre in mezzo al campo e che soprattutto abbia una sopraffina sapienza politica ed istituzionale, come il presidente Mattarella. Non una novantenne arrivata come una marziana sulla scena politica».