Il presidente sa che c’è da intervenire per restituire la tranquillità, ma non ha intenzione di rinunciare a punire i calciatori per l’ammutinamento
Così non si può andare avanti, scrive il Corriere dello Sport, lo sa bene anche il presidente De Laurentiis che ha messo in programma di intervenire
Aurelio De Laurentiis arriverà domani pomeriggio da Los Angeles, ha visto e capito, sa che c’è da intervenire per restituire la tranquillità svanita in quel colpo di scena (di testa) del 5 novembre e che in California s’è percepito a occhio nudo: bisognerà parlarsi, dirsi ciò che per ora è stato soffocato, e ricominciare.
Ma se parlarsi è fondamentale per ritrovare serenità e restituire all’ambiente Napoli la leggerezza per poter giocare a calcio, il presidente non dimentica l’affronto subito dalla squadra con l’ammutinamento. Proprio in questa chiave vanno letti i ritardi nel pagamento degli stipendi
Rimane quella sfida sottile ch’è cominciata quella sera nel ventre del San Paolo in cui è successo di tutto e che proseguirà, che prevederà una «stangata» da due milioni e mezzo di euro (circa), che spingerà – anzi ha già spinto – ad effettuare il bonifico bancario degli stipendi non con la proverbiale puntualità di questi tre lustri dell’era De Laurentiis ma con un «lecito» ritardo.
Quello che rimane da capire e che probabilmente il presidente ha già valutato è quali conseguenze possa portare la sua punizione e se scatenerà un nuovo braccio di ferro con la squadra dal momento che i calciatori sembrano già pronti alle contromosse
Ma ci saranno nuovi capitoli, chissà quanto avvincenti o se invece destabilizzanti, perché poi si sfocerà nelle contromosse dei calciatori, in un’azione di forza del Napoli che potrebbe persino richiedere la possibilità di impugnare i contratti personali per comprendere se esistano i margini del risarcimento per «danni di immagine».