Perisic è un giocatore che il Napoli, a prescindere dall’infortunio di Insigne, non può fallire.
Ivan Perisic, l’esterno croato del Wolfsbrg, ammirato ancora l’altra sera a San Siro, è un giocatore che il Napoli, a prescindere dall’infortunio di Insigne, non può fallire. Se gli esterni sono la forza della squadra di Benitez, Perisic è il campione da aggiungere alla “rosa”.
Venticinque anni, di Spalato, una volta città di italiani, il giocatore è nel pieno della sua maturità e le doti tecniche sono indiscutibilmente superiori alla media.
Il costo sarebbe di 10 milioni di euro e De Laurentiis non può ritirare la manina. A gennaio del 2013, il Wolfsburg l’ha preso dal Borussia Dortmund per 8 milioni. In coppia con Olic (35 anni), Perisic è l’asso portante del Wolfsburg. Difficile che venga ceduto subito. Il Wolfsburg è secondo nella Bundesliga, un sogno, quattro punti dietro al Bayern. Ma se non fosse possibile l’acquisto immediato del croato, per le improvvise ambizioni del Wolfsburg che punta a entrare in Champions, Perisic andrebbe bloccato almeno per la prossima stagione. Ci vuole un intervento diretto, concreto, insistente e immediato del Napoli. Staremo a vedere.
Fatta questa promessa, Antonio Conte, imbattuto in cinque gare con la nazionale, quattro vittorie e un pareggio, sta ottenendo il massimo dalla formazione azzurra la cui pochezza di gioco è stata deprimente contro i croati che hanno talenti come non ne nascono più in Italia.
E’ vero che la Croazia ha pareggiato per la papera di Buffon sul tiro di Perisic, ma ha mancato almeno due palle-gol decisive per vincere: il colpo di testa di Olic salvato sulla linea da Ranocchia e l’occasionissima finale di Perisic in contropiede solitario, diagonale di poco fuori oltre il secondo palo.
Conte ha spesso ritoccato il modulo di gioco per frenare la veemenza e la tecnica superiore dei croati e si starebbe orientando verso una difesa a quattro (come pensa di fare Allegri nella Juventus). Col materiale a diposizione, Conte non può che orientarsi verso l’antico calcio all’italiana, difesa serrata e protetta più contropiede. Nessuna pretesa di fare bel gioco con la tecnica media degli azzurri. Conte ne ha preso atto e cerca di creare una nazionale di combattimento e sacrificio trasferendole la sua grinta.
L’Italia ha due soli fuoriclasse, Buffon (36 anni) e Pirlo (35) sui quali si potrà contare sempre meno in prospettiva. E’ un buon elemento Graziano Pellè, ma ha già 29 anni. L’ultima coppia di attaccanti (Immobile e Zaza) non ha gran peso internazionale. E Balotelli resta un problema. Non abbiamo difensori esterni di caratura europea. A centrocampo, si aspetta la piena affermazione di Verratti al posto di Pirlo.
Questa amichevole con l’Albania, primo confronto fra le due nazionali, incasso da devolvere agli alluvionati liguri, servirà a Conte per testare alcune individualità di prospettiva come il difensore dell’Empoli Rugani (20 anni), i centrocampisti del Genoa Bertolacci (23) e Sturaro (21), il sampdoriano Gabbiadini (22), il milanista Bonaventura e il poderoso centravanti doriano Stefano Okaka, italianissimo di genitori nigeriani (25 anni, 1,86).
Per regolamento, gli azzurri che hanno affrontato la Croazia non possono tornare a giocare due giorni dopo. Conte si avvarrà anche di elementi di più provata esperienza (Perin, Bonucci che era squalificato contro la Cfoazia, Poli, il ripescato Criscito, Cerci, Destro e Giovinco all’attacco).
L’Albania, nazionale sorta dopo l’ultima guerra, conta alcuni “italiani”, i laziali Berisha e Cana in difesa, il centrocampista Hysai dell’Empoli, il “pescarese” Memushai. A Napoli si ricorderà Riza Lustha, l’attaccante albanese che quando segnò finalmente un gol provocò per l’entusiasmo il crollo della tribuna al Vomero. Carlo Di Nanni, noto giornalista-profeta napoletano, aveva scritto alla vigilia del match col Bari: “Se Lustha segnerà se ne cadrà lo stadio”.
Nelle ultime 26 partite, l’Albania ne ha vinte dieci contro formazioni minori come Cipro, Iran, Armenia, San Marino, ma a settembre ha fatto un “colpo” andando a battere in trasferta il Portogallo (1-0), gol di Balaj che gioca nello Slavia Praga.
L’Albania è squadra che prende pochi gol e, nelle ultime gare, non ne ha preso ogni volta più di due. E’ allenata dal trevigiano Gianno De Biasi (58 anni), già tecnico di Torino e Udinese.
Mimmo Carratelli